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Sanremo, Giletti a L’Arena sospetta censura antiLega sul pezzo di Tricarico

Ancora polemiche sulle canzoni che ascolteremo al prossimo Sanremo 2011. Un sospetto di censura su uno dei pezzi in gara è stato espresso ieri da Massimo Giletti a l’Arena, circa il brano di Tricarico “Tre colori”. La cosa non è stata molto apprezzata e ne riferisce oggi Il Mattino con ampia smentita sull’edizione di Caserta.

di marina
pubblicato 17 Gennaio 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 09:28


Ancora polemiche sulle canzoni che ascolteremo al prossimo Sanremo 2011. Un sospetto di censura su uno dei pezzi in gara è stato espresso ieri da Massimo Giletti a l’Arena, circa il brano di Tricarico “Tre colori”. La cosa non è stata molto apprezzata e ne riferisce oggi Il Mattino con ampia smentita sull’edizione di Caserta.

La premessa: ieri, durante lo spazio l’Arena di Domenica In su RaiUno, Massimo Giletti aveva sollevato una serie di dubbi e sospetti di censura sul brano “Tre colori” scritto da Fausto Mesolella per Tricarico. La polemica è stata sostenuta anche da Leonardo Boriani direttore de La Padania e Klaus Davi.

Mesolella è casertano nonché componente storico degli Avion Travel (ecco giustificata l’apertura all’edizione locale de Il Mattino) e risponde dalle pagine del quotidiano a questa che considera una ingiustificata accusa:

Scrivo canzoni da trent’anni e non mi era mai accaduta una cosa del genere. Io scrivo canzoni a favore e non contro. Il mio mestiere è scrivere canzoni non fare politica.


Il brano nasce come filastrocca e all’inizio doveva essere destinata a un concorso diverso: lo Zecchino d’Oro. Narra infatti la storia di un papà che gioca con i soldatini assieme al figlio. Ci sono i soldatini rossi, i soldatini bianchi e i soldatini verdi e alla fine non fanno più la guerra ma si riuniscono. Insomma, un messaggio sull’Unità d’Italia. La canzone di Mesolella cambia destinazione e titolo e da che era stata battezzata “La Nebbia” diventa “Tre colori” e arriva a Sanremo cantata da Tricarico.

Tanto è bastato a Giletti per insinuare il sospetto di censura nato dal fatto che oltre al titolo c’è stata anche una limatina (ammessa dall’autore) al testo che in origine aveva una strofa che riferiva: “quelli nella nebbia hanno la bandiera verde” a cui sono state aggiunte le frasi: “quelli nel confine hanno la bandiera rossa, quelli sul monte hanno la bandiera bianca”.

Mesolella spiega che il ritocco è vero c’è stato, ma non per censura:

E’ tutto molto più semplice, come semplice è la canzone stessa che ho scritto, non c’è alcuna dietrologia né polemica politica. Prendiamola così com’è: una canzone, un inno d’amore all’Italia, esattamente come si fa quando si incita la Nazionale di calcio durante i mondiali.

Neanche la smentita di Tricarico, mandata in onda è servita a calmare Giletti. Ha detto Francesco Tricarico:

Il verde è uno dei colori della bandiera italiana: noi abbiamo anche il bianco e rosso. Meglio tre colori di uno