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RaiDue – Liofredi fa ricorso

Il ricorso di Massimo Liofredi per il posto da direttore di RaiDue

pubblicato 21 Luglio 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 04:51


Era chiaro da giorni che la questione della nomina del nuovo direttore di RaiDue, Pasquale D’Alessandro al posto di Massimo Liofredi avrebbe avuto delle conseguenze e degli strascichi legali. Anzi, a chi segue da vicino le vicende Rai, era chiaro persino da prima. E così è stato.

Visto che a nulla è valsa la lettera di diffida che l’ex direttore di RaiDue aveva inviato, tramite i suoi legali, al cda RAI, Liofredi è pronto a fare ricorso, nonostante sia stato nominato alla direzione di Rai Ragazzi (Rai Yoyo). Secondo le agenzie, il ricorso verrà presentato al più tardi lunedì. Se in giro si parla di “mobbing” – che ci sia stato o meno, il mobbing, e se effettivamente Liofredi farà causa o meno, è questione ben diversa dal ricorso. E tutto sommato è meno interessante, se si vogliono comprendere questioni più profonde -, è bene spiegare, qui, quali siano le ragioni del ricorso, quali gli obiettivi e quali i precedenti, perché la dinamica ha una sua complessità che va al di là del giornalismo urlato. E si porta anche appresso una serie di considerazioni necessarie.

Il punto di partenza su cui si fonderà il ricorso che sosterranno i legali di Liofredi sarà, naturalmente, l’evidente demansionamento di Liofredi stesso, con il passaggio da RaiDue a una mansione palesemente di rango inferiore. L’obiettivo è, dunque, ottenere il reintegro, magari facendo passare anche la tesi per cui la scelta del cambio al vertice sia stata dettata da questioni politiche e non professionali.

C’è un precedente – ed è per questo che il ricorso diventa importante e interessante da seguire – che dà manforte a Liofredi. E’ il caso di Paolo Ruffini: defenestrato dalla direzione di RaiTre, sostituito con Di Bella, dopo una serie quasi ridicola di cda Rai senza che si definisse la sua collocazione, gli venne offerta la direzione di Rai Educazione e Rai Premium, fece ricorso e lo vinse: arrivò prima la sentenza di reintegro. La Rai non applicò immediatamente la sentenza, Ruffini fece la voce grossa e quindi fu definitivamente rimesso al suo posto di direttore di RaiTre.

A questo punto, occorre farsi un paio di domande.
Primo: il caso-Ruffini varrà davvero come precedente per Liofredi?

Secondo: se questo accadrà, e se Liofredi dovesse essere reintegrato alla direzione di RaiDue, che cosa significherà questo per il servizio pubblico?

Perché è bene parlarsi chiaro: da un lato, il fatto che questo tipo di ricorso sia ammissibile è una garanzia e una tutela per evitare defenestrazioni palesemente insensate o effettivamente dettate da esclusive ragioni politiche e non professionali.
Dall’altro, tuttavia, si sancirebbe un principio piuttosto surreale per la RAI: una specie di divieto a operare cambiamenti ai vertici.

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