Maria Luisa Busi: “L’Aquila sembra un cimitero. Le notizie non sono né di destra né di sinistra”
Maria Luisa Busi ha presentato il suo nuovo libro, dal titolo Brutte Notizie – Come l’Italia vera è scomparsa dalla TV. Lo ha fatto all’Aquila, che fu teatro di una situazione davvero paradossale. Giunta nel capoluogo terremotato, la Busi subì una dura contestazione da parte degli aquilani per il modo in cui veniva raccontata la
Maria Luisa Busi ha presentato il suo nuovo libro, dal titolo Brutte Notizie – Come l’Italia vera è scomparsa dalla TV. Lo ha fatto all’Aquila, che fu teatro di una situazione davvero paradossale. Giunta nel capoluogo terremotato, la Busi subì una dura contestazione da parte degli aquilani per il modo in cui veniva raccontata la realtà della città da parte del Tg1 di cui la Busi faceva parte.
Da allora, iniziò la sua ribellione contro Minzolini, che la portò a uscire dal Tg1, poi da RaiUno, infine ad approdare su RaiTre, con la parentesi, per nulla riuscita, di Articolo 3.
A margine della presentazione del libro, che riguarda da vicino il mondo dell’informazione televisiva, la Busi ha rilasciato un’intervista a Aquilatv.it, web tv del capoluogo abruzzese, in cui chiarisce quello che dovrebbe essere il senso del racconto da parte di un giornalista:
Le notizie non sono né di destra né di sinistra.
La Busi sostiene una tesi che dovrebbe essere insegnata come un abc di chi lavora nel mondo dell’informazione. Sostiene cioè che i fatti vanno raccontati. Una verità che nel desolante panorama televisivo italiota sembra uno squarcio di luce in un cielo nero in tempesta, ma che dovrebbe essere, davvero, la base del mestiere. La Busi parla anche della situazione nella quale si trova ora, dopo le sue prese di posizione.
Sono un po’ più sola, ma anche più libera.
Dice ai microfoni, con un sorriso amaro. Sull’Aquila, conferma la sua epifania: racconta come sul capoluogo abruzzese si sia fatta disinformazione, dopo il terremoto, e dice:
L’Aquila oggi sembra un cimitero.
C’è da augurarsi, in qualche modo, che il suo libro sia solo uno dei tanti esempi di giornalisti che cercano di riportare in televisione l’Italia che manca, quella vera.