G’ Day – Geppi Cucciari e La7: gradevole e di nicchia
E’ ricominciato anche G’Day di Geppi Cucciari
E’ ricominciato anche G’ Day, e non ce ne siamo dimenticati: in questi giorni di riprese e programmi che riaccendono i motori e altri che stanno per partire, bisogna dosare le forze, e con calma ci si può dedicare a tutti. G’ Day, dicevamo. Con Geppi Cucciari – il cui posto a Italia’s Got Talent è stato preso da Belen Rodriguez -: è ripartito lunedì, ospiti l’onorevole Domenico Scilipoti (più televisivo che politico, ormai) e Ivan Zazzaroni; oggi aveva come guest Marco Travaglio.
Si gioca con il linguaggio televisivo in maniera piacevole (emblematico, per esempio, il montage detto Opinione Rotante: vox populi in cui le stesse persone registrano opinioni diverse a seconda della testata giornalistica che pone loro la domanda. E forse non ci crederete, ma era un’idea del mai troppo compianto Teleblogo – i lettori storici lo ricorderanno ancora: era uno dei primi videoblog in Italia); si ironizza su extracomunitari e italiani con la rubrica Chi vuol essere italiardo (e a volte si scopre che sono proprio gli stranieri a saperne di più dei fatti del nostro paese), ma anche sull’uso dei sondaggi e sul desiderio mai troppo espresso degli italiani di sfogarsi: nel programma c’è uno sfogatoio di sette secondi.
C’è un’atmosfera non per tutti, in G’ Day, e questo alla lunga può diventare un difetto perché a volte il tono è troppo compiaciuto, troppo autoindulgente, troppo siamo i meglio: è un po’ come quando ci si parla addosso, diciamo, in gruppi ristretti, senza aprirsi ad altri. Ma è un difetto che si può perdonare a un programma simile. Forzatamente e volutamente di nicchia, decisamente gradevole.