Home Michele Santoro Michele Santoro prepara “Signori, entra il lavoro. Tutti in piedi”. E valuta La7

Michele Santoro prepara “Signori, entra il lavoro. Tutti in piedi”. E valuta La7

La conferenza stampa di Michele Santoro.

pubblicato 14 Giugno 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 05:42


Michele Santoro è in questo momento in conferenza stampa dalla sede della FIOM di Roma.

Ha appena annunciato che il 17 giugno ci sarà una nuova serata multipiattaforma dal titolo Signori, entra il lavoro. Tutti in piedi, per la celebrazione dei 110 anni della FIOM. Una sorta di Raiperunanotte 2, in cui tutti lavoreranno gratuitamente (fatti salvi i compensi per i service).
L’editore sarà Il fatto quotidiano, ma il segnale sarà, esattamente come per Raiperunanotte ripetibile da chiunque. Si tratterà di una serata, fra l’altro, in solidarietà con Current Tv. Oltre che sul web, il segnale sarà trasmesso da canali del DTT e del Satellite. Presto sarà reso noto l’elenco.

La diretta sarà condotta dallo stesso Michele Santoro, da Vauro e da Serena Dandini. Parteciperanno: Marco Travaglio, il pm Antonio Ingroia, la giornalista Rai Elisa Anzaldo, Daniele Silvestri, i Subsonica, Max Paiella (appena visto in Aniene di Corrado Guzzanti. Previsto un contributo video di Maurizio Crozza, e la partecipazione di protagonisti della società civile: studenti e operai.

Su Masi e sulla Rai:

Quando sono costretto a sentire alla radio, ospite di “Un giorno da pecora”, l’ex direttore generale Masi dire che avrebbe voluto affrontarmi faccia a faccia, lui che quando ci è accaduto di dialogare in diretta non ha saputo mettere quattro parole in fila. Forse pensava di utilizzare le sue competenze di ex parà. Ma quello che mi chiedo è come sia potuto diventare direttore generale uno che non sapeva distinguere tra un televisore e un aspirapolvere. Allora mi candido io.

Sul suo passaggio a La7, Santoro dice che quello che ha velleità più rivoluzionarie sarebbe proprio lui stesso. E che invece i suoi collaboratori sarebbero interessati senza problemi a La7. Così, sta valutando, dice. E sostiene anche che il nodo Fabio Fazio non sia ancora sciolto: non è detto che il conduttore resti in Rai.

A braccio, ricorda che il suo passaggio a Mediaset segnò anche la nascita di Italia1 come progetto.

C’erano dei manager che purtroppo non ci sono più. Oggi non c’è niente di simile. Non c’è Mentana, non c’è Gori, non c’è Brugola. Un mondo diretto sempre dall’alto.

Sul servizio pubblico e sull’AgCom è durissimo:

Alla Rai non ci sono delle regole. In questo momento c’è un delirio. Siamo in un momento tragicomico. Mi auguro che sia legato al momento tragicomico principe che vive il paese. Quindi, superato quello, dovremmo superare anche quello della Rai. Una pausa nostra, non avendo il problema di dover controllare noi, magari rende più liberi gli altri.
Siamo un paese che affida l’arbitro della comunicazione a un organismo lottizzato nei partiti.

Santoro racconta anche cosa farebbe se fosse d.g. Rai. Semplicemente, partirebbe dagli autori. Da quelli che fanno e sanno fare televisione. E ragionerebbe con loro sui progetti. Poi, sul canone, dice che il pagamento dello stesso dovrebbe essere una forma di partecipazione, termine ormai carissimo al giornalista-conduttore. E che, però, gli spettatori hanno, al momento, soltanto doveri e nessun diritto.
Fa notare che sia assurdo che un’azienda come la Rai non metta in cantiere una seconda edizione di Vieni via con me, che è stato il programma dell’anno.

Quanto alla figura del direttore generale, Santoro propone che le candidature siano pubbliche e che siano effettuate sulla base di competenze e curriculum. E potrebbe anche presentarlo lui stesso, se ci fosse questo tipo di meccanismo per la nomina.

Michele Santoro