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Mauro Masi: «Santoro è un grande professionista»

Clamorose dichiarazioni di Masi su Santoro nell’intervista al settimanale “Chi”.

pubblicato 8 Agosto 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 04:30


Mauro Masi e Michele Santoro. La telenovela continua. Con un turning point degno della miglior lunga serialità.

Perché l’ex d.g. della Rai, dopo il braccio di ferro con l’ex giornalista della Rai, si confessa al settimanale Chi (diretto da Alfonso Signorini. E dichiara:

Santoro è sicuramente un grande professionista e si vedrà che, nella realtà, è molto meglio di come si sforza di apparire, a beneficio del suo pubblico, che lo vuole a tutti i costi nel ruolo del provocatore. Sarà un’autentica sorpresa.

La cosa ha veramente dell’incredibile. E siccome siamo nel bel mezzo di una soap opera le cui puntate si dipanano nella realtà, prima di perdere il filo e di rendere conto delle altre dichiarazioni di Masi, per un banale esercizio di memoria, vanno ricordate alcune cose, perché altrimenti chi deve commentare rischia di perdersi qualche episodio chiave e di non riuscire a farsi un’idea precisa su quel che c’è da dire.

Così, in maniera casuale e non cronologica, vanno ricordati, per esempio, fra i grandi episodi della soap, la volontà di licenziare il conduttore da parte dell’ex d.g., il divieto alle docufiction, la graticola per la vignetta di Vauro sul terremoto, la sospensione di Vauro, il braccio di ferro di Santoro con Masi per per mandare in onda Annozero nel 2009, e ancora, Masi nuovamente contro Santoro nel 2010, quando dichiara addirittura: Annozero non tornerà; la richiesta di sospensione per Santoro; la battaglia sull’arbitrato, la surreale telefonata di Masi in diretta durante una puntata di Annozero. E infine, le intercettazioni per far chiudere Annozero.

Ecco. I lettori mi perdoneranno questo lungo elenco (incompleto). Ma capiranno facilmente che sia necessario, perché dopo certe dichiarazioni, in un paese come l’Italia, che perde la memoria anche del giorno prima, ci vuole prontezza di riflessi per ricordare. Perché poi, Masi continua le sue esternazioni:

La famosa telefonata a Santoro? Non la rinnego, ma sarebbe stato meglio andare in trasmissione di persona. Bisignani? Un amico da trent’anni. Con cui parlavo di tutto, tipo quattro amici al bar. Ascolto tutti, ma poi decido sempre con la mia testa. […] Con Santoro la situazione è stata particolare e io sono uno che ci mette la faccia. Sto scrivendo un libro, che si chiamerà ’Viale Mazzinì e che uscirà in autunno, da cui credo emergerà un rapporto inedito e inaspettato tra me e lui.

Quanto a sé, l’ex d.g. si autoassolve.

E lo fa richiamandosi al tempo galantuomo. Il tempo che in una soap opera sembra non scorrere mai.

Il tempo mi renderà giustizia. Non ho digerito il fatto di passare come un censore. Non sono riuscito a far arrivare il mio messaggio: la volontà di far applicare le stesse regole a tutti. Da Bruno Vespa a Giuliano Ferrara, a Michele Santoro. Lo ammetto: non ci sono riuscito. Ho il rimpianto di non essere riuscito a comunicare ciò che volevo. Nella vita ho imparato a voltare pagina. Sono della Vergine, concreto.

Ecco. Concretamente, è necessario pesare le dichiarazioni di Masi con la sua storia (parzialmente riassunta qui sopra) in Rai. Sempre per questioni di memoria. E per evitare di pensare che si tratti davvero di una soap opera.

Michele Santoro