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Mario Orfeo lascia il Tg2, per lui la direzione de Il Messaggero

Mario Orfeo lascia la direzione del Tg2. L’ex direttore de Il Mattino di Napoli, alla guida del telegiornale della seconda rete Rai dal 23 luglio 2009 incontrerà il Dg Mauro Masi per formalizzare le sue dimissioni. Ora lo attende il ritorno alla direzione di un quotidiano del gruppo Caltagirone, Il Messaggero di Roma. Per la

pubblicato 21 Marzo 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 07:49


Mario Orfeo lascia la direzione del Tg2. L’ex direttore de Il Mattino di Napoli, alla guida del telegiornale della seconda rete Rai dal 23 luglio 2009 incontrerà il Dg Mauro Masi per formalizzare le sue dimissioni. Ora lo attende il ritorno alla direzione di un quotidiano del gruppo Caltagirone, Il Messaggero di Roma. Per la sua poltrona si fanno tre nomi il vicedirettore della testata Gennaro Sangiuliano, il direttore di RadioRai Antonio Preziosi e il vicedirettore del Tg1 Susanna Petruni.

Orfeo si era segnalato nelle ultime settimane per alcune dichiarazioni che suonavano come il classico smarcamento dalla linea governativa sulla Rai, particolarmente dura la sua posizione sul celeberrimo atto d’indirizzo proposto dal senatore Butti alla commissione di Vigilanza: “Un provvedimento molto preoccupante. Impedirà di fatto di fare del giornalismo a molti di noi, a molte trasmissioni. Mi auguro non solo che sia corretto ma anzi ritirato“.

Nella sua intervista a Spotlight per il sito del Corriere della Sera aveva ritagliato per il suo telegiornale il ruolo di “Tg di tutti, dei cittadini, dei telespettatori, soprattutto di quelli che pagano il canone” definendo filogovernativo il Tg1 e “di sinistra” il Tg3. Il suo apprezzamento personale era andato anche a Michele Santoro, pur insistendo su un’idea cara alla destra, quella secondo la quale la Rai sarebbe sbilanciata verso sinistra:

Vespa è bravo. Ma ammiro molto Santoro. Ha le capacità professionali per tenere attaccato il pubblico al video. Poi ha i suoi eccessi come l’intervista a Beppe Grillo nell’ultima puntata che era una cosa inguardabile. Piccoli e grandi errori in una carriera professionale molto ricca. La verità è che nella Rai la sinistra pesa di più. Più che un problema della sinistra è un problema della destra che riesce a contare poco con i suoi dirigenti e i suoi giornalisti. C’è evidentemente una capacità della sinistra a governare meglio certi processi televisivi.