TV E UNITA’ D’ITALIA (6)- Giuseppe Garibaldi risponde a tribuna politica…
Cronache dei giorni dopo l’Epifania. L’informazione ha dato notizia della Festa del Tricolore, e di altre manifestazioni, al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia, alla presenza del presidente Napolitano che con calore ha parlato in apertura del 2011, l’anno dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Ne sono seguiti commenti in genere molto positivi, con un corredo
Cronache dei giorni dopo l’Epifania. L’informazione ha dato notizia della Festa del Tricolore, e di altre manifestazioni, al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia, alla presenza del presidente Napolitano che con calore ha parlato in apertura del 2011, l’anno dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Ne sono seguiti commenti in genere molto positivi, con un corredo di inevitabili polemiche. Cose prevedibili. Ma potrebbe accadere come colpo di scena che le riserve della Lega e dei leghisti riuscissero a riaccendere se non una passione sul tema dell’Unità almeno un’attenzione e una reazione stimolata appunto dai contrasti, e del vuoto preoccupante di un possibile federalismo senza radici nazionali.
Avevo promesso qui di fare un riferimento, in questo clima, a Giuseppe Garibaldi. Nelle mie ricerche negli archivi della Rai ho trovato qualcosa di dimenticato e quindi di perfettamente sconosciuto: una tribuna politica, che dura un’ora, alla quale partecipò l’Eroe dei Due Mondi. Quando, come, dove, perchè? Lo dirò più avanti.
Garibaldi si presenta davanti alle telecamere e ai giornalisti in perfetta forma dopo una breve “vacanza” a Caprera, l’isola in cui si è ritirato dopo la spedizione dei Mille e la proclamazione dell’Unità del 1861 al Parlamento di Torino. Le domande fioccano. Toccano vari temi. Ad esempio il suo possibile ritiro dalla scena politica dopo gloria e anche delusioni. Il generale risponde che un albero si deve giudicare dai frutti e naturalmente sostiene con forza che i frutti dovranno essere una Unità capace di corrispondere agli ideali della Patria e della nuova Nazione che sta nascendo, e soprattutto alla domanda di giustizia sociale che pervade le zone più arretrate e bisognose del Paese.
La realtà che sta a cuore a Garibaldi è quella del Sud. Parla della delusione che ha provato dopo aver constatato l’inefficacia dell’azione della politica della nuova Italia in quella parte del Paese, lo stato deplorevole in cui sono abbandonate le popolazioni, la incapacità che aggrava le situazioni già esistenti. A questi gravi problemi contrappone il suo personale sdegno per i ritardi,l’insensibilità, gli abusi con i quali sono stati, e sono, affrontati i problemi, spesso causati dai nuovi poteri.
Non ho spazio qui per raccontare quel che il generale dice nella tribuna politica. Tocca questioni sociali ma anche personali, parla di Anita e dei suoi rapporti con le donne, del suo impegno e del destino di patriota nella stessa Italia dove il re Carlo Alberto lo condannò a morte, condanna a cui sfuggì partendo per l’America del Sud dove fu a capo di uomini contro i potenti che volevano dominarli, cancellarli.
Chi vuole saperne di più cerchi di vedere “Concerto Italiano”, il film da me realizzato in cui sono inseriti diversi brani della tribuna politica. che comincia circolare (il 26 gennaio all’università di Catania, il 4 febbraio al Chiostro di San Nicolò a Spoleto) e poi, si spera, andrà in onda sul piccolo schermo.
Vorrei terminare questo assaggio ricordando il finale della tribuna in cui Garibaldi attacca i prepotenti e i ladri che vogliono tuffare nella sfiducia gli italiani, i quali hanno bisogno di essere rigenerati, migliorati: “abbi fede Italia”, dice severo, possente, convinto il generale. Solo parole? solo chiacchiere? solo finzione ? Ieri? Oggi? Domani? Risponde “Concerto Italiano”.
NB. La tribuna politica fu realizzata e trasmessa nel 1982, a cento anni dalla morte dell’Eroe. Ieri? Oggi? Domani?
Garibaldi era interpretato da Arnoldo Foà con cappello, poncho, barba. Fantastico. I suoi interventi sono presi pari pari dai suoi scritti, dalle sue lettere.
Italo Moscati