Barbara d’Urso a nudo – Ha sporto querela contro Pupo, costa poco, non è berlusconiana e ha “quattro” camerini
Barbara d’Urso, colei che secondo Barbara Palombelli è diventata un esempio di giornalismo investigativo in Italia (il che è inquietante come complimento) ce l’ha fatta ad arrivare su Vanity Fair. E senza che, per una volta, si accenni minimamente alle sue facce, facile bersaglio ormai inflazionato dai suoi detrattori. La conduttrice più snobbata dall’intellighenzia milanese
Barbara d’Urso, colei che secondo Barbara Palombelli è diventata un esempio di giornalismo investigativo in Italia (il che è inquietante come complimento) ce l’ha fatta ad arrivare su Vanity Fair. E senza che, per una volta, si accenni minimamente alle sue facce, facile bersaglio ormai inflazionato dai suoi detrattori. La conduttrice più snobbata dall’intellighenzia milanese è stata stranamente consacrata dalla rivista più patinata di tutte, per aver battuto alla domenica pomeriggio Lorella Cuccarini ma, soprattutto, per essere stata ‘decisiva’ nelle indagini sul giallo di Avetrana.
Nel bene o nel male, con i suoi enormi difetti tra cui un’innegabile mania di protagonismo, la d’Urso non smette di far parlare di sè. Nonostante entri dall’inizio del 2008, tutti i giorni o quasi, nelle case degli italiani, continua a essere sulla cresta dell’onda, rappresentando una tv tanto criticata quanto sempre attuale e dibattuta. A intervistarla Giovanni Audiffredi, che le rinfaccia “storiacce, lacrime, gossip, cronaca, litigi, polemiche”, per poi chiederle come faccia a non lasciarsi coinvolgere:
“Non ti corazzi mai abbastanza. A volte la vita ti aiuta a metabolizzare, o metti in conto che la perdita della serenità è una variabile del tuo lavoro. La mia non è tv del dolore, ma semplicemente cronaca, una cosa che noi inseriamo costantemente in tutti i programmi, perché è l’unico modo per stabilire un vero contatto con il pubblico. La storia di Sarah Scazzi mi ha indotto a lanciare quotidianamente un appello alle ragazze perché denuncino, anche scrivendoci, gli abusi che subiscono in casa, purtroppo sempre più spesso dai familiari”.
Quanto alla netta superiorità numerica di Domenica Cinque su Domenica In… onda, la d’Urso commenta (glissando volutamente sull’altrettanto indiscussa leadership dell’Arena di Giletti):
“Non è la prima volta che accade. L’anno scorso ho superato Pippo Baudo, il mio maestro. Un po’ mi è dispiaciuto, ma la televisione è anche questo. A Lorella – che dichiarò di non apprezzare Domenica Cinque ndr – rispondo che ciascuno ha i suoi gusti. Prendo atto che le scelte che facciamo piacciono a chi sta a casa”.
La parte più divertente dell’intervista è quella aneddotica sulle manie di Barbara. Ad esempio, nella sua prima vera casa, ovvero gli studi di Cologno Monzese, ha ben quattro camerini: uno solo per le sue scarpe, uno per i suoi abiti di scena, uno per lo staff che le cura l’immagine e uno “solo” per lei, una sorta di ufficio privato comprensivo di divano e cuscino ortopedico, una scrivania e una montagna di regali del “suo” pubblico.
Tra le altre idiosincrasie della d’Urso, la sua ossessione per i denti perfetti e sempre smaglianti, per eguagliare il sorriso della sua mamma (defunta quando lei aveva 11 anni dopo una lunga malattia). Poi c’è la sua singolare concezione dell’uomo ideale:
“Dev’essere maschio. Non in senso macista, tatuaggi e palestra, ma in quello della fermezza e della capacità di lasciarsi attrarre da qualcosa di meno comodo della bambola da mettere sul letto e sedurre. Un uomo deve saper affrontare un rapporto alla pari, confrontarsi con una persona che può dare stimoli diversi. La maggioranza degli uomini non vuole darsi veramente, e scappa”.
Quanto a Pupo, che ha dichiarato quest’estate di averle dedicato La storia di noi due ai tempi del loro amore di gioventù, la d’Urso non “commenta”, ma poi il giornalista aggiunge che la conduttrice ha sporto querela contro il cantante e collega. E, a proposito della Fattoria in cui lei stessa lo rilanciò come inviato, Barbarella si limita a dire:
“Ecco, appunto. A fare del bene…”.
In compenso, arriva il coming out che non ti aspetti:
“Non sono berlusconiana. Devo a Berlusconi il fatto di aver cominciato in Tv con Telemilano nel 1977, ma sono uno spirito libero. Ho uno stipendio inferiore alle aspettative del pubblico e a quelli di molti colleghi, guadagno molto meno di 2 milioni di euro e come me costano pochissimo le mie trasmissioni. Il livello del mio successo lo si misura con la dimostrazione di riconoscenza per il mio lavoro da parte dell’azienda e degli spettatori”.
Chi ha sbadigliato leggendo queste dichiarazioni mente: la d’Urso al massimo irrita, ma non annoia mai.