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Tg1 – Editoriale di Minzolini: “Intercettazioni improprie e di dubbia utilità” (VIDEO)

L’editoriale di Minzolini del 23 giugno 2011, sulla verifica di Governo e le intercettazioni.

23 Giugno 2011 19:27

Tg1 – Nel suo editoriale del 23 giugno 2011, Augusto Minzolini non si limita a delineare quella che secondo lui dovrebbe essere la strada da seguire per l’opposizione e a paragonare la verifica in Parlamento alle elezioni amministrative e ai referendum. Ma giudica anche le intercettazioni – che stanno portando alla luce elementi che sembrerebbero legare la cosiddetta P4 alla Rai, a doppia mandata – e le definisce “improprie e di dubbia utilità”. Senza far percepire che si tratti di una sua opinione, ma parlandone come di un fatto conclamato.

Ecco la trascrizione dell’editoriale.

Il governo ha dimostrato di nuovo di avere la maggioranza nella verifica in parlamento.
Addirittura alla Camera non c’è stato un voto finale, visto che l’opposizione, fatto singolare, non ha presentato nessuna mozione di sfiducia.
Una verifica però ha un senso – e non si traduce in un noioso rituale – se tutti quelli che vi partecipano traggono delle indicazioni da essa.
E questa volta il risultato è stato estremamente semplice: c’è un esecutivo che ha una maggioranza in parlamento e vuole governare per altri due anni.

Ora l’opposizione ha due strade: o ricominciare a ripetere la litania che il governo se ne deve andare, rimuovendo il risultato della verifica come fa Bersani. O, come propone un inedito Di Pietro, vedere se c’è la possibilità di un confronto con la maggioranza su alcuni temi. E intanto tentare di mettere in piedi un’alternativa, visto che ieri i partiti dell’opposizione non sono riusciti a scrivere insieme neppure una mozione di sfiducia.

Sicuramente la seconda strada sarebbe più costruttiva sia per l’opposizione sia per il Paese.

Per altro verso, la verifica, come le elezioni amministrative ed il referendum, ha dato delle indicazioni anche al Governo. Sarebbe ingeneroso dire che l’attuale esecutivo non abbia fatto niente in questi tre anni. I provvedimenti prodotti stanno lì a dimostrarlo, dal federalismo fiscale alla riforma dell’università, per parlare solo di alcuni interventi legislativi.

Ma ora il Governo Berlusconi è chiamato a cambiare passo, specie nella politica economica. La riforma fiscale e la riduzione del debito pubblico sono obiettivi improrogabili per il paese.

E giacché ci siamo, varrebbe la pena di fare anche una riflessione su quel miliardo di euro che lo Stato spende in intercettazioni che, come in questi giorni, risultano improprie e di dubbia utilità. Insomma, siamo all’ultimo appello per il Governo. Per cui la fiducia acquisita ieri avrà un senso solo se questi propositi non resteranno lettera morta.