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Speciale Fiction italiana – Il parere di Diego Odello, CineTivù

Dieci aspetti che rendono la fiction italiana quella che è. Il contributo al nostro dibattito di Diego Odello.

pubblicato 2 Novembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 02:16


    Lo SPECIALE Fiction italiana si arricchisce di un altro parere che proviene da oltreconfine: dopo Italiansubs, tocca a Diego Odello di CineTiVu, che ha redatto una specie di elenco da “tavole della legge”, i 10 motivi per cui la fiction italiana è la-fiction-italiana. Il suo contributo segue l’introduzione di Paolino, il commento alle dichiarazioni di Del Noce e Scheri, le osservazioni di Italo Moscati e quelle dei blogger di Itasa, le parole di Luca Barbareschi (che ovviamente, pur sparando qualche bordata – a salve? -, deve difendere il proprio orto). E non finirà qui. Si noti che il contributo di Diego è stato scritto prima della notizia di Boris in onda su RaiTre e del contributo di Debora. A scanso di equivoci. Ma resta comunque valido.

Dieci aspetti che rendono la fiction italiana quella che è

Premessa d’obbligo: di seguito elencherò i principali problemi della produzione seriale lunga, media e corta italiana. Se la premessa vi ha annoiato guardatevi attentamente Boris. Se non conoscete la serie, chiedete a Mediaset e alla Rai – che con Rai Cinema ha coprodotto il film – perché non l’hanno mai acquistata (fino a pochi giorni fa, ndR), preferendo mandare in onda le repliche di repliche di repliche di prodotti italiani e/o stranieri.

Sovraesposizione mediatica

Utilizzare sempre gli stessi attori in fiction differenti, rende meno importante la presenza stessa dell’attore nella fiction.

Troppo divario tra gli attori

In Italia si dà tanta importanza all’attore principale e troppo spesso ci si dimentica che il valore aggiunto di una serie è dato dai personaggi di contorno e dalle guest star. Il divario che si crea rende meno credibile la storia stessa. In America anche il ruolo di ospite viene interpretato anche da attori che hanno vinto l’Oscar.

La fiction non è per giovani attori


In Italia non esistono fiction in cui i giovani attori sono unici protagonisti. Quando va bene (leggasi I Cesaroni e Tutti pazzi per Amore) sono coprotagonisti, quando va così così sono gli studenti di qualche scuola, quando va male sono i figli dei protagonisti. Guardate le fiction inglesi e capirete … alcuni esempi? Misfits, Merlin e Bedlam.

Le storie non sono innovative

Gli sceneggiatori bravi ci sono, ma possono scrivere solo: l’agiografia di qualche personaggio, melò e favole (se non erro qualcuno disse espressamente che in tv si dovrebbero raccontare storie capaci di rilassare e far sognare), polizieschi (ma inserendo una linea rosa) e serie tv sulla criminalità organizzata.

Dialoghi poco accattivanti, nessun tormentone

I dialoghi proposti sono piatti, adatti ad ogni occasione e (peggio) ad ogni personaggio.
E’ difficile ricordare frasi tormentone dei protagonisti delle fiction italiane. Oltre a “Montalbano sono” e “Uno parola è poca e due sono troppe” c’è dell’altro?

Poca attenzione al particolare

Nonostante l’Italia possa vantare maestranze tra le migliori al mondo (lo si può ancora notare nella fiction in costume), c’è carenza di particolari che connotano gli ambienti, tutti spogli e anonimi, e scarsa attenzione nel look dei personaggi, fondamentale per renderlo meno bidimensionale agli occhi dello spettatore.

I tempi di realizzazione sono troppo stretti

Si lamentano tutti dei ritmi da maratona che si tengono sul set, dagli attori ai registi, ma alla fine devono accettare di girare le scene velocemente, perché il budget è quello che è.

Appiattimento nelle dichiarazioni ufficiali

Sentire i direttori fiction di Rai e Mediaset è avvilente, perché usano in maniera impropria termini come “Qualità” (le loro fiction sono sempre di qualità) e “Sperimentazione” (a prescindere dal prodotto da parte loro c’è sempre tanta sperimentazione).

Pubblicità errata

Si può conquistare pubblico giovane mandando Beppe Fiorello a Domenica In e Gabriel Garko a Domenica Cinque? Si può conquistare pubblico giovane utilizzando il web come se fosse una protesi della tv?

Programmazione errata

Due episodi a sera sono troppi: nel resto del mondo si propongono due puntate consecutive solo in casi eccezionali o in occasione delle season premiere. Non dimentichiamoci che la nostra realtà televisiva ha bisogno di eventi per fare grandi numeri e che i giovani sono figli di youtube (prodotti lunghi annoiano in fretta).
Il palinsesto ballerino danneggia la fidelizzazione ed è poco rispettoso nei confronti del pubblico.

Diego Odello