Sarò sempre tuo padre, la fiction dalla parte del maschio. Recensione
Recensione e gallery di Sarò tuo padre, miniserie di Rai1 con Beppe Fiorello, Ana Caterina Morariu e Rodolfo Laganà
E’ terminata su Rai1 la prima puntata di Sarò sempre tuo padre, la fiction in due puntate con Beppe Fiorello, Ana Caterina Morariu e Rodolfo Laganà, per la regia è di Lodovico Gasparini. Vi avevamo già parlato a grandi linee della trama: una separazione come tante altre, voluta dalla moglie e non condivisa dal marito, ma comunque accettata con la speranza che il futuro potesse riservare sorprese positive per la famiglia, soprattutto per il bene del figlio di soli otto anni. Un problema reale, che riguarda centinaia di padri separati nel nostro paese e che, attraverso questa fiction, può avere un grosso risalto.
La prima ora della miniserie scorre veloce e risulta molto toccante, sebbene particolarmente triste. Beppe Fiorello riesce ad interpretare al meglio il dramma di un uomo che perde inaspettatamente la moglie e, pur non capendo le proprie colpe, lotta per tenerla legata a sé. Purtroppo non vengono approfonditi i motivi che spingono la donna a separarsi e questo porta a pensare che per lei sia più che altro un “capriccio”, una voglia di libertà, mentre il personaggio di Fiorello, Antonio Rubino, sembra un uomo senza colpe (a parte quella di pensare troppo al benessere della propria famiglia).
Dopo la firma della separazione e l’accordo sui termini la fiction diventa “troppo italiana”, come direbbe il grande Stanis La Rochelle. Una serie di sfighe senza precedenti colpisce il protagonista: il figlio che scappa nel primo week-end di affidamento, guasti alla macchina, multe, regole infrante, risse, fino alla perdita del lavoro. L’ex moglie invece ritrova la serenità grazie ad un nuovo contratto di lavoro, sebbene in prova, per una rubrica di moda su una rivista e si inizia ad intuire la possibilità di un flirt con il nuovo capo, anch’egli separato.
Sarò sempre tuo padre con Beppe Fiorello
Un cambio di direzione molto netto che, purtroppo, stupisce in negativo. Antonio Rubino muta, e con esso la recitazione di Beppe Fiorello, meno naturale e più “aggressiva”, ma il protagonista continua comunque a rimanere una sorta di eroe buono schiacciato dai soprusi della vita, che cerca pretesti per vedere il proprio figlio (sempre più negato dopo le regole infrante) ed è ancora illuso che la storia con Diana possa ripartire.
La fiction rappresenta un tentativo di dare eco ad un problema importante e per questo va promossa. La realizzazione però, per buona parte della prima puntata, è esagerata e troppo “sbilanciata”, come se porre l’accento sui diritti negati di un padre dovesse per forza diventare il pretesto per gettare fango su una donna che sceglie di separarsi e di iniziare una nuova vita. In ogni caso, in un paese in cui nelle fiction “impegnate” la donna è quasi sempre rappresentata come parte debole, una vittima al maschile è particolarmente originale.