Bruno Vespa e i pro vita all’arrembaggio in tv
Come noto, Fazio e Saviano hanno detto no alla replica dei pro-life a Vieni via con me. E allora, ecco che gli stessi pro-life proliferano nei programmi televisivi.Bruno Vespa annuncia una puntata speciale dedicata al tema: Racconteremo le storie di persone in stato vegetativo, non ci sarà alcun commento di politici o esperti, daremo voce
Come noto, Fazio e Saviano hanno detto no alla replica dei pro-life a Vieni via con me. E allora, ecco che gli stessi pro-life proliferano nei programmi televisivi.
Bruno Vespa annuncia una puntata speciale dedicata al tema:
Racconteremo le storie di persone in stato vegetativo, non ci sarà alcun commento di politici o esperti, daremo voce a chi non l’ha avuta in altre trasmissioni.
Intanto, ieri il Tg1 delle 20 ha ospitato i movimenti per la vita, oggi il direttore di Avvenire Marco Tarquinio sarà ospite di Massimo Giletti all’Arena su RaiUno.
Del resto, ieri era arrivato anche l’appello del Papa:
Esorto i protagonisti della politica e della comunicazione a fare quanto possibile per promuovere una cultura rispettosa della vita.
Il che mi trova d’accordo. Una cultura rispettosa della vita, della donna, della dignità delle persone, di chi non arriva a fine mese, dei morti sul lavoro, dei morti in guerra – qualunque sia la loro nazionalità -, dei migranti, della politica (nel senso più etico del termine, che deriva, forse va ricordato, da polis), di chi vuole scegliere per sé e per la propria, di vita, e via dicendo.
Che sembreranno anche banalità, ma vanno, evidentemente, ripetute ai quattro venti.
Perché lascia veramente di stucco constatare come, nel 2010, il racconto della storia di Piergiorgio e Mina Welby, fatto in una trasmissione di successo in maniera decisamente non eversiva, sia destinato ad avere un simile impatto culturale.
Al punto che, come se fosse stato trasmesso un vero e proprio inno all’omicidio – mentre, per chi ha visto la scorsa puntata di Vieni via con me, era assolutamente evidente che fosse un inno alla vita, molto più forte di quelli che benpensano -, ora bisogna affrettarsi a destra e a manca a dar voce a un “contraddittorio” presunto.