Il No Tav e l’impreparazione della tv e dei media tradizionali
La televisione e la difficoltà a raccontare un movimento come il No Tav. Un video non televisivo.
Comunque la si pensi sulla questione Tav e No Tav, sarebbe bello riuscire a concordare almeno su un fatto: la televisione e i media tradizionali, in generale, sono totalmente impreparati a raccontare una protesta di queste dimensioni.
Si limiteranno a parlare con la retorica a cui siamo ben abituati di “violenti da isolare”, riporteranno la cronaca – naturalmente parziale – di quanto avvenuto e le reazioni di questo o quel politico di turno che esprimeranno la loro “condanna” e non verrà in alcun modo approfondito quel che c’è alla base della protesta. Una protesta che dura da 20 anni e che, per la televisione, è stato molto più semplice bollare come se fosse portata avanti da quattro montanari, senza mai raccontare veramente tutte le loro ragioni.
Una protesta che da oggi diventerà, fatalmente, grazie a quegli stessi media, quella delle “frange violente”. Perché gli schemi semplificati e qualunquisti fanno più comodo, in tv. E naturalmente, nessuna televisione avrà mai interesse a raccontare tutto. A pubblicare, per esempio, video come quello che vi propongo. Oggi, per il racconto più puntuale – e anche per il dibattito in merito – ha vinto twitter, per dire, con la hashtag #notav e con il “dirottamento” della tag #saldi (che occupava il primo posto dei topic trend in Ialia, grazie a un’idea dei Wu Ming: chi cercava informazioni sui saldi in Italia, oggi avrà trovato una cronaca dettagliata degli eventi in Val di Susa, raccontati con nervi #saldi – qui una cronistoria).
La tv non era pronta (ed è troppo spesso, oltreché impreparata, anche complice di un certo modo di gestire le cose in Italia, un modo che prevede che l’informazione non approfondisca mai). Internet lo è da tempo, non c’è dubbio (se non altro una volta filtrato il rumore di fondo), ma non nei suoi canali mainstream. E video come questi vanno diffusi in sostituzione di quella tv che non sa più raccontare la realtà, perché da essa è troppo slegata (esattamente come raccontava Michele Santoro, per dire, nella sua ultima anteprima di Annozero. E non è che si citi Santoro per erigerlo a vate o guru. Ma perché se non altro l’ha detto in prima serata su una rete nazionale).