Alfonso Signorini contro Ambra: una guerra tra tv, gossip e politica
Ambra all’Arena di Verona con Renga, Iolanda e Leonardo Il megadirettore sfida l’ex lolita. Col paradosso per cui è il gossip a rivendicare la libertà di stampa, mentre un’inaspettata paladina di Anno Zero, il programma dello sputtanamento per eccellenza, grida al rispetto della privacy. Si potrebbe sintetizzare così l’agone mediatico che vede contrapposte due filosofie
Ambra all’Arena di Verona con Renga, Iolanda e Leonardo
Il megadirettore sfida l’ex lolita. Col paradosso per cui è il gossip a rivendicare la libertà di stampa, mentre un’inaspettata paladina di Anno Zero, il programma dello sputtanamento per eccellenza, grida al rispetto della privacy. Si potrebbe sintetizzare così l’agone mediatico che vede contrapposte due filosofie di pensiero: da una parte l’ostentato benessere di Kalispéra, dall’altra l’insopprimibile frustrazione post Non è la Rai, di chi ha cavalcato ingenuamente un sistema per poi esserne perseguitata a vita.
Tutto è nato da una copertina di Chi: Alfonso Signorini ha sbattuto il presunto tradimento di Ambra (beccata in intimità con il collega attore, nonché figlio dell’omonimo regista, Bellocchio) ai danni di Renga. Il cantante ci è passato sopra parlando di sciacallaggio giornalistico, la Angiolini l’ha più o meno sconfessato, ammettendo di aver attraversato un periodo difficile di cui non vuole rendere conto al pubblico.
Secondo un’interpretazione – non del tutto inverosimile – de Il Fatto Quotidiano, su Chi avremmo assistito a una vera e propria ripicca politica. In altre occasioni, infatti, i direttori dei giornali di gossip sono stati benevoli nel proteggere la vita privata dei vip, concordando il taglio di certi scoop prima di sbatterli in edicola. Questa cautela non avrebbe interessato Ambra, alla luce della sua spiccata condotta antiberlusconiana alla corte di Michele Santoro.
A smentire questa tesi, l’editoriale che Signorini – guru Mediaset per eccellenza non fosse altro per i suoi mille impegni su Canale 5 – ha pubblicato su Chi. Secondo l’Alfonsino nazionale il gossip deve fare il suo lavoro indipendentemente dalla politica: non a caso ha precisato che Mondadori ha trattato anche il caso di Antonella Clerici ed Eddy Martens, nonostante lei non sia andata ospite di talk politici militanti. Verebbe qui da obiettare che la Clerici ha una rubrica fissa su Rcs, il marchio editoriale concorrente:
“Mi viene da ridere al pensiero che Ambra Angiolini, considerata fino a qualche anno fa emblema della tv trash formato lolita, possa essere diventata d’un tratto icona della sinistra, semplicemente perché si è presentata in un programma di sinistra a parlare male di Berlusconi. Basta davvero così poco? Un film di Ozpetek e qualche sermone? Mah. Da mesi ormai la residenza privata (e sottolineo ‘privata’) di Silvio Berlusconi è sotto i riflettori di tutta la stampa italiana. Ma allora per quale ragione quel che un’attrice (dunque un personaggio pubblico) fa (e sottolineo “fa”) sul marciapiede del centro di Roma o sugli scogli di Crotone davanti agli occhi di tutti diventa d’un tratto impubblicabile?”Chi” non è National Geographic, né Newsweek, né Famiglia cristiana: con gli amori che nascono e che finiscono (corna comprese) ci campa. Renga se ne faccia una ragione. Risolva piuttosto la questione con la sua compagna: immagino che, di fronte a certe immagini, qualche cosa da dire tra loro ci sia”.
Ambra, dalla sua, accusa Signorini di lesa maestà sulle pagine della concorrenza, ovvero di Vanity Fair:
“Ti trovi sbattuta in copertina, con foto paparazzate e l’insinuazione che hai una storia con un altro. Che non è il tuo compagno e padre dei tuoi figli. Chissenefrega se questa cosa può minare equilibri già delicati. Chissenefrega se può distruggere una famiglia. Chissenefrega se “la storia”, magari, non è mai davvero esistita, o non esiste più. Conosco i meccanismi del mio lavoro. Però ho presente anche la deontologia che dovrebbe avere un giornalista. Se le foto fossero state pubblicate con ironia, l’avrei sopportato. Mi disgusta l’articolo che le accompagna. Lo squallido verbale della mia presunta angoscia per lasciar intendere l’incandescenza di un contenuto che non c’era. Strumentalizzare una paparazzata senza chiederti a chi fai male è mancanza, perlomeno, di stile”.
Ecco, Paolo Bonolis – alla luce della sua amicizia con Francesco Renga (che vinse il suo primo Sanremo rivoluzionario) e la stessa Ambra – dovrebbe quantomeno invitarli entrambi per chiarire definitivamente la questione. Magari con un confronto in prima serata con Signorini. Questo sì che farebbe decollare Il senso della vita.