L’affondamento del Laconia: una tragedia dimenticata stasera su Canale 5
Questa sera su Canale 5 andrà in onda L’Affondamento del Laconia, tv movie di produzione anglo-tedesca con tra gli altri Ludovico Fremont e Paolo Conticini
E’ una storia vera, quasi dimenticata dai libri di storia L’affondamento del Laconia che va in onda in prima serata su Canale 5. Co-prodotto da TeamWorx e Talkback Thames con Degeto per SWR e BBC, il tv movie porta alla luce un fatto storico realmente accaduto, settanta anni fa durante la seconda guerra mondiale. Una tragedia di cui non si è quasi mai sentito parlare, un evento che vide morire 1350 di nostri connazionali nel giro di poche ore al largo della Sierra Leone in Africa. Non a caso il promo che va in onda da alcuni giorni su Canale 5 ha come sottofondo l’Inno di Mameli.
In un tv movie ‘kolossal’ con un cast internazionale formato tra gli altri da Franka Potente, Ken Duken, Andrew Buchan, Brian Cox, Lindsay Duncan e due soli italiani, Paolo Conticini e Ludovico Fremont, si ricostruisce la tragedia del Transatlantico Laconia colpito dai tedeschi capitanati da Werner Hartenstein. Il film tenta di colmare un vuoto di questa vicenda, mostrandola dal punto di vista italiano, il popolo che più di tutti ha subito conseguenze dopo l’affondamento. Per gli inglesi infatti, quella è stata solo una tragedia sfiorata (degli 811 a bordo ne sono sopravvissuti 800) e per i tedeschi, il capitano Hartenstein fu giudicato quasi un eroe poichè colpì il Laconia credendola un’imbarcazione di guerra ma poi portò in salvo i naufraghi. Ma la vera tragedia è dal punto di vista italiano, quella che racconterà attraverso una figura immaginaria, ma reale, il Tenente Vincenzo Di Giovanni, interpretato da Ludovico Fremont.
Alcune immagini riporteranno alla memoria il celeberrimo film Titanic, anche se logicamente storia, budget ed effetti speciali sono ben lontani dal blockbuster diretto da James Cameron. E’ il 12 settembre 1942: sulle acque dell’Oceano Atlantico una nave all’apparenza mercantile trasporta militari, civili inglesi e 1800 italiani rinchiusi in tre gabbie nella stiva. Sotto la superficie dell’acqua, un sommergibile tedesco, U-Boot, ha il compito durante la seconda guerra mondiale di affondare più navi nemiche possibili.
I tedeschi fanno partire tre siluri contro il Laconia e la tragedia ha inizio. L’acqua entra nella nave e chi ne fa le spese sono proprio gli italiani prigionieri nelle gabbie. Quelli rinchiusi in una gabbia si salvano riuscendo a sfondare le sbarre, le altre due vengono sommerse dalle acque e 1200 italiani perdono la vita. Ma non è finita anche per coloro che sono riusciti a salvarsi: guidati dal tenente Di Giovanni dovranno cercare scialuppe di salvataggio tra le poche rimaste occupate dagli inglesi che non hanno alcuna intenzione di cedere e resistere ai colpi di baionetta sparati dalle guardie polacche. E chi si getterà in mare dovrà vedersela pure con gli squali attirati dal sangue delle altre vittime.
L’affondamento del Laconia vuole denunciare proprio quello che accadde durante il momento dell’affondamento e che le cronache hanno praticamente insabbiato. In particolare, parlando con i sopravvissuti il comandante tedesco Werner Hartenstein ebbe una drammatica rivelazione che riportò nel suo giornale di bordo “gli inglesi, dopo esser stati silurati, hanno chiuso le stive dove si trovavano i prigionieri e hanno respinto con armi coloro che tentavano di raggiungere le lance di salvataggio…”. In sostanza, quasi un omicidio premeditato poichè mentre la Laconia affondava, inglesi e polacchi chiudevano i prigionieri nelle stive, condannandoli ad una morte orribile.
Il direttore della fiction Mediaset Giancarlo Scheri durante il RomaFictionFest ha così presentato il tv movie:
“La nostra è una grande storia poco nota. Il Laconia era un mercantile inglese che nel 1942 imbarcò in Egitto 1800 soldati italiani fatti prigionieri ad El Alamein, assieme a centinaia di ufficiali britannici e alle loro famiglie, diretto verso l’Inghilterra. All’epoca Italia e Germania erano ancora alleate; eppure, per un errore o per il sospetto che la nave trasportasse solo truppe inglesi, un U-boot nazista la silurò”.
Nonostante la similitudine che a prima vista ci può essere con il Titanic, Scheri ha voluto precisare che il film non tratta solo dell’affondamento ma soprattutto delle “storie segrete e dei drammi privati vissuti dai protagonisti, che la sciagura legò fra loro al di là delle divisioni belliche“.
Un film, ha continuato, “che è anche la dimostrazione di come proprio grazie alle coproduzioni si riesce a confezionare un prodotto di altissima qualità“.