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UPDATE: Ippolito, questa mattina, commenta anche i dati Auditel della Notte degli Chef: “Leggo che Superquark supera negli ascolti Signorini. Poiché La notte degli chef è un programma carino, c’è solo da gioire per il fatto che evidentemente la gente boccia la pacchianeria e la volgarità della conduzione”.
Lascia sorpresi dopo tutta la pubblicità avuta col caso Canalis (anche se qui non aveva convinto neanche il debutto) il calo di ascolti di ieri della Notte degli Chef, che si sta rivelando tutto fuorché un successo. Se il Direttore dovesse scriverne un editoriale, dovrebbe ammettere che a volte la cultura in tv vince, con tanto di rimonta dell’immarcescibile Super Quark. Ma il problema è un altro.
Ieri Endemol ce l’ha messa tutta a perfezionare la confezione del prodotto. La gara era più evidenziata da incalzanti accorgimenti narrativi e variegati tappeti musicali contribuivano a creare un clima raffinato e tensivo insieme. Un’eleganza così si vede raramente in un prime time di Canale 5.
A rovinare tutto con la delicatezza di un elefante, spesso e volentieri, era proprio Signorini, con la sua smania di assaggiare a tutti i costi e un approccio stridente, con i suoi doppi sensi, alle dinamiche del game. A un certo punto la stessa Iva Zanicchi, aiuto-cuoca perfetta, l’ha dovuto rimproverare perché mangiucchiava proprio quello che aveva appena tagliato per la ricetta, intralciando così la gara.
A pensarla così non è solo il sottoscritto, che pure ha apprezzato come tutti “Alfy” (cit. Canalis) nel non-format Kalispéra, ma anche un comprovato professionista come Alessandro Ippolito.
Autore, regista e produttore televisivo con alle spalle più di trent’anni di lavoro in TV in Italia e all’estero (ha lavorato tra gli altri a programmi storici come Scherzi a parte, Stranamore e Telemike), è anche il direttore di una scuola di spettacolo. Ieri sera tuonava così sulla sua pagina ufficiale Facebook:
“Niente può essere terribile, mi dicono, dopo Tamarreide. Non è vero. Penso alla conduzione di Signorini. E’ repellente. Rappresenta perfettamente il degrado culturale, stilistico, estetico dei nostri mass-media. E’ la banalità, la volgarità assoluta vestita da presentatore. In tv nessuno ne parla male perché ha amici ‘potenti’. Ma se voi ve lo guardate significa che ve lo meritate”.
A questo punto sono personalmente intervenuto nella sua pagina, chiedendogli – senza polemica – che senso abbia, allora, formare giovani presentatori di talento del domani, se in tv le credenziali per condurre sono ben altre. Mi risponde così:
“Sono un produttore, un regista e un autore televisivo. Posso dare il mio giudizio su una conduzione quando e come mi pare. Ma sono soprattutto un telespettatore, questo mi dà il diritto del pubblico che è quello di applaudire o fischiare chi si esibisce. La conduzione di Signorini è da pranzo di matrimonio, è da sagra del carciofo. Ci sono ragazzi e ragazze in Italia bravissimi, simpatici, piacevoli, preparati. E fanno la fame perché non hanno amici potenti. Nella mia scuola non dico palle. Chiedetelo ai miei ragazzi. Dico loro di imparare a fare pubbliche relazioni. Schumacher una volta in un’intervista disse che le pr rappresentavano il 90 per cento del suo lavoro”.
Finalmente qualcuno degli addetti ai lavori che ha il coraggio di uscire allo scoperto e dire quello che pensa.