Home Serie Tv Romanzo Criminale 2 – Tvblog intervista gli sceneggiatori Barbara Petronio e Leonardo Valenti

Romanzo Criminale 2 – Tvblog intervista gli sceneggiatori Barbara Petronio e Leonardo Valenti

Giovedì prossimo – 18 novembre – partirà su Sky Cinema la seconda stagione di Romanzo Criminale, serie innovativa e appassionante che con la sua prima stagione ha ottenuto ampi consensi. La serie, della quale parleremo in modo approfondito nel prossimi giorni, è stata distribuita in molti paesi esteri, e di recente è stata acquistata anche

pubblicato 15 Novembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 11:08


Giovedì prossimo – 18 novembre – partirà su Sky Cinema la seconda stagione di Romanzo Criminale, serie innovativa e appassionante che con la sua prima stagione ha ottenuto ampi consensi. La serie, della quale parleremo in modo approfondito nel prossimi giorni, è stata distribuita in molti paesi esteri, e di recente è stata acquistata anche dal network HBO, da sempre garanzia di qualità.

Per l’occasione abbiamo avuto il piacere di intervistare Barbara Petronio e Leonardo Valenti, sceneggiatori e soggettisti della serie tv, che già in vista dell’esordio della prima stagione avevano risposto alle nostre curiosità. Buona lettura.

Sta per partire la seconda stagione di Romanzo Criminale e qualche giorno fa c’è stata la presentazione. Come vi sono sembrate le reazioni del pubblico? Avete riscontrato entusiasmo?

Diremmo proprio di sì. La serie ormai è diventata un fenomeno di massa. Nonostante l’uso forte del dialetto romanesco, conta fan in tutta Italia. Mai come ora le nostre mail sono piene di complimenti, da parte di addetti ai lavori e non. La fine della proiezione del primo episodio è stata accolta da un applauso fragoroso, per non parlare del promo degli episodi successivi!

La prima stagione ha avuto ampi consensi sia da parte del pubblico che dagli addetti ai lavori (anche all’estero). Pensate che la seconda riuscirà a bissare?

Ce lo auguriamo. Siamo convinti che chi ha visto il primo episodio vorrà vedere il resto della serie. E siamo altrettanto convinti che l’estrema popolarità raggiunta dalla serie stuzzicherà la curiosità anche di qualche nuovo spettatore. Proprio per questo abbiamo incentrato buona parte della seconda stagione sulla domanda: “chi ha ucciso il Libanese?” Non sarà un giallo, ché non sarebbe in linea con il formato della serie. Ma la domanda ci sarà, forte, e la risposta potrebbe non essere quella che si aspettano i lettori del libro di De Cataldo e gli spettatori del film di Placido.
Sul successo estero di Romanzo Criminale – la serie, durante le nostre sortite francesi, abbiamo avuto il piacere di vedere con i nostri occhi l’accoglienza entusiastica che ha avuto la serie, diventata anche lì un oggetto di culto.


Che cos’ha di diverso Romanzo Criminale rispetto alle fiction “tradizionali”?

La spregiudicatezza. Un elemento che ha caratterizzato tutte le fasi di lavorazione della serie: scrittura, casting, regia, la produzione nel senso più generale del termine, sono tutte state improntate in modo “non convenzionale”. Quando ci viene chiesto di scrivere una serie mainstream, di solito ci viene anche chiesto di stare dentro determinati binari e canoni. Qui invece ci è stato chiesto di fare l’esatto contrario.

La seconda stagione riparte dalla morte del Libanese. E’ stato difficile per la continuazione della storia perdere uno dei protagonisti?

Da una parte perdere la presenza fissa di un attore bravissimo come Francesco Montanari è sicuramente uno svantaggio, dall’altra però la morte del Libanese è un evento che cambia irrimediabilmente il racconto e ti costringe a far evolvere i personaggi, anche verso direzioni non preventivate. Nota che abbiamo detto “presenza fissa”, il che vuol dire che il Libanese tornerà nella serie. In che modo, lo scoprirete a partire dal 18 novembre.

