Once upon a time: ascolti…da favola per la nuova serie della Abc (e venerdì debutta il crime fiabesco Grimm)
Ottimi ascolti per la prima puntata di Once upon a time, serie “fiabesca” della Abc
Ha debuttato domenica sera, in America, “Once upon a time”, nuova serie della Abc che ha regalato al network uno dei migliori ascolti questa stagione. Nella prima puntata, infatti, lo show è stato visto da 12,7 milioni di telespettatori (ascolti preliminari), con un rating nella fascia 18-49 anni del 3.9. Ascolti…da favola, verrebbe da dire, per lo show che fonde mondo reale e quello fiabesco e che porta la firma di Edward Kitsis ed Adam Horowitz, autori e produttori di “Lost”.
E la mano di chi ha lavorato sullo show cult della Abc si vede: non solo per i continui rimandi alla serie (il primo piano dell’occhio che si apre, un fumo nero che si rende protagonista della minaccia raccontata nella prima puntata, i rimandi ai famosissimi numeri, come il 108, l’8 ed il 15 e non solo), ma anche per la capacità di aver descritto nel giro di poco più di 40 minuti una vasta gamma di personaggi, pronti a diventare centro di storyline e colpi di scena nelle prossime settimane.
Come abbiamo detto, “Once upon a time” lega due mondi apparentemente lontani tra di loro: quello reale e quello delle fiabe. L’idea alla base della serie è immaginare come vivrebbero nel nostro mondo i protagonisti delle storie che da piccolo ci facevano sognare e ci incutevano timore, attraverso una storia che nasconde una maledizione ed una profezione, che ha come protagonista Emma (Jennifer Morrison).
Once upon a time
Senza svelarvi troppo la trama, Emma, che lavora a Boston come cacciatrice di cauzioni, si ritrova a dover riportare a casa, in una cittadina dall’emblematico nome di Storybrook, il piccolo Henry, il figlio che diede in adozione appena nacque dieci anni prima. Secondo la sua versione, Emma è l’unica persona capace di salvare gli abitanti di Storybrook, tutti provenienti dal mondo delle favole, dalla Regina cattiva (Lana Parrilla), che anni prima lanciò una maledizione su di loro, in primis contro Biancaneve (Ginnifer Goodwin) ed il Principe Azzurro (Joshua Dallas).
Il risultato fu che tutti i “lieti fine” vennero cancellati, e i personaggi delle favole furono trasportati in un mondo dove la speranza è ormai sparita: il nostro. A Storybrook, quindi, vivono sì personaggi come il Grillo Parlante, Geppetto, Tremotino, Cenerentola, Malefica e via dicendo, ma nessuno di loro ricorda chi è veramente, compresa la Regina cattiva.
Di ogni persoanggio si seguono così due vite parallele: quella del mondo da cui provengono e quella del nostro mondo, dove sono alle prese con lavori ed impegni che richiamano la loro vera natura: ecco che, allora, Geppetto diventa un tuttofare, Cappuccetto Rosso una ragazza che vorrebbe scappare dalla città, il Grillo Parlante uno psicologo e la Regina cattiva il sindaco, nonchè madre adottiva di Henry.
I presupposti per una storia che possa affascinare il pubblico di tutte le età ci sono: la curiosità della visione del primo episodio ha sicuramente premiato “Once upon a time”, per cui però è ancora troppo presto per cantare vittoria, visto che già altre serie che hanno debuttato bene ora sono calate molto negli ascolti (come “Pan Am”, partita con 11 milioni di persone, ora ne raggiunge 5 milioni).
La Abc intanto è soddisfatta: quest’esordio è il migliore da quando ha debuttato sullo stesso canale “V”, remake de “I Visitors”, che nella prima puntata fu visto da 14 milioni di telespettatori (5.2 rat 18-49 anni). Ma sappiamo bene come è finita per la serie sci-fi: ecco perchè con questi dati bisogna sempre andare cauti.
Intanto, questo interesse per il mondo delle fiabe trasportato in tv fanno ben sperare i produttori di “Grimm”, che partirà venerdì in America. La storia, anche in questo caso, unisce i due mondi sopra citati, con la differenza che “Grimm” punta più ad un crime, con le indagini di due poliziotti su casi che riguardano personaggi delle favole, che sul mistero e la lotta contro il Male. Per David Greenwalt, creatore della serie, “è sempre un buon momento per parlare di favole, come essere spaventati di sera con una storia delle buonanotte che ti mette un po’ paura. Questo genere si è evoluto. E’ un’opportunità per raccontare generi diversi e vari di storie. E’ un momento perfetto per una storia del genere”.