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MASI COMUNICANTI: un problema senza fine?

Mi sono astenuto per un pò. Volevo scrivere ma mi bloccavo. Lavoravo in mezzo a mille difficoltà ma non lavoravo. Peraltro non sapevo cosa dire di fronte allo spettacolo che è stato offerto fino all’altra ieri dietro e davanti le quinte della televisione. La Rai è un servizio pubblico,si dice. Anzi, tutti se ne innamorano.

pubblicato 23 Giugno 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 05:28


Mi sono astenuto per un pò. Volevo scrivere ma mi bloccavo. Lavoravo in mezzo a mille difficoltà ma non lavoravo. Peraltro non sapevo cosa dire di fronte allo spettacolo che è stato offerto fino all’altra ieri dietro e davanti le quinte della televisione.
La Rai è un servizio pubblico,si dice. Anzi, tutti se ne innamorano. Ricordo una dichiarazione di Letizia Moratti quando abbandonò l’azienda e confidò di averla molto amata. L’amore si dimostra anche alla rovescia.
Non c’è star di qualche peso o direttore o membro di cda che riesca a rinunciare senza fatica a scrivere le sue memorie, ovvero la dichiarazione di un amore finito spesso in acuta delusione se non in odio. Una montagna di libri. Molti, moltissimi dei quali perfettamente inutili.

Chi avrebbe delle cose interessanti da raccontare o svelare- ad esempio tanti professionisti- tacciono più per pudore che per paura di ritorsioni.
Anche Masi, il direttore esodatosi o esodato fingo di non sapere, ha annuciato di voler scrivere un suo testo intitolato semplicemente “Viale Mazzini”; avrebbe potuto, nell’annuncio, aggiungere le parole “Qui giace” e sarebbe stata una buona idea almeno per la esperienza che ha fatto e di cui si è rivelato insoddisfatto per via dell’esodazione.
Tutti ricordano una frase che pronunciò pubblicamente quando gli chiesero un commento sulla Rai, prima dell’uscita. Memorabile. Eccola: “Un grande casino di successo”, altra formula catacombale.

Il libro “Viale Mazzini- Qui giace”, che riguarda lui e la sua dipartita, non è uscito e non si sa se e quando uscirà. Forse mai. Ma noi ci teniamo, vogliamo sapere.
Non siamo paghi dei testi di intercettazioni in cui lo stesso Masi è il protagonista.Sono su tutti i giornali. Non vale la pena di citarne qualcuna. Schizzi. Ventilatore. Come ha detto giustamente il presidente Rai Galimberti, a cui ha fatto seguito un intervento di Zavoli, presidente della commissione di vigilanza, e l’iniziativa della nuova dg Lorenza Lei di promuovere opportunamente un’ indagine sulla situazione.
Forse le intercettazioni sono in modo indiretto la dimostrazione concreta, reale, potente di come il servizio pubblico (che non deve essere mai tradito e messo in gravi difficoltà) abbia funzionato con e anche prima di Masi secondo il principio dei Masi comunicanti.

I Vasi conseguenti Masi, secondo intercettazioni e informazioni ben note, sono l’effetto di quel modo di fare dei tanti Masi approdati alla guida operativa del servizio pubblico. Le cui caratteristiche sono numerose, ma ne bastano cinque, le dita di una mano, per rendersi conto di esse.
1.Verticismo. Dominio assoluto tra decisioni spesso balorde e soprattutto attivazione delle decisioni attraverso fedeli o fedelissimi Vasi.
2.Burocrazia. Assoluta. Anche se, in apparenza, Masi e Vasi cercavano di ostentare dimostrazione efficienza imprenditoriale massima.
3. Incompetenza. Assoluta. Basta citare il fallimento degli show sull’Unità d’Italia affidati a Pippo Baudo e Bruno Vespa.
4. Velleitarismo servile. Assoluto. Basta citare quel che è accaduto a Vittorio Sgarbi e al suo show. Si è voluto Sgarbi a tutti i costi e lo si è mandato allo sbaraglio proprio sulla struttura e forma dello stesso show.
5. Sperpero. Assoluto. Soldi spesi male o vanificati. Premiati progetti di raccomandati o di selezionati sulla base della appartenenza o convenienza politica, meglio partitica.
Mi fermo qui. La Rai è attanagliata dalla morsa dei Masi e dei Vasi. Chi ci lavora sa che molto o tutto è faticoso. che si aspettano mesi i nulla osta o i via libera da parte di non si sa chi, che si inventano divieti su autori e realizzatori profondamente illiberali e punitivi.
Coraggio, però, nulla è perduto. Però, venga rotto l’incanto di Vasi e Vasai.
Italo Moscati