Maria De Filippi a Repubblica: “Il tronista non piace neanche a me, ma non sono meglio di lui”
Quando Maria De Filippi decide di “parlare davvero”, e non di accontentarsi di una copertina promozionale, lo fa sul paginone di Repubblica, regno dell’intellighenzia legittimante. La conduttrice più “sociale” di tutte fa il punto sul suo ruolo televisivo con una rara sincerità, chiarendo che alcune sue scelte professionali sono motivate dal vissuto. L’infanzia provinciale in
Quando Maria De Filippi decide di “parlare davvero”, e non di accontentarsi di una copertina promozionale, lo fa sul paginone di Repubblica, regno dell’intellighenzia legittimante. La conduttrice più “sociale” di tutte fa il punto sul suo ruolo televisivo con una rara sincerità, chiarendo che alcune sue scelte professionali sono motivate dal vissuto. L’infanzia provinciale in collina, tutte le domeniche a messa, una mamma professoressa di italiano estremamente intransigente (“era come avere un carabiniere in casa”) e un rapporto mai “pacifico” con le regole e le istituzioni.
Ad aneddoti già risaputi se ne aggiungono altri decisamente inaspettati, in cui la De Filippi – pur modello per molti giovani d’oggi – ammette di non essere una santa e di aver avuto una giovinezza molto ribelle:
“Mi consideravo un cesso. Avevo duemila complessi, al punto da non dichiararmi mai a un ragazzo che mi piaceva. Aspettavo tutto il giorno di uscire con la Vespa, alle sei del pomeriggio, il momento più euforico della giornata. E prendevo una multa dietro l’altra. Una volta, per pagarne una più salata delle altre, rubai in casa un pezzo d’argento e andai a venderlo in una gioielleria dall’altra parte della città. Pavia è uno sputo, fui smascherata e portata per un orecchio davanti al gioielliere. Ero furba, brava a copiare. Alla maturità presi un voto alto, ma ormai posso dirlo: copiai. Poi l’università”.
E qui l’incontenibile Maria mise la testa a posto:
“Non so cosa mi scattò dentro, ma diventai bravissima. Giurisprudenza l’avevo scelta io, ero libera di frequentare o non frequentare, la materia mi interessava. Partii con la voglia di far bene e se non prendevo almeno ventinove rifiutavo il voto. Ero una martella. Feci il concorso in magistratura – come mamma voleva – e fui bocciata. Per mantenermi facevo le tesi di laurea: mi davano un milione e mezzo a tesi. Per anni ero rimasta appiccicata a papà, sdraiata sulla sua pancia a riordinargli i capelli con il pettine che aveva nel taschino. Il primo lavoro me lo trovo mamma alla Univideo, poi conobbi Maurizio Costanzo al Festival di Venezia, mi propose di venire a lavorare a Roma… Ogni weekend ero a casa.”.
La De Filippi racconta che la sua severa genitrice chiamò Costanzo al telefono per chiedergli cosa volesse uno sposato da sua figlia. E, quando Maurizio andò a Pavia per conoscere i suoi, la mamma lo studiava, mentre suo padre fu immediatamente conquistato dalla sua parlantina:
“Maurizio mi ha aiutato molto ma non mi ha mai forzato ad assomigliare a lui, mi ha solo insegnato ad accettare le mie sfigaggini. La mia scelta di raccontare le storie della gente comune non è partita da un discorso di audience, è quello che so fare. A C’è posta mi sento molto la casalinga di Voghera; non mi offende fare programmi nazionalpopolari, mi lusinga. Chi mi critica è snob, peggio miope, si sente superiore agli altri, più intelligente”.
Ora arriva il coming out di Maria su Uomini e Donne:
“Non va giù a nessuno per il concetto di tronista, termine che ormai è entrato anche nello Zingarelli. Secondo me non hanno mai cercato di capire il tronista da un punto di vista sociologico. Il tronista non piace neanche a me, ma evito di pensare continuamente che sono meglio di lui. Anche mia mamma lo guarda in cagnesco. Non potrebbe mai essere figlio mio, pensa”.
E infine, a proposito delle sfide televisive e del suo epiteto di Sanguinaria, commenta:
“Io prendo male che diano per scontato che tutto quel che faccio debba andare bene. Non è vero che faccio tutto bene, faccio dei grandi errori, me ne accorgo in corsa e non c’è possibilità di recuperare. Ogni volta che inizia un programma, dicono: chi vuoi che vinca? Chi vuoi che vinca un par di palle, io mi faccio un gran culo!”.
La conduttrice dedica qualche parola al suo figlio adottivo, ormai maggiorenne reduce dalla maturità. Gli ha appena proposto di lavorare ai suoi programmi per imparare il mestiere, anche se lui non sembra affatto interessato a quello che fa. Ma lei sta cercando di fargli capire che l’università la deve fare quando e se ne ha voglia, non per convenzione sociale. Per ora è pazzo del disegno.
Insomma, con questo Maria De Filippi non è necessariamente migliore di altri conduttrici. Però – forse – resta la più SPIETATAMENTE vera.