Pomeriggio Cinque – Barbara d’Urso aperta a critiche e lettere negative sul caso Nuti
Pomeriggio Cinque è diventato per un giorno Tv Talk, con la differenza che per la prima volta una conduttrice si infligge l’Uno contro tutti, autocritica sul flop serale compresa, in un suo programma del pomeriggio. Il blocco metatelevisivo appena conclusosi ha visto la bistrattatissima d’Urso rispondere a tutto campo alle critiche rivoltele su tutti i
Pomeriggio Cinque è diventato per un giorno Tv Talk, con la differenza che per la prima volta una conduttrice si infligge l’Uno contro tutti, autocritica sul flop serale compresa, in un suo programma del pomeriggio. Il blocco metatelevisivo appena conclusosi ha visto la bistrattatissima d’Urso rispondere a tutto campo alle critiche rivoltele su tutti i giornali (oggi è anche sul Corriere con un’intervista di Renato Franco). Ha così invitato in studio esponenti delle posizioni più feroci in merito al caso Francesco Nuti di Stasera che sera.
In più, carabarbara@mediaset.it è diventato uno strumento per attestare anche le mail di dissenso rivolte alla conduttrice, che le ha lette in diretta. Una recitava brutalmente così:
“Cara Barbara, lei ha confini morali e intellettuali molto limitati. Come fa a dire che Nuti vuole tornare in tv? Quando mai? Lei fa sempre pendere la bilancia dalla sua. Con molta poca stima”.
Più tv senza filtro di così si muore? La d’Urso ha voluto rispondere direttamente alle polemiche sul suo conto, dopo aver già alluso qualche giorno fa al caso Welby per stigmatizzare la disparità di trattamento nei suoi confronti (“forse quello era meno cinico?”). Oggi, nel mirino della sua difensiva, la trasmissione I fatti vostri che – pur avendo invitato per prima Nuti e per giunta in fascia protetta – non è stata ugualmente massacrata:
Pomeriggio Cinque sul caso Nuti
“Ho scelto oggi di trattare quest’argomento chiamando in trasmissione anche le persone che mi hanno duramente attaccato sui giornali. La mia redazione ha visto un’intervista a Francesco Nuti andare in onda su Raidue alle 12.30 del giorno. Hanno contattato la famiglia e Francesco è stato molto, ma molto felice di intervenire perché Francesco vuole stare meglio, si è sentito abbandonato, voleva sentire il pubblico e far sapere che ha scritto due sceneggiature e inciso un cd. Questo era un dimostrare che può farcela. Tutto è stato concordato con il suo tutore e i suoi medici. Abbiamo scelto di farlo in un certo modo, per me delicato, ma sono pronta ad ascoltare le critiche. Tutti mi hanno accusato di voler mostrare il dolore per l’Audience. Se avessi voluto inseguire l’audience avrei aperto la trasmissione con l’intervista alle 21.30, il momento di maggior ascolto e che più interessa alle televisioni. Invece ho scelto di farlo dopo le 23.30, lo share in quel caso non interessa tanto. Per il resto, quando un esperimento non va bene scegliamo di farne a meno”.
A questo punto la d’Urso si è fatta ancora duramente criticare, con posizioni condivisibilissime, dal presidente dell’Associazione Spettatori Cattolici Luca Borgomeo, intervenuto in collegamento:
“In genere è difficile che, quando un’associazione fa una critica, trova ascolto. Do atto a Canale 5 di quest’opportunità. L’Aiart ha preso questa posizione sulla base di segnalazioni dei nostri soci su tutto il territorio nazionale. La riflessione riguarda innanzitutto la trasmissione, che Canale 5 ha ritirato senza scuse. Il disagio era determinato dal contesto nel quale quell’intervista si è calata, in mezzo a tante banalità. Anche stasera ci sono state cose un po’ superficiali prima di noi. Al di là del merito del problema, che è di straordinaria valenza umana e sociale, è la collocazione in una trasmissione come questa che crea disagio. Poi, il motivo per cui si chiama un caso del genere, al di là del valore umanitario e della crescita di consapevolezza, può anche essere determinato dalla necessità di fare sensazione, di fare ascolti e quindi di bilanciare l’insuccesso delle prime trasmissioni con questa invenzione. sSi può affrontare il tema con maggior delicatezza, senza indulgere in espressioni e primi piani. Mi ha fatto pena vedere il pianto a dirotto, la durezza delle immagini”.
La d’Urso, dalla sua, si è prima difesa dall’accusa di fare i minestroni in tv, dicendo che “la televisione è questo” e non si può sopravvivere dedicando più blocchi allo stesso argomento. Per il resto ha dato voce a parenti di malati di sla e di persone affette da paralisi, che dalla loro hanno ribadito l’importanza di sensibilizzare il pubblico nei confronti di queste tematiche.
Ma l’intervento più illuminante, in ottica di addetto ai lavori, è stato quello del conduttore di Tv Talk Massimo Bernardini, che ha centrato a pieno il problema:
“Innanzitutto, è insostenibile la musica di sottofondo dei talk. Rappresentare il suono vero sarebbe come entrare in quelle stanze. Se noi potessimo far sentire quell’odore ci metterebbe l’affanno. Voi avevate uno schermo immenso. Io nuti l’ho visto da guardì ed era tutto più piccolo. Da voi questa bocca bloccata è diventata una sorta di mostro, faceva molto più effetto. La televisione è fatta di queste cose”
Dalla sua Liguori di Tgcom ha affermato che, se il programma avesse fatto ascolto, i giornali non si sarebbero mai sognati di delegittimarlo. E infine, ciliegina sulla torta, la difesa d’ufficio di Barbara Palombelli, dopo che qualcuno in studio ha anche additato come “volgare e strumentale la tv del dolore inaugurata da Costanzo, quando ospitava i nani storti”:
“La rissa e alcune esagerazioni fanno parte del dovere di chi fa la televisione, i sapori forti servono. Non c’è però mai da rallegrarsi per la chiusura di un programma, ci sono dietro gruppi di persone che lavorano. I nostri stipendi dipendono dalla pubblicità. Spieghiamo ai pubblicitari che possono abbassare il livello degli ascolti”.
Anche la stessa conduttrice, che non sarebbe voluta tornare sul flop in sé, si è unita alle riflessioni dell’opinionista:
“Io in quest’azienda verrò usata in altre maniera, quindi farò di sicuro altre cose belle, io vado avanti. Il vero dispiacere è per tutte le persone, tante, che purtroppo vanno a casa. Gente che prendeva degli stipendi. solo quello”.
E ancora una volta Barbarella non si nasconde dietro un dito. Il pubblico delle sue trasmissioni non è necessariamente quello che legge i giornali. Eppure lei si è sentita in dovere di confrontarsi con le critiche in diretta tv, in una sua trasmissione. Altro che le case (chiuse… al confronto vero) di Paola.