Dopo la Maionchi, Ornella Vanoni e Marcella Bella vilipese dal menopausa show
Le vecchie glorie della tv ridotte a macchiette: leggi i particolari
Ai tempi del buon Cicerone, autore del De Senectute, la vecchiaia era sinonimo di rispettabile saggezza. Il degrado valoriale dei giorni nostri ribalta il paradigma, con quel provincialismo in stile “sfottiamo la vecchia” che riassume gran parte della filosofia televisiva odierna, laddove il verbo è target commerciale e l’anziana rimbambita serve, al massimo, per gli sfottò dei Paolo Bonolis.
Ma la strumentalizzazione geriatrica è diventata una costante soprattutto dei talent show. Sembra partita una vera e propria caccia alle over 60, dove l’esperienza di lungo corso è solo un pretesto perché la verità è un’altra: la menopausa fa spettacolo. Sono le fabbriche da televoto a offrire una popolarità di ritorno alle vecchie glorie in gonnella che si sentivano dimenticate dal pubblico. Peccato che prima fossero apprezzate per i loro grandi successi artistici e ora, pur di farsi cliccare dai giovani su Youtube, debbano coprirsi di ridicolo.
La Vanoni, The Queen per le gaffes
E’ così che Ornella Vanoni, grande signora della musica italiana, diventa “The Queen” di Star Academy, ovvero la sola attrazione trash-cult di una gara senza mordente.
Nella foto qui in alto, pettinata come Barbara Alberti, si erge a focosa carampana di Baglioni, ma si è fatta notare per altre memorabili gesta, come la rapidità nell’allontanarsi per fare pipì.
Ora tutti potranno fermarla per strada rinfacciandole i suoi tormentoni, dalla Redbull che diventa Pitbull al “calo glicemico”. Giovedì scorso l’abbiamo vista anche dare lezioni di movimento di bacino ai concorrenti sulle note de La Flaca, roba che neanche a Villa Arzilla.
Una Bella che balla (tra le calunnie)
Sorte altrettanto “macchiettistica” sta toccando Marcella Bella, la concorrente più attempata di Baila!. Martina Colombari se la prende con lei perché le sue coreografie sono più facili (proprio per sopperire ai limiti anagrafici) e in generale c’è risentimento verso il suo trattamento di favore da parte della produzione: la d’Urso, che da conduttrice non dovrebbe esporsi, è la prima a riempirla di lodi.
Peccato che i finti convenevoli con cui queste Ladies sono trattate – ricordiamo anche l’intoccabile Katia Ricciarelli alla Fattoria – servano alle produzioni in principio per legittimarsi (della serie, non abbiamo solo la Gregoraci e la Fico), ma poi per fare show proprio sulla pelle delle più insospettabili. E allora perché ci cascano nel partecipare tutte le volte?
Ogni volta che la Bella “baila”, con i suoi abiti sberluccicanti e i suoi rossetti catarinfrangenti, crea sincero imbarazzo nel pubblico, che si pone un interrogativo di fondo: perché ha ceduto a uno spettacolo di dubbia qualità con colleghi ben più cheap di lei?
E poi, sino a che punto vale la pena sputtanarsi in show fallimentari sulla carta? Un tempo partire per l’Isola dei famosi valeva il prezzo del biglietto, non fosse altro che per dimostrare di tener botta col fisico.
Ora si diventa protagoniste di rvm che ti rinfacciano gli anni che passano (non a caso Claudia Mori insorse contro X Factor per averle ricordato in foto com’era a trent’anni).
I diversamente giovani in tv, insomma, non hanno solo delle trasmissioni dedicate in cui mettersi in vetrina (in tal caso, infatti, sono dei semplici nip che vedono nella televisione una fuga dalla solitudine).
Maionchi, la sua vecchiaia è il prodotto
Prendete il caso di Mara Maionchi, discografica di successo ignota ai più quand’era giovane e rilanciata in età avanzata. Ha iniziato a fare tv per sperare di lanciare nuovi artisti sul mercato.
Ora continua a farlo solo in apparenza, perché il vero prodotto è lei. E’ entrata ad Amici in punta di piedi, come spalla della prima tardona che ha conquistato Maria, Platinette. Quest’anno è una prof. regolarmente sotto contratto.
A lei sì che è andata meglio di Ornella e Marcella, che hanno svenduto la loro carta d’identità per niente: per Mara la vecchiaia televisiva, ovvero sfruttare l’alibi di spronare giovani talenti per dire parolacce a ruota libera e imprecazioni cult, è diventato un business.