Lucarelli Racconta – Da stasera tornano le inchieste di Carlo Lucarelli su Rai3
Lodi, lodi, lodi a Carlo Lucarelli, uno dei più coinvolgenti “narratori” della nostra tv. Dopo dieci edizioni di Blu Notte- Misteri italiani, Lucarelli tornerà su Rai3 a partire da questa sera alle 21.05 circa con il nuovo programma, Lucarelli Racconta (o Lucarelliracconta), scritto con Giuliana Catamo, Paola De Martiis e Alessandro Patrignanelli, che ne firma
Lodi, lodi, lodi a Carlo Lucarelli, uno dei più coinvolgenti “narratori” della nostra tv. Dopo dieci edizioni di Blu Notte- Misteri italiani, Lucarelli tornerà su Rai3 a partire da questa sera alle 21.05 circa con il nuovo programma, Lucarelli Racconta (o Lucarelliracconta), scritto con Giuliana Catamo, Paola De Martiis e Alessandro Patrignanelli, che ne firma anche la regia. Lo scrittore e conduttore porta di nuovo in tv quello che sa fare meglio, ossia raccontare, indagare. E lo fa ancora una volta cercando di ricostruire alcune delle più controverse vicende della società italiana.
Saranno al centro del programma cinque nuovi casi della nostra storia recente: La mala del Brenta, La quarta mafia, La morte sul lavoro, Nelle mani dello Stato e La trattativa, per raccontare fatti che troppo spesso rimangono nascosti o vengono archiviati, dove la storia del crimine inevitabilmente si intreccia alla storia di chi al crimine si contrappone o di chi fatalmente ne rimane vittima. Ogni puntata avrà un prologo e un epilogo con un’intervista di Carlo Lucarelli a un personaggio che introduce e chiude il tema trattato nella puntata.
La puntata dedicata alla trattativa tra lo Stato e la mafia avrà protagonista lo scrittore Andrea Camilleri, che accompagnerà il telespettatore nelle pieghe di una storia di misteri, di stragi sanguinose, di apparati dei servizi segreti deviati. Una storia a cui si aggiungono sempre nuovi elementi, una sorta di mosaico che, giorno dopo giorno, sembrerebbe apparire più definito. Perché soprattutto questa è la storia di un’ipotesi, l’ipotesi di un filo che ha legato e lega Cosa Nostra non solo all’economia, non solo alla politica, ma a una parte dello Stato.
Un’intervista al giallista Massimo Carlotto illustrerà le vicende di una mafia del Nord, “La mala del Brenta” di Felice Maniero, detto “faccia d’angelo”, che con la sua feroce organizzazione criminale, dal piccolo paese di Campolongo Maggiore, arriva a controllare non solo tutto il Veneto ma anche altre zone d’Italia e traffici illegali internazionali con i Balcani. La parabola di Felice Maniero sembrerebbe quasi incarnare, da un punto di vista criminale, l’espansione fulminea del Nord-Est, uno dei settori geografici più produttivi del nostro Paese.
Si snoda, invece, in Puglia l’inchiesta su “La quarta mafia”, la Sacra Corona Unita. Una mafia autoctona che si ispira alla Camorra e alla ‘Ndrangheta, fatta di estorsioni e di usura, di traffico di stupefacenti, armi e sigarette, di omicidi e di bombe. Ma anche di rituali segreti, di parole arcaiche come formule magiche, immagini sacre bruciate. Forse l’unico esempio in Italia di mafia che è stata sconfitta e sradicata da una terra che, come Don Luigi Ciotti racconta, può essere ‘sfruttata’ in maniera positiva.
Non ha connotazioni territoriali la puntata su “La morte sul lavoro” che si apre con un prologo di Ascanio Celestini sulla difficoltà di narrare un mondo del lavoro sempre più frammentato e convulso. Carlo Lucarelli cercherà di indagare le ragioni profonde degli incidenti, i problemi della sicurezza sul lavoro, quanto è stato fatto per difenderla e quanto ancora resta da fare per impedire che il lavoro, fondamento nella nostra Repubblica e della nostra Costituzione, invece di portar vita e possibilità di esprimere il proprio talento, porti così la morte.
La puntata “Nelle mani dello Stato”, introdotta dall’intervista a un cantautore con un forte interesse per i temi sociali come Daniele Silvestri, racconta di luoghi diversi: caserme, questure, carceri, reparti penitenziari degli ospedali, ospedali psichiatrici giudiziari, centri di identificazione ed espulsione, in cui un cittadino finisce nelle mani dello Stato perché arrestato o fermato, detenuto in attesa di giudizio, condannato, o semplicemente bisognoso di cure.