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Aspettando Ruby a Kalispera

Aggiornamento: Le dichiarazioni di Rubi a Kalispera. “Violentata a 9 anni. E ho raccontato cavolate”. Non c’è alcun dubbio: c’è attesa per la puntata di Kalispera, in cui sarà ospite, per il faccia a faccia con Alfonso Signorini, Ruby, la ragazza al centro del cosiddetto Rubygate che coinvolge il premier Silvio Berlusconi. E’ lecito attendersi

pubblicato 19 Gennaio 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 09:23


    Aggiornamento: Le dichiarazioni di Rubi a Kalispera. “Violentata a 9 anni. E ho raccontato cavolate”.

Non c’è alcun dubbio: c’è attesa per la puntata di Kalispera, in cui sarà ospite, per il faccia a faccia con Alfonso Signorini, Ruby, la ragazza al centro del cosiddetto Rubygate che coinvolge il premier Silvio Berlusconi. E’ lecito attendersi che alcune anticipazioni trapeleranno in giornata, quando arriveranno le prime indiscrezioni dala registrazione della puntata, a meno che non si voglia mantenere il riserbo e la segretezza fino al momento della messa in onda.

Quel che mi preme sottolineare, però, è che si legge in giro che questa sera verrà proposta la verità di Ruby. Ecco. La verità. L’uso delle parole è fondamentale, quando si parla di questioni che hanno a che vedere con la giustizia e la politica, e la tv ha riscritto il linguaggio. La verità, categoria filosofica, etica, morale, giudiziaria, politica, categoria del quotidiano, categoria a cui tendere. Categoria inesistente.

Non c’è da attendersi verità, da Ruby in un programma che tutto sommato è un talk di intrattenimento televisivo. Non c’è da attendersi verità tout court dalla televisione, questo lo dovrebbe sapere anche un bambino: ci ripetiamo ogni giorno che lo sappiamo tutti, che non c’è più bisogno di dirlo, che è come scoprire l’acqua calda. Be’, la scoperta dell’acqua calda è stata una scoperta importante, e a furia di non ripetercelo rischiamo di dimenticarlo.

E fa sorridere, amaramente, che chi parla di processi mediatici, criticandoli duramente, veda poi ospitata, nell’azienda di famiglia, la protagonista di quella che – la si metta come si vuole – è e resta un’inchiesta giudiziaria. Dopo tutta una serie di altri episodi, ovviamente (Porta a Porta, Matrix, Studio Aperto, il Tg4, lo stesso Kalispera, ma prima che scoppiasse l’ennesimo scandalo, Mattino Cinque). E non è un caso, che l’intervista con Ruby venga piazzata in un contenitore dove ci saranno anche Rocco Siffredi, Teo Teocoli, Silvana Pampanini, Pamela Prati e Giulie Nicole Magro: così, passa tutto per spettacolo, show, intrattenimento leggero. Ci dobbiamo divertire, caspita! E quando arriva qualcosa che non ci diverte per nulla, allora si grida allo scandalo.

Lo scandalo è che i processi, ormai si celebrano in televisione.
Già. O sui giornali. Quando fa comodo è un bene. Quando non fa comodo è una vergogna.
Se solo si riuscisse a verificare la coerenza di chi grida agli scandali. Eppure sarebbe semplice, visto che anche le strategie difensive, invece di occupare aule di tribunale, si delineano in televisione, evidentemente. E si propongono in contenitori che poco o nulla hanno a che fare con il concetto di giustizia, con le procure, con la magistratura: sono questioni serie, ne dovrebbe parlare gente competente. Invece è show.

Ora, chi può mettere in campo il maggior numero di ospiti? Chi può confezionare il maggior numero di servizi pro o contro una certa tesi? Chi può disporre senza troppo sforzo di una programmazione televisiva che costruisca in qualche modo una patina di presunta imparzialità per sostenere il proprio punto di vista?

La risposta è una sola. E ragionare in questi termini su questo tema, non è fazioso. E’ semplicemente un sano bagno di realismo, di cui avremmo tutti bisogno.
Un realismo che ci porta a dire che non è possibile che i telespettatori debbano ascoltare questioni che riguardano atti giudiziari per “farsi un’idea”. Non dovrebbe accadere in un Paese normale che ci si facciano “idee” su questioni così serie. Ci dovrebbero essere i fatti, prima delle “idee”.

Il problema, probabilmente, è che la televisione ha reso l’Italia una Repubblica fondata sul Televoto e sul Sondaggio-D’-Opinione.
Questo è, questo ci teniamo. Aspettando Kalispera, senza aspettarci verità ma fiction.
La verità cerchiamola altrove.