Una curiosità: che reazioni avete voi “creatori” della fiction, quando vedete il prodotto finito? Ci sono stati casi in cui siete rimasti delusi?

Nel caso di Romanzo Criminale direi proprio di no. Tutto quello che vediamo è una traduzione perfetta dei nostri script.

In questa serie, quanto siete rimasti fedeli al romanzo e quanto avete attinto dalla storia vera della Banda della Magliana?

Siamo sicuramente stati più fedeli al romanzo che non alla cronaca nera della Banda della Magliana. In questa seconda stagione, poi, abbiamo tradito il romanzo in più passaggi rispetto alla prima stagione. Questo per avere comunque un prodotto a sé stante, con una vita propria, anche un po’ imprevedibile, che non fosse una semplice trasposizione ma una nuova incarnazione del romanzo di De Cataldo.

Visto che parliamo di prodotti Sky, immagino abbiate avuto modo di vedere Boris. Che cosa vi è parso della “macchiettizzazione” del ruolo degli sceneggiatori? O in qualche caso c’è un fondamento di verità?

Diremmo che è tutto vero al 100% e che non c’è nulla di macchiettistico. A volte anche noi, in alcune situazioni particolarmente disperate, abbiamo spinto il mitico “F11-basito”!

Torniamo a Romanzo Criminale. C’è qualcuno del cast che vi ha favorevolmente impressionato? E qualcuno che invece non vi ha convinto?

Tutto il cast è formidabile, senza eccezioni. Se c’è un solo attore su cui vorremmo spendere qualche parola in più, però, è Andrea Sartoretti (il Bufalo). Non ce ne vogliano Vinicio o Francesco o Alessandro o Marco che sono eccezionali e stanno avendo tutta l’attenzione che meritano, ma l’interpretazione di Andrea in questa seconda stagione è formidabile. Il Bufalo è un personaggio stupendo da scrivere e Andrea ne è l’incarnazione perfetta.

Della vostra “squadra” fa parte anche Daniele Cesarano, col quale avete collaborato spesso in passato. E’ un punto di forza lavorare con persone che si conoscono così bene?

Sì con Daniele lavoriamo da dieci anni e ormai siamo un trio affiatato. Ci basta uno sguardo per capirci. Ormai siamo in grande sintonia e quando non lo siamo e litighiamo (capita capita…) poi la cosa si ricompone portando sempre un passo in avanti il lavoro. Siamo un team complementare, dove il talento di uno completa quello dell’altro. Insomma, Daniele è un pezzo fondamentale del nostro lavoro.
A dirla tutta, comunque, in realtà siamo un quartetto, perché del team di scrittura fa parte anche il mai troppo lodato Paolo Marchesini. Con lui abbiamo scritto quasi tutte le nostre serie.
Quindi sì, lavorare in un team rodato è un grande, grandissimo, vantaggio. Anche perché ci si sente sempre a casa.

Non può mancare una domanda sui vostri progetti per il futuro. State già lavorando a qualcosa di nuovo? Potete svelarci qualcosa in anteprima?

Abbiamo co-scritto l’interessante “Mozzarella Stories” il film di esordio di un regista veramente molto talentuoso, Edoardo De Angelis, prodotto da Bavaria Italia e che ora è al montaggio. Poi, sempre per il cinema, stiamo scrivendo con Daniele l’adattamento del libro A.C.A.B. All Cops Are Bastards di Carlo Bonini, per la regia di Sollima e la produzione Cattleya.
In televisione invece siamo tornati a lavorare con Pietro Valsecchi. Dopo aver scritto i primi due episodi della nuova stagione di RIS Roma, ora stiamo scrivendo insieme a Daniele e Claudio Fava una miniserie ispirata alle gesta del Clan dei Casalesi e stiamo sviluppando anche qualche nuovo progetto per ora top secret. Valsecchi è stato il primo che ci ha dato fiducia ed è anche il miglior produttore di tv che c’è in Italia, quindi tornare a lavorare con lui è stato un vero piacere.