Home Report Alessio Vinci senza freni: “Farei Top Gear per dire tutto quello che penso. Guardo Report, Sky e il TgLa7”

Alessio Vinci senza freni: “Farei Top Gear per dire tutto quello che penso. Guardo Report, Sky e il TgLa7”

Alessio Vinci sorprende, in un’intervista onesta e coraggiosa insieme rilasciata a Fabio Santini sul quotidiano Libero. O meglio conferma, dopo i mille pregiudizi sul suo conto per via di un’eredità pesante, di avere un background molto più ampio di quanto si pensi. Se il sottoscritto per primo, inizialmente, giudicava la sua presenza castrante, ora inizia

pubblicato 26 Aprile 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 06:57

Alessio Vinci sorprende, in un’intervista onesta e coraggiosa insieme rilasciata a Fabio Santini sul quotidiano Libero. O meglio conferma, dopo i mille pregiudizi sul suo conto per via di un’eredità pesante, di avere un background molto più ampio di quanto si pensi. Se il sottoscritto per primo, inizialmente, giudicava la sua presenza castrante, ora inizia a intuire quanto un reduce dalla CNN che ha girato il mondo si senta, seppur profumatamente, castrato dall’azienda in cui lavora.

Non a caso, i suoi gusti e pareri personali si rivelano “follemente” difformi dagli orizzonti Mediaset:

“Vorrei condurre il Top Gear italiano: sali su una macchina, la guidi. Scendi e dici tutto quello che pensi… oddio, da noi la vedo un po’ dura. Io in tv guardo i canali Sky dal 400 in su con particolare attenzione ai documentari. Non perdo mai i tre tg delle 20, il TgLa7 di Mentana è il meno scontato, il più appetibile. Tg1 e Tg5 sono più tradizionali. Non sono tipo da andare troppo d’accordo con la tradizione. E’ giusto che nasca un nuovo competitor sull’informazione 24 ore su 24, ma io non parteciperò. Per ora non ho motivo di cercare altre offerte”.

Senza troppi snobismi, e mostrando ancora una volta apertura da vendere, Vinci fa l’ennesimo coming out doppiamente choc:

“Il miglior approfondimento giornalistico televisivo, al di là dei contenuti editoriali che possono essere condivisi o meno, lo fa Report della Gabanelli. E’ quello che più si avvicina al leggendario 6o Minutes di Walter Cronkite, con troupe che lavorano intere settimane su un tema. Quale altro programma piacerebbe fare a me? Sono affascinato dal successo dei reality. Al Grande Fratello presto dedicheremo una puntata (salvo aggiornamenti di cronaca andrà in onda domani, con ospiti tra gli altri il vincitore Andrea Cocco e il fenomeno Guendalina Tavassi, ndr). Mi intriga il meccanismo di quei programmi all’interno del quale vorrei entrare come concorrente”.

Il conduttore di Matrix viene soprattutto interpellato in merito al boom di ascolti di un ciclo di puntate, I giovani e lo sballo, cha ha reso la seconda serata di Canale 5 più competitiva sulla concorrenza:

“E’ nato tutto dal video apparso su internet con quel ragazzo inglese ubriaco, pestato tra l’indifferenza della gente e delle forze dell’Ordine a Campo de’ Fiori a Roma. Un mio amico era lì e ha chiamato i Carabinieri, la figlia di una mia caporedattrice ha assistito alla scena. Ne abbiamo parlato e abbiamo varato la puntata. Ne sono seguite altre due, la seconda ha battuto ‘Porta a porta’ dove quella sera si parlava di costume e fenomeno escort con Paola Cortellesi e Raoul Bova. Vespa raccoglieva il 14.97%, noi il 17.49%. La terza è andata un po’ meno bene, forse perché siamo stati troppo tecnici nel parlare della marijuana di oggi i cui principi sono molto più aggressivi”.

Non nascondo che, sintonizzatomi io stesso su una delle puntate ‘sballate’, sono rimasto colpito dalla “difformità” tematica rispetto al solito menu della seconda serata. O meglio, dallo stile con cui si è parlato per la prima volta di giovani allo sbando sulla tv commerciale. Senza quella pruderie tipica di Lucignolo, che fa dell’estremo un perverso feticcio, e con una grande sensibilità verso una discriminazione di piazza con l’aggravante omofoba.

Insomma, ho avuto personalmente la sensazione che non si affrontasse il disagio giovanile per scongiurare temi ben più delicati: che sulle reti del Presidente non si possa sparlarne è un fatto e, visto che molto altro approfondimento vive di invettive, tanto vale parlare d’altro in modo sensato.

Il giornalista prosegue, con una sfilza di dati puntuali (specialmente quando fa notare che Chiambretti gli ha usurpato la serata più ‘importante’ e lui non ha battuto ciglio) e testimonianze curiosissime:

“Non è la prima volta. Il 5 marzo 2010, per parlare dell’abuso di alcol dei ragazzi, sono andato in onda bevendo mezzo litro di vino. E ho detto: se non riesco a concludere il programma figuratevi voi a guidare. Quella puntata raccolse il 13.47% di share contro il 13.33% di Tv7. Una soddisfazione in una stagione così complicata. Non andiamo più in onda il venerdì, la serata in cui raggiungevamo e spesso superavamo il 20% di share, parlando di gossip, ospitando qualche personaggio dello spettacolo. Quella media mi consentiva di occuparmi nelle altre due serate di temi più impegnati”.

Mai personaggio fu più sincero, parlando di compromessi con l’Auditel. Vinci continua a farsi apprezzare:

“Pur avendo dovuto rinunciare al venerdì, non ho rinunciato a fare puntate impegnate (quella su Lampedusa umiliò la marketta di Vespa ad Amici miei, ndr) e su temi difficili. Mediaset è sempre contenta del programma anche quando rimediamo un ascolto più basso: ha capito che dosiamo il giusto rapporto tra qualità e quantità”.

Proseguendo nella lettura dell’intervista, mi rendo conto che il personaggio in questione è tanto spericolato quanto atipico, su un’ammiraglia come Canale 5: forse l’ultima voce fuori dal coro rimasta, insieme a Pierino, a parlare anche a un pubblico più adulto e assennato su una tv commerciale. La sua, in tal caso, può definirsi una scommessa davvero vinta:

“Ho ereditato da Mentana un marchio importante, con una forte connotazione nel suo conduttore. Sono riuscito a mantenere la forza di quel marchio, ho dato più spazio agli inviati, ho aperto il programma alle dirette sul campo. Mi piacerebbe poter contare su squadre di inviati ad hoc: 2 o 3 persone che lavorino insieme per un’intera stagione, piccole unità mobili capaci di produrre, montare, scrivere, filmare e fare collegamenti in diretta. Noi produciamo due ore di programma con poche risorse”.

Che altro dire? Well done. Anzi una cosa la aggiungerei: quando si parlava del suo sbarco a Domenica Cinque, come competitor di Giletti nella parte di cronaca, qualcuno dei piani alti ci aveva visto giusto.

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