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Lo Spot di Sky sui “miracoli” un plagio secondo Il Giornale

Ancora polemiche, ad arte, sulla nuova campagna pubblicitaria di Sky Italia dal titolo “Solo su Sky lo sport fa miracoli”, secondo il Giornale sarebbe un plagio

1 Agosto 2011 19:31

Continuano le polemiche, montate ad arte in questo caso, sulla compagna pubblicitaria estiva di Sky Italia. “Solo su Sky lo sport fa miracoli” era già finita nel mirino dell’Avvenire che gli aveva dedicato un editoriale del direttore, Marco Tarquinio, nel quale si sosteneva che gli spot sarebbero “un esercizio spericolato” che “finisce per ferire tanti e disturbare tantissimi“.

A dire il vero tutta questa “indignazione” non sembra poi così palpabile nel paese, anche se riesce difficile tastare il polso dei lettori de L’Avvenire da qui. L’attacco a questi spot continua oggi su Il Giornale in un pezzo di Andrea Indini. Dopo essere tornati con dovizia di particolari, a distanza di una settimana, sulle tesi del giornale cattolico arriva l’affondo:

Molti siti fanno notare che lo spot di Sky è una versione piuttosto edulcorata di uno spot che nel 2007 aveva diviso la Spagna. La società Getafe Fùtbol Club aveva infatti lanciato la campagna La religiòn de fùtbol, dove Abramo afferma che è disposto a sacrificare Isacco, ma mai per volontà di Dio. Stesso discorso per Mosè, che si dice disposto a peregrinare ancora per quarant’anni nel deserto, ma non per compiacere il Creatore. Infine tocca ad Adamo: “Posso donare la mia costola, ma non per mia moglie, semmai per la mia squadra del cuore”. Anche in quel caso era stato ottenuto lo stesso effetto. Polemiche a non finire. D’altra parte, fare ironia con la religione è sin troppo facile, ma rischia di spettacolarizzare e banalizzare un avvenimento che ha a che fare col mistero e che, come tale, deve rimanere.

Si parla di “remake”, un modo come un altro per evocare la parola “plagio”, ma lo si fa decisamente a vanvera. I due spot non hanno nulla in comune se non lo sfondo “religioso”: la campagna di Sky utilizza una delicatissima ironia mentre nel secondo caso il tema cupo e severo punta ad accomunare senza mezzi termini la sacralità della fede nel dio cristiano a quella per la propria squadra del cuore con tanto di personaggi biblici disposti a sacrificarsi per il Getafe piuttosto che per il padreterno. Forse sarebbe il caso di cercare occasioni migliori, in generale non mancano, ed evitare di sfoderare attacchi gratuiti alla pay tv concorrente rispetto a quella “di famiglia”.