Le Sorelle Fontana sbancano l’Auditel. Luca e Matilde Bernabei a TvBlog: “Dedichiamo questo grande successo a Carlo Bixio che ha scoperto Alessandra Mastronardi”
La seconda parte della fiction Atelier Fontana-Le sorelle della moda prodotta da Lux Vide, dopo il successo di domenica sera, ha letteralmente sbancato l’Auditel nella seconda parte raggiungendo ben 9 milioni di telespettatori il 30% di share. Un risultato straordinario che ormai pochissime fiction ottengono, che abbiamo voluto commentare con i due produttori Luca e
La seconda parte della fiction Atelier Fontana-Le sorelle della moda prodotta da Lux Vide, dopo il successo di domenica sera, ha letteralmente sbancato l’Auditel nella seconda parte raggiungendo ben 9 milioni di telespettatori il 30% di share. Un risultato straordinario che ormai pochissime fiction ottengono, che abbiamo voluto commentare con i due produttori Luca e Matilde Bernabei. Un ottimo risultato di pubblico del film che è stato dedicato a Carlo Bixio, prematuramente scomparso domenica. In questa breve intervista, i produttori di Lux Vide sottolineano quanto questo prodotto curato nei minimi particolari sia stato visto da un vasto pubblico giovane, maschile e femminile, e rivelano di stare pensando ad una fiction sulla famiglia Ferragamo.
Complimenti per questo straordinario successo. Si aspettava un riscontro di pubblico di queste proporzioni che credo non si ricordi da parecchi anni nonostante la frammentazione del digitale e la crescita del satellitare?
“Se possiamo essere onesti no. Speravamo di raccogliere i risultati della prima puntata ma non pensavamo di arrivare a questi numeri. E’ stata una sorpresa assoluta per noi ma credo che la cosa più bella sia stata quella che ci ha mandato un maestro abruzzese…”
Cosa vi ha detto?
“Ci ha mandato un messaggio in cui ci diceva che ‘Questa è l’Italia che ci piace‘. Questa cosa va al di là di qualsiasi soddisfazione per noi che facciamo questo lavoro: riuscire a intrattenere la gente lasciando però un messaggio profondo nel cuore. Un messaggo che può essere riassunto così: ‘Ce la puoi fare, con la fatica e il sudore della fronte, se ti impegni ce la fai’. Questa è l’italia rimasta nel nostro cuore e che è ben presente dentro di noi”.
A maggior ragione, il fatto che nella televisione di oggi funzionino questo tipo di persone come per esempio Micol Fontana, rappresentative di un’epoca che pare lontana ma che lontana non è, direi che fa ben sperare no?
“Assolutamente sì. Siamo stati molto attenti a tutto con il regista Riccardo Milani che è come un tessitore del suo lavoro, quasi un artigiano. Pensi che fino a venerdì notte abbiamo lavorato sul film che sarebbe andato in onda domenica. Un anno e mezzo di lavoro su questo progetto a partire dalla bellissima sceneggiatura di Lucia Zei fino ad arrivare a ciò che il regista ha fatto sul set con gli attori (Alessandra Mastronardi, Anna Valle, Federica De Cola) e con il contorno di Bonaiuto, Cavina e Degli Esposti. Grandissima qualità anche grazie alle musiche di Andrea Guerra, ai due mesi di correzioni colore per dare una luminosità e brillantezza al prodotto rendendolo più moderno e meno patinato. Tutto questo per dire che al pubblico si dà la qualità, la apprezza come un tempo”.
Atelier Fontana – Fotogallery dal set
Sottolineerei il successo di questa fiction soprattutto tra il pubblico più giovane e questo, per un prodotto di RaiUno, non è certo una cosa abituale.
“E’ verissimo, e la cosa che ci ha stupito è che nelle donne fino ai 17 anni abbiamo superato Grande Fratello che è un prodotto molto giovane come target. Così pure nelle donne dai 35 anni in su. Fa ben sperare; non si tratta di fasce di persone che avevano interesse a seguire una storia che parlava solo di passioni e sentimenti ma di lotte, sacrifici che queste donne hanno dovuto affrontare per raggiungere una stabilità professionale e umana. Spesso siamo rimproverati di avere una linea editoriale forte, pensiamo che i giovani in Italia non sognano più. Il messaggio che mi sento di dare è di non perdere mai la speranza. Come queste ragazze si sono consumate le mani con gli aghi ma poi da Traversetolo sono riuscite ad arrivare a Los Angeles, così anche i nostri giovani se si impegnano ce la possono fare. E questo non bisogna mai smettere di dirlo”.
