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Fiorello e la lectio magistralis sulla tv italiana: la più brutta degli ultimi 10 anni

Fiorello sale in cattedra e dà lezioni di Tv. No, non è una svirgolata di autocompiacimento, il onemanshow, probabilmente l’unico che abbiamo, sale proprio letteralmente in cattedra (e che cattedra!): Università Luiss Guido Carli dove Rosario Tindaro Fiorello apre l’anno accademico e accoglie le matricole. Lo fa a modo suo, con battute e dichiarazioni, che

di marina
pubblicato 29 Settembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 12:23

Fiorello sale in cattedra e dà lezioni di Tv. No, non è una svirgolata di autocompiacimento, il onemanshow, probabilmente l’unico che abbiamo, sale proprio letteralmente in cattedra (e che cattedra!): Università Luiss Guido Carli dove Rosario Tindaro Fiorello apre l’anno accademico e accoglie le matricole.

Lo fa a modo suo, con battute e dichiarazioni, che stanno tenendo banco in queste ore sui media nazionali. Ecco cosa dice:

Quella degli ultimi 10 anni è la televisione più brutta mai esistita, ancora peggio di quella degli anni 80.

Della rimpianta “vecchia guardia” televisiva c’è rimasto solo Pippo Baudo che potrebbe avere come erede Francesco Facchinetti:

L’ultimo rimasto di quella generazione è il mio amico Pippone… vivrà fino a 101 anni. Facchinetti sarà il Baudo del nuovo millennio.

Rispetto ai progetti per il futuro fa intravedere una possibilità in radio, mezzo che ama al di sopra di tutti: ritornare a condurre VivaRadio2.
Una parola buona? C’è stata e rivolta alle matricole a cui spiega che nella vita sono importanti:

L’impegno, la passione e il duro lavoro. E’ così che si fa carriera senza neanche accorgersene.


Di primo acchito verrebbe voglia di dare ragione a Fiorello e alla sua nostalgia per una tv pulita e impeccabile come era quella degli anni ’60 e ’70. I veri capolavori si trovano ancora li. E questa nostalgia sembra confermata, nel pubblico, dal successo, ad esempio, di un programma estivo fatto di collage di ricordi come Da da da; o ancora l’operazione nostalgia de I Migliori anni che scatena nel pubblico sane lacrime legate al ricordo e al “noi che…”.

Però una domanda mi sorge spontanea, al di la del gigionismo di Fiorello, che in fondo ha fatto il suo “sporco” mestiere, provocare per far riflettere: possibile che non si salvi nulla della tv contemporanea? Più che altro diventa complesso fare una differenza, in fondo di quale televisione parliamo? Ce ne sono così tante. Di certo alcune fiction sono davvero pregevoli, così come alcuni programmi di intrattenimento. Nell’insieme però sembra che il piatto della bilancia penda verso il peggio e non verso il meglio: causa troppa offerta o causa scarsità di idee? Perciò caro Fiorello, ora, oltre ogni qualunquismo e dietrologia, dicci tutto e se hai per caso anche qualche idea.