Augusto Minzolini a Un giorno da pecora: “Sono uno fuori dagli schemi”. “TgLa7 è un talk e non mi ha fregato nessun punto”
Le dichiarazioni di Augusto Minzolini a “Un giorno da pecora”
Augusto Minzolini ospite a Un giorno da pecora, programma di Radio2 che ormai a cadenza regolare propone interviste a personaggi che hanno a che fare con le più accese polemiche in tv. Così, dopo l’ex d.g. Rai Mauro Masi e la replica di Michele Santoro, ieri è toccato al direttore del Tg1. Che ha proposto le sue verità. Tutte sue. In merito alle sue idee politiche, ha dichiarato:
A me già la definizione di berlusconiano non piace. Io la penso in una certa maniera. Come la penso si vede dal mio tg. Non ho nessun complesso d’inferiorià culturale rispetto alla sinistra.
A proposito dei suoi editoriali, contestatissimi, Minzolini risponde:
Interpreto una linea editoriale che non piace ad un’area politica definita. E poi ha mai visto il Tg3? La conduzione del Tg3 è un editoriale continuo, perché ogni notizia viene chiosata.
Poi si butta sulla concorrenza in generale. A partire da Mentana:
La stessa cosa: fa un editoriale all’inizio. Secondo loro il Tg1 dovrebbe avere un approccio istituzionale, che poi significa tutto e non signifca niente. E invece io rispetto a quello stile ne ho un altro.
Anche sui punti di share, Minzolini ha una visione tutta sua.
Mentana non mi ha fregato nessun punto. Vi spiego: alle 19 va in onda il Tg3, Mentana si è fatto un tg che ha quel tipo di pubblico, tutto politico, che lui ha riportato a La7 facendo una specie di talk show […] io faccio 28 notizie e lui circa sette o otto…
Davvero difficile commentare le dichiarazioni di Minzolini, senza mettersi a dissezionarle punto per punto, passo per passo. Difficile perché sembrano raccontare una realtà diversa da quella che dovrebbe apparire agli occhi di tutti, una specie di “favoloso mondo di Minzolini”. Difficile da smontare, senza suscitare quel “tifo” che non è il caso di suscitare. E così, limitiamoci a riportare alcune altre dichiarazioni interessanti del direttore. Non “direttorissimo”, perché quella, dice Minzolini, fu solo una battuta di Berlusconi, ma il premier non lo chiama così.
Sul nomignolo affibiatogli da Travaglio, Scodinzolini, Minzolini risponde attaccando:
Il problema di Travaglio è che guarda verso gli altri e mai a se stesso. Io lo chiamerei una parodia di Robespierre, perché tenta di tagliare le teste ma non ci riesce, visto che è una parodia.
E quanto alle critiche che riceve costantemente:
Io ho sempre ricevute molte critiche, sia quando ero ‘lo squalo’ e lavoravo a La Stampa, sia adesso. E’ una costante che mi piace. Perché sono sempre stato uno che ha ragionato con la propria testa andando controcorrente. Il mio comportamento è diverso da quello di tanti direttori. Normalmente, che quando vanno in un posto a lavorare, già ragionano su dove andranno dopo. Ecco, io questo problema non me lo sono mai posto […] Chi esce fuori dagli schemi ha più probabilità di durare. Pensate che c’era chi prevedeva che sarei durato un anno.
Invece, a quanto pare, durerà ancora a lungo.