Luisella Costamagna – Dispiaciuta per Santoro, non le piace Quarto Grado
Il punto di vista di Luisella Costamagna su La7, Santoro, Mentana, Quarto Grado e l’informazione televisiva in Italia.
Luisella Costamagna su La7 ha trovato nuova fortuna, non c’è dubbio. Come si dice, la giornalista “funziona”. E funzionano anche le frecciate che si scambia con Luca Telese a In onda. Che, lei assicura in una lunga intervista a Libero, sono tutte vere. Incluso lo scambio di nomignoli “Fata turchina” e “Pinocchio” che i due si sono affibiati.
D’altro canto, a funzionare, soprattutto in una situazione come quella del nostro paese, è l’informazione tutta. Sia quella fatta bene sia quella fatta meno bene.
Personalmente, ritengo che a La7 l’informazione sia soddisfacente. E la Costamagna sembra essere della stessa idea. Trovando anche motivazioni dettagliate, che riguardano soprattutto una preziosa new entry
Ad accendere il canale è stato soprattutto Enrico Mentana: i programmi funzionano nella misura in cui ci sono dei professionisti alla guida. E in questi anni, gli improvvisati sono stati diversi.
Nel corso dell’intervista, Luisella Costamagna si dice molto rammaricata della possibilità sfumata di avere Michele Santoro. I due hanno collaborato in passato. E oltre a questo, Luisella dice:
Credo sia un grandissimo professionista, se non il migliore dal punto di vista del confezionamento del prodotto. Avrebbe ulteriormente illuminato la rete.
Della polemica Santoro-Mentana, con il botta e risposta fra i due a mezzo stampa, la Costamagna preferisce non parlare. Tuttavia ricorda che i due, quando lavoravano entrambi a Mediaset, erano amici. Poi commenta così la situazione in Rai, un servizio pubblico che perde pezzi:
La politica esercita un controllo molto forte sulla Rai. Spesso non si sceglie di andare via: si è costretti. Anche perché non esiste un mercato così aperto nella tv italiana.
Chiamata a scegliere fra Lucarelli e Quarto Grado, sceglie senza dubbio il primo.
Quel poco che ho visto di Quarto Grado non mi è piaciuto. Su Avetrana, inoltre, c’è stata un’insistenza quasi patologica
Non poteva mancare, poi, una domanda sulla campagna anti-veline di Gad Lerner (che pure non è il solo, ma a Libero piace dir così).
La Costamagna non le attacca, ma ammette:
Il problema è reale: l’immaginario del femminile si declina in calendari, belle gnocche e veline.