Atelier Fontana è stato un grande successo anche grazie al cast, a cominciare da Alessandra Mastronardi nel ruolo della protagonista Micol. Alessandra con la quale avete già lavorato Sotto il cielo di Roma…
“C’erano dei dubbi all’inizio, pensavano che non ce l’avrebbe fatta. E invece se l’è cavata benissimo. Vorrei sottolineare soprattutto che lei ha recitato in dialetto (non certo la sua cadenza), quasi una nuova lingua da imparare, tanto è vero che ha avuto per tutto il tempo un dialet coach. Alessandra è una grande attrice, sono felice del suo successo perchè abbiamo una stella in più nel firmamento italiano. Ma vorrei dare il giusto merito anche ad Anna Valle che tornava alla fiction dopo alcuni anni e ha accettato con gioia questo progetto nel quale ha creduto con grandissima umiltà nonostante non fosse la protagonista assoluta. E infine anche Federica De Cola, giovane ma brava e determinata. Tutte persone che hanno alle spalle vite di fatica, come le nostre sorelle”.
Dopo Coco Chanel e le Fontana avete in mente di proseguire sul filone di raccontare storie di grandi stilisti?
“Un po’ c’è questa tentazione. Ci sono delle idee… C’è un’altra grande famiglia italiana, la famiglia Ferragamo, la cui storia è altrettanto interessante. Anche loro sono partiti da Firenze e arrivati in America. Ci stiamo pensando”.
Come mai avete scelto le sorelle Fontana per questa fiction? Cosa vi ha colpito di Micol Fontana?
“Innanzitutto perchè questa non è una fiction, è una storia vera. Qualcuno ha scritto che è una favola, ma se si legge sul dizionario favola equivale a racconto e noi abbiamo raccontato, ma non inventano nulla. Micol è partita, si è sposata con l’uomo sbagliato, ha avuto una bambina, lui l’ha lasciata e poi questa figlia è morta. Aveva deciso di smettere di lavorare poi tutte le amiche del settore, grandi attrici, l’hanno convinta a continuare a lavorare, ha ricominciato, ha avuto un grande successo e un uomo che finalmente l’ha amata veramente. Questa non è una storia finta, è pura realtà. E la cosa che mi fa più piacere è che questa fiction sia stata seguita anche dai giovani uomini agli anziani, dai 35 in su, non solo un pubblico femminile. E ci tengo a ringraziare il lavoro effettuato da Tinni Andreatta, produttore di RaiUno, che è intervenuta spesso sulla sceneggiatura perchè perfettamente a conoscenza del proprio pubblico. Questo credo sia un ulteriore merito del successo di questo prodotto”.
Per concludere, vorrei che ricordaste un grande produttore scomparso come Carlo Bixio.
“In questi ultimi mesi sono venuti a mancare Adriano Ariè, Francesco Scardamaglia e appunto Carlo Bixio. Gli dedico il film perchè è colui che ha scoperto Alessandra Mastronardi. Carlo era il collega che noi stimavamo di più, perchè oltre ad essere un grande professionista era una persona con un tratto umano incredibile. Nessuno di noi potrà mai scordare il suo sorriso: sapeva interessarti parlando della sua ficion, piuttosto che di vela piuttosto che di cucina. Era un curioso della vita, amava il suo lavoro, aveva un entusiasmo e una passione incredibile e con lui stavamo lavorando ad una moratoria mantenere la produzione di prodotti locali in Italia. E’ stato un grande, insostituibile. Lui non era un nostro concorrente, eravamo contenti dei suoi successi perchè se li meritava per la passione che metteva in questo lavoro. Oggi noi non festeggiamo e non lo faremo fino al suo funerale perchè per noi questi sono giorni di lutto. Sono molto triste per la sua scomparsa. Carlo è un altro italiano da ricordare”.
mb