Paolo Garimberti: ” No al tentativo dei governi di trasformare la tv pubblica in tv di Stato”
Paolo Garimberti presidente della Rai, non le manda a dire. In generale, poi chi vuole intendere, intenda. L’occasione è stata data dal convegno “Le fonti dell’informazione, pluralità, affidabilità e responsabilità” che si è tenuto durante il Prix Italia 2010. Garimberti ha tenuto a sottolineare che il ruolo della televisione oggi non solo va ripensato ma
Paolo Garimberti presidente della Rai, non le manda a dire. In generale, poi chi vuole intendere, intenda. L’occasione è stata data dal convegno “Le fonti dell’informazione, pluralità, affidabilità e responsabilità” che si è tenuto durante il Prix Italia 2010. Garimberti ha tenuto a sottolineare che il ruolo della televisione oggi non solo va ripensato ma tenuto in debita considerazione: non vi possono essere dubbi, ad esempio su cosa sia una Tv di Stato rispetto a una Televisione pubblica. Le due categorie non si dovrebbero mai sovrapporre, almeno la dove esiste la democrazia. Ha detto Garimberti:
Oggi assistiamo sempre più al tentativo della politica e dei governi di mettere le mani su informazione e tv pubbliche. Dico no a questo tentativo dei governi di trasformare la tv pubblica in tv di Stato, che è un altro concetto.
Un esempio? Paolo Garimberti, non si sbilancia sulla situazione attuale, ma ricorda quando in gioventù visitò l’Unione sovietica:
Mostrava solo i successi del sistema eurosocialista, quando c’erano notizie negative venivano censurate. La tv pubblica è un’altra cosa. Il rischio, però, è molto forte perché è un’offensiva concentrica.
Questione informazione in tv. Siamo in un ginepraio dove per i giornalisti diventa sempre più difficile informare, causa pressioni poliche. Ma per Garimberti la questione è ben altra e va separata, sostiene, dal legittimo diritto di esprimere le proprie opinioni e di schierarsi da una parte piuttosto che dall’altra:
Mi preoccupa il collateralismo inaccettabile che c’è in Rai, è un modo sbagliato e subdolo di dare un orientamento preciso all’informazione. Non c’è nulla di male ad esprimere le proprie opinioni anche se orientate in un certo modo. In Italia il problema è serio ed acuto. Ma la Rai è un servizio pubblico e dovrebbe servire al pubblico e non ai partiti, tanto vale tornare al modo meraviglioso in cui si assumeva alla Rai nella Prima Repubblica: uno della Dc, uno socialista e uno comunista.
Infine, un ragionamento lo riserva al successo del Tg di Enrico Mentana su La7, che fa registrare circa il 9% di share, con un trend in costante ascesa. Secondo Garimberti, il motivo per cui Mentana ha successo è che si dedica all’approfondimento piuttosto che alla notizia:
Noi dobbiamo chiederci se l’informazione che facciamo oggi, il classico tg, è ancora adeguata al tipo di domanda degli spettatori. Io penso che alle 20, quando inizia la sfilata dei tg, la gente è già satura di notizie. Perché Mentana ha avuto successo? Perché ha fatto una cosa molto semplice, ha detto, io le approfondisco le notizie, tanto le sapete già. È l’uovo di Colombo. L’informazione oggi non può essere fatta come quando non c’era il web. Oggi è cambiata profondamente e ha bisogno di connotati diversi, sennò la gente va via. Fare oggi un tg come quando lo facevo io nel ’93 ha senso? No. La radio invece oggi si è modernizzata molto di più della tv, Radio Rai è in crescita, perché ha capito che bisogna rispondere in modo diverso alla sfida informativa quotidiana.