I Raccomandati disonorano RaiUno: Pupo si spupazza la valletta e deride il Principe
Mai come in questa stagione tv si sta assistendo al canto del cigno di tanti rituali ipocriti: il televoto, la giuria, il trash acchiappascolti, la rissa per risollevarsi dal flop. Anzi, più si inseguono i facili espedienti, più il pubblico disprezza questi programmi andando a caccia di attualità o di intrattenimento più scritto (vedi il
Mai come in questa stagione tv si sta assistendo al canto del cigno di tanti rituali ipocriti: il televoto, la giuria, il trash acchiappascolti, la rissa per risollevarsi dal flop. Anzi, più si inseguono i facili espedienti, più il pubblico disprezza questi programmi andando a caccia di attualità o di intrattenimento più scritto (vedi il trionfo di Paperissima, Corrida e Zelig).
Per questo un successo effimero, come quello de I Raccomandati dello scorso anno, si sta dissolvendo come la più paracula delle bolle di sapone. Uno show genuino, nato con la professionalità indiscussa di Carlo Conti che si faceva perdonare del debito verso la Corrida, è diventato uno spocchioso ricettacolo di odio latente tra i troppi che se lo contendono, praticamente in convivenza coatta.
Alla faccia dell’ostentata co-conduzione, nei titoli di testa Pupo fa vedere chi comanda, nel senso che a condurre è solo lui con più sicumera che mai. E il Principe Emanuele Filiberto continua a stare appollaiato sullo sgabello, collezionando un intervento inutile dopo l’altro. A un certo punto, per coinvolgerlo, il conduttore dice di rivolgersi a “lui che sa ciò che vuole l’Italia”, per illuminare uno sterile dibattito sulla “disaffezione generale verso il pubblico sovrano”. E il valletto che fa? Si complimenta con le scarpe rosse di Malgioglio, ricevendo da Pupo una risposta schifata e umiliante: “Ma che c’entra?”.
A correre in soccorso di tanta pochezza il neo-giurato Diaco, che ammette di aver spettegolato col Principe perché a entrambi ricordavano quelle del pontefice. Diaco è uno di quei polemisti per contratto, ma quantomeno si mantiene coerente con le posizioni già espresse a Uno Mattina Estate, continuando a dare agli aspiranti cantanti di oggi delle solite voci da pianobar. Tra l’altro “la giuria che schiamazza a vanvara” non è mai stato un ingrediente dei Raccomandati, ma sembra che per risollevare un programma, ormai, sia l’ultima spiaggia di tutti.
I Raccomandati – Pupo si spupazza la valletta
Tra le new-entry in gara che hanno fatto fuori Mal, Nina Moric e Manuela Villa (stai a capire chi entra e chi esce e perché), troviamo Luisa Corna e Adriano Pappalardo, relitti di una tv di stato che vive dei soliti personaggi ex di qualcosa.
Ma il telespettatore medio non ne può più, di finto chiacchiericcio sul nulla, di duetti ai limiti del karaoke, persino della Berté nel ruolo inflazionato di variabile impazzita. Stasera l’hanno messa accanto alla Marini (che sta ‘seduta’ nel suo trono da vamp da anni) nella sezione purgatorio, giusto per esasperare quell’atmosfera da Music Farm dei poveri. E’ tutto già visto, già provato, già usurato che ti sembra impossibile possano arrivare alla quarta puntata, specie contro un grande spettacolo come Zelig.
Gira tra l’altro voce che il programma possa persino cambiare titolo, visto che l’attuale congiuntura storica lo rende intollerabile ai più. A parte questo, basterebbe che Pupo – coi tempi che corrono – evitasse di spupazzarsi la valletta tutto il tempo, prendendola in braccio e baciandola dappertutto. Non è decisamente il momento ideale per “valorizzare” tali risorse artistiche.
E il colmo è che la valletta spupazzata in questione non coincide nemmeno con Debora Salvalaggio, a quanto pare troppo “di classe” per portare la busta. Ai Raccomandati si può dire tutto, tranne che la gnocca non abbia una gerarchia valoriale (a costo di andare fuori budget per contemplarle tutte).
Insomma, questo varietà è diventato il disonore di RaiUno, che però non ha altra scelta. Se la tv di stato segasse Raccomandati e Attenti a quei due, varietà inutili e ugualmente fallimentari (seppur il secondo con qualche merito di scrittura in più), dovrebbe rinunciare a Ciak, si canta ancor prima di farlo partire. E non avrebbe intrattenimento sino a maggio, salvo Sanremo, Ballando con le stelle e l’inquietante risposta di Sgarbi a Saviano.
In parole povere, a forza di cucinare le solite minestre, si va incontro all’implosione dell’intero sistema.
I Raccomandati – Pupo si spupazza la valletta