Dalla Ventura alla Perego, da Rai a Mediaset: le anteprime che alterano l’Auditel
In principio fu Striscia con un innocuo simbolo cinese, poi arrivarono tutti gli altri. E’ la moda delle anteprime, degli scorpori, delle presentazioni o degli Ante che oggi popola, o per meglio dire spopola in tutte le reti tv. Oggi Striscia la Notizia ha cambiato quell’ideogramma in uno Striscia tra Poco, il momento dello sponsor
In principio fu Striscia con un innocuo simbolo cinese, poi arrivarono tutti gli altri. E’ la moda delle anteprime, degli scorpori, delle presentazioni o degli Ante che oggi popola, o per meglio dire spopola in tutte le reti tv. Oggi Striscia la Notizia ha cambiato quell’ideogramma in uno Striscia tra Poco, il momento dello sponsor e del break che in ogni caso ottiene sempre share elevati, ma se è lecito pensare ad un’anteprima di pochi minuti per qualsiasi programma, appare ridicolo leggere dati Auditel in cui per via di scorpori creati ad arte, le anteprime durino di più del programma stesso.
Update: Striscia la Notizia ci fa notare che il Tg satirico di Canale 5 non è stata la prima trasmissione a inserire “l’anteprima” e che scorporare i programmi non è una moda recente.
Già nel 1998 Antonio Ricci, nel suo libro “Striscia la Tivù“, dedica a questo fenomeno un intero capitolo dal titolo “Divide et impera”. “L’Auditel è come il fisco.-scrive Ricci. “Lo si può eludere legalmente intestando la stessa trasmissione a due titoli diversi. In tal modo la passività viene tutta scaricata sul titolo A, mentre il titolo B può tenere alta l’aliquota dell’ascolto. Con questo scorporo si può inoltre evitare che venga computato nell’ascolto il blocco pubblicitario tra A e B. Sotto l’alto patronato dell’Ordine dei Dottori Commercialisti vanno così in onda, a pochi minuti l’una dall’altra, le trasmissioni ‘Quelli che aspettano Quelli che il calcio e ‘Quelli che il calcio, Anteprima di ‘Per tutta la vita’ e ‘Per tutta la vita’; ‘Buona Domenica prima parte’ e ‘Buona Domenica seconda parte’; ‘Domenica in prima parte’ e ‘Domenica in seconda parte’ etc etc. L’indomani, senza nessun complesso di colpa, si può sbandierare il dato di ascolto più alto“.
Prima di entrare nello specifico e chiarendo sin da subito che questo post non vuole colpire nessuno in particolare ma vuole portare alla luce un atteggiamento comune divenuto quasi insostenibile scorporando e dividendo i programmi in mille parti per portare a casa un risultato decente, cerchiamo di capire per quale motivo venga fatto. La presentazione di pochi minuti di una trasmissione consente spesso di ‘scorporare‘ il cosiddetto ‘nero’ ossia il break pubblicitario che inevitabilmente fa calare gli spettatori. Lo scorporo toglie quei 5 minuti circa dall’ascolto medio del programma. A volte l’anteprima e il programma non sono neppure separati: appare una sovraimpressione senza alcun nero che cita 1° o 2° parte. E ultimamente, dopo l’idea di Maria De Filippi di creare il siparietto sui titoli di coda di “C’è Posta per te“, “I saluti di Eter” che intendiamoci, è uno scorporo pure questo ma dura il tempo dello scorrimento dei titoli di coda e grazie alla divertente interazione tra i cani e la conduttrice diventa uno spettacolo nello spettacolo e fa numeri di share altissimi superiori a tutte le reti, è nata la moda di fare la versione de “I saluti di ” anche in altre trasmissioni. Intendiamoci, togliersi un nero può anche essere accettabile, specie quando si va oltre un certo orario e gli ascolti sensibilmente (perlomeno in a.m.) calano, esagerare con le divisioni e i “tagli” no.
Distinguiamo però anteprima e anteprima. Se come dicevamo se ne può accettare una di pochi minuti che voglia proteggersi dal programma competitor forte in chiusura o magari voglia staccarsi da una trasmissione che precede parecchio debole oppure ancora voglia chiudere prima, sorprendono quelle che ormai durano più del programma stesso. E spesso nella citazione del dato d’ascolto (non da parte nostra che riportiamo regolarmente i due dati) vengono totalmente ignorate.
E’ il caso di dire in principio fu Fabio Fazio con Quelli che il Calcio che si inventò un Quelli che Aspettano che durasse fino all’effettivo calcio d’inizio della Serie A e, subito dopo si trasformasse appunto in Quelli che il Calcio durante le partite. Legittimo: la parte spettacolo prima che iniziasse il pallone e la parte calcistica durante la serie A.
Oggi il programma come tutti sappiamo è totalmente cambiato, anche perchè ormai a fare la parte del leone sono satellite e digitale terrestre che trasmettono in diretta il calcio, per giunta ormai ci sono anticipi al sabato, posticipi alla domenica sera e pure al lunedì rendendo più complicato poter contare partite appetibili alla domenica pomeriggio. Così, da alcuni anni è nato Quelli che il Calcio e…, un vero e proprio varietà con il calcio in mezzo nel quale “Quelli che Aspettano” non finisce più alle 15:00, ora appunto del calcio di inizio, ma alle 15:30 o spesso, anche alle 15:50 circa. Di fatto si fa iniziare a volte il programma Quelli che il calcio quando cominciano i secondi tempi delle partite anzichè come sarebbe più logico nel primo. Ma intendiamoci: se si pensa che sia lecito da parte di autori e rete specie contro un Mondiale di F1 o di motociclismo, sarebbe opportuno però avere l’onestà intellettuale riportare nei comunicati spesso trionfalistici entrambi i dati e non solo quello che fa comodo. E’ facile dire che un programma fa il 15% ma dura meno dell’anteprima che fa il 10%: o si calcola la media ponderata (e non sarebbe neppure corretto) oppure si citano entrambi i dati, senza prendere in giro il telespettatore e le agenzie che prendono per oro colato ciò che esce dai comunicati della rete senza chiedersi alcunchè.
