Simone Rugiati a TvBlog: “In tv, cucina e amore pochi ingredienti ma buoni”
Simone Rugiati è in onda su La7d tutti i giorni (lun.ven. 10,35 e 17,40) con Cuochi e fiamme, game show dedicato alla cucina, alle ricette e alla cultura del buon mangiare (qui la pagina su Fb e dopo il salto un estratto della puntata di ieri). Lo intervisto con l’idea di capire un po’ di
Simone Rugiati è in onda su La7d tutti i giorni (lun.ven. 10,35 e 17,40) con Cuochi e fiamme, game show dedicato alla cucina, alle ricette e alla cultura del buon mangiare (qui la pagina su Fb e dopo il salto un estratto della puntata di ieri). Lo intervisto con l’idea di capire un po’ di più di questo ragazzo che tra le cucine della tv italiana cerca di intrattenere, divertire, informare e anche far riflettere. L’appuntamento è al telefono durante la pausa pranzo e raggiungo Simone mentre ha terminato il suo pranzo alla mensa aziendale (qui le impressioni date a Gustoblog).
D.: Ciao Simone, un cuoco in coda alla mensa aziendale, pensa che notizia! Cos’hai scelto?
R.: Il rancio dici? Un tristissimo minestrone con il riso e del tacchino alla cacciatora.
D.: Quindi pasto completo! Ero convinta che dividessi proteine da carboidrati o che mangiassi un panino…poi non ti immaginavo alla mensa…
R.: Anche i cuochi mangiano e a me piace mangiare. Adoro il sushi. Purtroppo sono spesso in viaggio quindi mangio in aeroporti e stazioni.
D.: Dove si mangia peggio?
R.: In aereo. Però offrirei una bella consulenza a Trenitalia. E’ bello mangiare mentre si viaggia in treno. Magari se preparassero dei pasti migliori!
D.: Proprio oggi (ieri per chi legge NdR) leggevo su La Stampa che mai come quest’anno i palinsesti tv hanno fatto il pieno di trasmissioni condotte da cuochi e dedicate alle ricette e alla cucina.
R.: E’ vero. Non è un male. Ma bisogna distinguere tra trasmissioni ben fatte e trasmissioni che non lo sono. Se c’è mancanza di informazione, se vanno di fretta, se buttano un po lì le ricette, insegnano a cucinare male. I tempi televisivi non sono i tempi della cucina.
D.: Un nome a caso: ti riferisci al programma di Benedetta Parodi?
R.: (scoppia in un fragorosa e contagiosa risata). Ma lei è bravissima e ha venduto milioni di copie con il suo libro: tanto di cappello! E’ vero che questo suo modo così rapido di fornire le ricette crea un programma perfetto dal punto di vista dei tempi televisivi. Però poi le ricette dovrebbero essere replicate a casa e chi le va a sperimentare potrebbe non essere altrettanto veloce o avere delle difficoltà, manca un po’ di tecnica. Infine, se faccio una pasta con i gamberi e carciofi penso sia meglio usare i gamberi freschi piuttosto che quelli surgelati. E’ vero che spesso in casa si cucina così, ma meglio passare anche un po’ di informazione.
D.: Un altro nome a caso: Antonella Clerici.
R.: Ho iniziato con lei. Poi ho preso la mia strada. Ma ho lasciato le porte aperte.
D.: Come ti stai trovando in Cuochi eFiamme?
R.: Non sono più colui che cucina ma mi muovo in studio come conduttore. I partecipanti li conosco al momento di registrare. All’inizio mi mancavano il mio banchetto e i miei coltelli. Grazie allo staff e al gruppo di autori abbiamo aggiunto un po’ di oggetti e ecco che ho riacquistato la mia padronanza. Poi mi trovo benissimo con gli altri protagonisti, ossia Fiammetta Fadda, Chiara Maci e Riccardo Rossi.
D.: E così sei passato alla conduzione vera e propria.
R.: E mi piace. Mi piace anche cucinare ma anche questa esperienza è molto piacevole. Non è più facile però.
D.: Il fatto che sei registrato non ti toglie la tua proverbiale spontaneità?
R.: L’impatto è quello della diretta. A me piace anche far vedere cosa accade dietro le quinte, gli operatori, spiegare i motivi di un errore, di un passaggio. Ecco non mostro in trasmissione solo la perfezione.
D.: Però tu in una cucina di ristorante sarai diverso, hai la tua brigata di cuochi, le comande.
R.: Certo l’organizzazione è completamente diversa. In trasmissione spiego come cucinare bene, con tecnica, un piatto. Faccio lo showcooking
D.:Mentre con le ragazze? Tu hai fama di conquistatore.
R.: Faccio il cuccoshow (ride).
D.:Ossia?
R.: Cucino per loro che si dicono affascinate dalla mia naturalezza e dimestichezza in cucina. Poi ho un decalogo di conquista in cucina: bisogna andare lentamente, gustare un bicchiere di vino, pochi ingredienti ma buoni, insomma.
D.: Per conquistare te?
R.: Piatti semplici
D.: Aglio, olio e peperoncino?
R: M’innamoro!
D.: Dai, allora, ho avvisato il pubblico femminile: in bocca al cuoco
R.: Giusto! Perché il lupo sono io!