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Maurizio Belpietro contro Giulia Innocenzi: “Siete le veline della sinistra”.

Sono tempi bui. Non si può commentare altrimenti il momento di bassa televisione che si è visto ieri sera a L’ultima parola. Si parla di libertà, di inchiesta sul premier, si parla di corpo delle donne. Ad un certo punto, Belpietro attacca Giulia Innocenzi.Ma cara Innocenzi, ma tu ti sei mai chiesta perché sei stata

pubblicato 12 Febbraio 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 08:47

Sono tempi bui. Non si può commentare altrimenti il momento di bassa televisione che si è visto ieri sera a L’ultima parola. Si parla di libertà, di inchiesta sul premier, si parla di corpo delle donne. Ad un certo punto, Belpietro attacca Giulia Innocenzi.

Ma cara Innocenzi, ma tu ti sei mai chiesta perché sei stata scelta ad Annozero?
Ma tu non facevi la giornalista, non eri nessuno, non conoscevi nessuno. Perché ti hanno pigliato?
[…] Santoro vuole soltanto gente come te, che va lì e fa la sua parte.
[…] Voi siete le veline del giornalismo della sinistra. E fatela finita. Siete esattamente la stessa cosa.

Il sottotesto è fin troppo chiaro e deprimente, e la discussione, per 9 lunghi minuti, non si schioda da questa deriva. La Innocenzi – giustamente, secondo il sottoscritto – bolla le parole di Belpietro come intrise di maschilismo, Luca Telese interviene in sua difesa (e ricorda il passato, politicamente a destra, della Innocenzi stessa), ma la bagarre continua e la cosa incredibile è che il fatto che si disserti sulle parole di Belpietro viene preso a pretesto da Paragone per dire – in una sorta di a parte teatrale, metatestuale, in cui il giornalista-conduttore si rivolge al pubblico mentre in sottofondo l’audio della discussione continua – che evidentemente non ci sono opinioni o elementi probatori sul premier, visto che si parla di tutt’altro. Lo fa proprio rivolgendosi allo spettatore, Paragone. Dandogli del tu. Il che, televisivamente e giornalisticamente, ha davvero del clamoroso.

Il punto, infatti, non è (solo) il maschilismo, né (solo) l’esistenza o meno di una morale o dei neopuritani – come li ha chiamati Giuliano Ferrara, riportando concetti cari a Berlusconi nel suo soliloquio al Tg1.

Il punto è che con le illazioni sulla Innocenzi (“Mi devi spiegare come sei arrivata in Rai”, le ripete Belpietro, insinuando ancora) si distrae la discussione dal punto focale, e questo è perfetto per la strategia di comunicazione mediatica che prevede di parlarsi uno sull’altro, confondere le acque, ripetere ad libitum slogan, attribuirsi l’un l’altro macchine del fango.

Non se ne può più, di vedere una televisione così. Non si può accettare che il pubblico venga trattato in questo modo, con simili mancanze di rispetto – perché di questo e di null’altro si tratta. Non si può accettare che questioni generali degenerino nell’insulto o nell’illazione nei confronti del singolo.

In definitiva, è ancora una volta la rappresentazione che supera la realtà. Ecco come si distrae il paese dai problemi reali. Ecco come si genera, in maniera “dolce”, televisiva, uno stato di shock permanente.