Ma non si pensi che sia solo Simona Ventura ad attuare questo sistema. Il game show L’Eredità fa un’intero programma che chiama La Sfida dei 6 e fa apparire gli ultimi 15 minuti a ridosso del Tg1 come il quiz vero e proprio a cui assegna il titolo L’Eredità. Dal canto suo il Milionario fa l’inverso: ha un’anteprima di 15 minuti circa che chiama Verso il Milione e va avanti spedito fino al Tg5 con il programma. Chiambretti Night fa un’anteprima lunga quando comincia prima per ‘evitare’ in parte di doversi confrontare con la chiusura dei talent show o delle fiction che durano di più sulla Rai (e dalla prossima settimana va di venerdì) e se vogliamo anche il bravo Fabio Fazio fa un’anteprima durante i Tg per poi iniziare alle 20:30.
Se guardiamo a ieri, troviamo anteprime di pochi minuti, quindi considerate accettabili, in “Occhio alla spesa“, La prova del cuoco, L’eredità, Mattino Cinque, Porta a Porta, X Factor. E nei giorni successivi troviamo scorpori in Le Iene, in Colorado, in Io Canto (con il segmento E poi) persino Santoro con Prima di Annozero e chi più ne ha più ne metta. Ma proprio ieri ne è nata un’altra, addirittura più lunga del programma: è’ il caso di “Se…a casa di Paola“, il programma condotto da Paola Perego che è cominciato alle 14:41 con una presentazione che fino ad un anno fa durava pochi minuti, e ieri è andata avanti fino alle 15:30, ora in cui è iniziata l’effettiva trasmissione terminata poi alle 16:08. In sostanza, un’anteprima che dura 49 minuti e un programma che ne dura 38. Perchè si è arrivati a questo? Azzardiamo… Forse perchè a quell’ora il competitor (Uomini e Donne) ha due blocchi pubblicitari molto vicini oltre ad una telepromozione così da poter comunicare solo il secondo dato? Tutto ciò è davvero inaccettabile ed è una bruttissima abitudine solo italiana.
E la mania degli scorpori e delle divisioni ha invaso anche la domenica. Da quando l’ex direttore di Rai 1 Fabrizio Del Noce ha avuto la triste idea (per il telespettatore) di dividere la Domenica In in 3 parti differenti, la stessa Domenica In si è moltiplicata in figli e figliastri. E da alcuni anni, da quando non si realizza più Buona Domenica (che al limite si divideva in due parti all’interno delle quali trasmetteva una sitcom) si è adeguato anche Canale 5. Se guardiamo domenica scorsa, c’è da mettersi le mani nei capelli. Domenica In si divide in “L’Arena“, “Amori” e “In onda” e sono già tre parti, ma poi due di loro si scorporano neri dividendosi ancora. L’Arena ha due parti (che però a differenza di altri cita entrambi), Amori dura poco quindi non ha bisogno di scorpori e poi c’è la versione con la Cuccarini, “In onda“. Qui abbiamo una presentazione prima del Tg1, e poi due parti distinte. E Canale 5? Anche qui Domenica Cinque non è da meno. Tra Prima di Domenica Cinque, a Domenica Cinque Talk, a Domenica Cinque Musica e Parole a Domenica Cinque e Domenica Cinque i saluti, sono di fatto 6 le divisioni del competitor del Biscione, le stesse di quelle di Raiuno.
Tutto questo lungo discorso per sensibilizzare voi lettori e per dire che sarebbe ora di finirla con questi mezzucci per bluffare sull’Auditel. Intendiamoci, l’inserzionista pubblicitario non è certo uno sprovveduto e se comunichi che un programma fa il 30% ma si tratta di soli 15 minuti dello stesso, di certo non acquista lo spazio per il 30%. Per correttezza però verso il telespettatore (al quale spesso si comunicano pure dentro i tg gli ascolti dei programmi come se gli interessasse) andrebbero dette le cose come stanno. E a ciò si aggiunga certa stampa che prende per oro colato ciò che viene diffuso senza specificare le divisioni e senza chiedersi dove “finiscano” mezz’ora o due ore di un programma. Se si vogliono scorporare neri, se si vogliono tagliare pezzi di trasmissioni considerate deboli, se si vuole chiudere prima per tenere il dato alto, è sia ben chiaro tutto legittimo per il bene del programma e della rete, ma onestà intellettuale chiederebbe nei comunicati ufficiali di riportare tutto e non solo una parte. Doveroso verso il telespettatore, verso la stampa, verso quel pubblico che non ha la possibilità di verificare con i dati alla mano che ciò che è stato detto è parzialmente vero. Ne guadagnerebbero in credibilità tutti, innanzitutto la televisione.
E voi cari lettori, cosa ne pensate? Siete d’accordo nel dire “Basta anteprime e scorpori“?