La fenomenologia di Elena Santarelli a Kalispéra
Ho un insopprimibile dubbio che non mi farà digerire le lenticchie questa sera, se non lo condivido insieme a voi sul finire del 2010. Elena Santarelli a Kalispéra è da promuovere o bocciare? Il programma più innegabilmente gayfriendly (ma paradossalmente anche il più familiare) dell’anno ha incoronato una nuova reginetta di bellezza. Statuaria e cotonata
Ho un insopprimibile dubbio che non mi farà digerire le lenticchie questa sera, se non lo condivido insieme a voi sul finire del 2010. Elena Santarelli a Kalispéra è da promuovere o bocciare? Il programma più innegabilmente gayfriendly (ma paradossalmente anche il più familiare) dell’anno ha incoronato una nuova reginetta di bellezza. Statuaria e cotonata come Brigitte Bardot, ma svampita come un’oca giuliva e dalla vocina insopportabile.
La Santarelli è il vero canto del cigno della showgirl televisiva, l’ennesima conferma che sono più credibili le caricature delle tuttofare.
Signorini la prende in giro col tipico checchisterismo allergico alla bonona, ma non si limita a questo: oltre a far notare che non sa cantare né ballare, ne fa la parodia vivente dell’ipocrisia dell’intero showbiz. Ad esempio, l’altra sera ha provato a intervistarla, ma ci ha rinunciato subito rinfacciandole le frasi fatte da neomamma vip che concilia lavoro e vita privata.
Insomma, la Santarelli fa dell’essere il nulla, e del rivendicarlo con antipatia, la sua ragione di vita catodica, operazione che in tv non riusciva dai tempi di Ambra o di Antonella Elia. Elena è una spalla perfetta, per un prof dell’indispensabile superfluo come Alfonso: incarna tutto ciò che detesta in cattedra, ma lo attrae in copertina.
Peraltro, dopo l’esperienza da naufraga all’Isola dei Famosi e la sfida lanciatale da Mtv come vj, la Santarelli sembrava televisivamente “bollita”, al massimo confinata nel gossip sulla maternità e il marito calciatore Corradi. Ora il pubblico si sintonizza ogni mercoledì su Canale 5 perché non può fare a meno (anche) del suo stacchetto iniziale con Signorini, della sua urticante strafottenza, della sua bellezza inacidita. La ragazza di Latina è stata elevata, a detta di chi scrive, a paradigma di un arrivismo che, anziché trincerarsi dietro il manierismo di Verissimo, esce allo scoperto e si autodenuncia.
La Santarelli è la brutale testimonianza di come stanno le cose e il ruolo che interpretava nel film Commediasexi, ormai, le calza a pieno anche nella nuova vita televisiva. Tutto il resto sono gag sapientemente costruite, dal divino bagno in vasca tra mille bolle di sapone e il finto playback che piace tanto a Irene Ghergo ex Non è la Rai (ma anche Sfondrini ci ha messo del suo, scegliendo Giulia Ottonello dall’altra parte in chiave Myfairlady).
Insomma, il fatto che la Santarelli si sia ritagliata un qualche ruolo (di sicuro più pregnante della coppia Parpiglia-Ribas) dimostra che tanta scrittura può sopperire alle lacune artistiche e fare di una bellona qualunque un personaggio con una sua – repellentemente seduttiva – identità. La Santarelli è un ossimoro, quindi è moderna. E’ una bella che balla, anche se in realtà non lo sa fare.