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TV 3D: Bertolucci rinuncia, peccato, la Rai ci prova…

Sono anni che il 3D con i suoi occhialini ci insegue, dalla notte dei tempi del cinema. Poi, con gli occhialini (immortalati da una celebre foto), la terza dimensione è tornata negli anni Cinquanta, poi negli anni Settanta e di recente rieccola con “Avatar”. E’ stata una sveglia per le case di produzione ma è

pubblicato 6 Luglio 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 05:10


Sono anni che il 3D con i suoi occhialini ci insegue, dalla notte dei tempi del cinema. Poi, con gli occhialini (immortalati da una celebre foto), la terza dimensione è tornata negli anni Cinquanta, poi negli anni Settanta e di recente rieccola con “Avatar”. E’ stata una sveglia per le case di produzione ma è durata ancora poco anche se ne parla molto. il destino del 3D tornerà ad attrarre produttori e registi, anzi non smetterà mai di farsi desiderare.
Tra i registi famosi il grande Bernardo Bertolucci, mio caro amico, aveva annunciato di voler lavorare sulla terza dimensione per un film tratto da un libro di Nicolò Ammaniti. Poi, in una recente intervista alla Repubblica, ha dichiarato che il film forse si farà ma senza il fatidico 3D; e ha anche concluso amaramente che in Italia non è possibile lavorarci. Non conosco i particolari della vicenda, e mi dispiace.
Posso dire a Bernardo, che spero proprio torni presto sul set, che noi abbiamo fatto una doppia esperienza in 3D che verrà presentata al prossimo Prix Italia a settembre a Torino. Noi, ovvero : il sottoscritto che ha firmato la regia e la sceneggiatura; la Direzione Tecnologie della Rai, il Centro richerche di Torino, il Centro di produzione della città, il coproduttore Venezia Eventi.
Il primo film, durata 20′, è stato girato a Venezia durante il Carnevale di quest’anno, s’ intitola “Venezia Carnevale 3D- Il pianeta delle maschere”; ed è stata una prova molto ardua: realizzare in mezzo alla gente e alla vivace confusione delle maschere un documentario narrativo. Il secondo film è anch’esso un corto, più breve, e s’intitola “…un gigante” e presenta la notte prima e il giorno del 1 maggio dedicati a Giovanni Paolo II, il papa operaio come si definì lui stesso, che lavorò alla Solvay, fece l’attore, scrisse poesie.

“Venezia Carnevale 3D- Il pianeta della maschere” esprime una sperimentazione complessa fatta con pochi mezzi e in pochi giorni, in una situazione dove occorreva improvvisare e usare le macchine di ripresa con una certa spregiudicatezza. Insieme al corto tenta di dimostrare come sia possibile realizzare un racconto con nuove risorse, magari con nuove suggestioni.
Sono persuaso infatti che la vera dimensione del 3D sia il racconto e non il semplice ricorso ad esso per ottenere effetti speciali, peraltro facili e usurati. Esempio: una mano che esce dallo schermo, un veicolo che ti si precipiti addosso o, addirittura, come accade nei cartoni animati girati con questa tecnica, la lingua di un personaggio di cartone che sporge per leccarti il naso…
Sono persuaso, e la sperimentazione fatta mi incoraggia in questo senso, che i giochi ottici possano essere sì una trovata ma che essi si giustificano soprattutto se la terza dimensione non resti un semplice risorsa ottica.
Sentiamo sempre più spesso parlare di tv in 3D, qualcosa è stato fatto e si fa, ma si è lontani dall’ostacolo più ingombrante: gli occhiali. I ricervatori e tecnici assicurano che si arriverà ad eliminarli e a mettere a punto schermi perfezionati alla visione.
La Rai ha da poco cominciato la ricerca. “Venezia Carnevale 3D” e “…un gigante” sono due proposte. Un primo passo, confortato dalle reazioni avute da chi lo ha scelto per il Prix Italia e per altre importanti manifestazioni dimostrative che seguiranno.
Meritano una citazione coloro che hanno lavorato con me – e li ringrazio con stima e simpatina -alla sperimentazion: Luigi Rocchi, Alberto Morello, Maurizio Andolina, Mario Muratori, Leonardo Scopece, Ivo Semeraro, Bruno Buscema, i fonici di Torino e tanti altri.
Dopo il successo alla Giornata dell’Innovazione, tenutasi il 28 giugno a via Asiago Roma, l’appuntamento al Prix e poi in onda si spera quanto prima…è un augurio.
Italo Moscati