Anna e i Cinque 2, fotoromanzo surreale. Cosso di cera, la Ferilli come l’Arcuri
La critica alla seconda serie della fiction con Sabrina Ferilli, che non è credibile
La seconda puntata di Anna e i Cinque 2 vede la famiglia Ferrari funestata dal tracollo finanziario. E già assistere a una scena simile, recitata in modo a dir poco grottesco, nel giorno dell’approvazione della Manovra fa pensare a una gag di Maurizio Crozza.
Sabrina Ferilli, alias Anna Modigliani ex Monamour (un nome che sembra uscito da Tempesta d’amore), è seduta al tavolo con i ragazzi e annuncia a modo suo, bippata dal buon Garrone, l’infausta novella:
“Stiamo con le pezze al cu… Siamo nella m…”.
Il tutto con quell’intercalare burino insopprimibile (non a caso la nuova serie è ambientata a Roma e non più a Milano), che vede la Ferilli caricare anche le scene più drammatiche. Il che poteva passare ai tempi delle varie Commesse e “Provinciali” su RaiUno, dove l’aria della proletaria smunta funzionava sempre. Ma non si può rivederla in tv sempre con le stesse facce basite de Le ali della vita.
In più, la trama della nuova serie di Anna e i Cinque prevede una storyline metatestuale, con lei che recita in una soap. Allora lì non sai se pensare a Boris o a Manuela Arcuri che si materializzava con la sua Morena, attrice di una telenovela argentina, in Caterina e le sue figlie 3.
La nostra tata ex-spogliarellista impreca, per di più, con una certa disinvoltura. A un certo punto si rivolge così a Beatrice, la nuova antagonista (zia dei suoi ragazzi), che sarà entrata nel cast perché l’ex cattiva Jane Alexander c’aveva altro di meglio di fare:
“Falsa, traditrice, disgraziata. Ti dovresti sprofondà sotto terra per la vergogna”.
Ora, i Ferrari sono in crisi e si raccomandano di tirare la cinghia. Peccato che il capofamiglia sia interpretato da Pierre Cosso, che, nato nei fotoromanzi, non potrà mai rinunciare all’abito di sartoria e a quintali di cerone.
Perciò Ferdinando, elegante come neanche l’uomo Vogue dell’anno, decide di portare comunque a cena fuori, in un ristorante molto costoso, la sua amata. Ovviamente, in ogni fiction che interpreta, qualunque sia la trama, la Ferilli sta al posto chic come Canale5 a Ennio Morricone. Perciò tira fuori la sua solita battuta populista che la farà benvolere al mercato:
“Te possino che prezzi. Con quello che costa ce possiamo portare tutta l’argenteria a casa”.
Questo è solo un assaggio del livello di recitazione e sceneggiatura di Anna e i Cinque, una fiction di cui non solo non si sentiva bisogno del seguito, ma che da commedia senza pretese ha assunto toni melodrammatici a dir poco surreali.
Canale5 faceva migliore figura a trasmettere Centovetrine in prima serata: d’altra parte alcuni degli attori Mediavivere (vedi la polacca Magdalena Grochowska) sono spalmati qua e là anche in Anna e i Cinque. Tanto, tra un doppiaggio fuori synch e un infinito effetto ralenti, l’interprete stereotipato è persino il minore dei mali.