Home Michele Santoro: «Se il premier va da Vespa, il futuro è uguale al passato» (Video)

Michele Santoro: «Se il premier va da Vespa, il futuro è uguale al passato» (Video)

Nella sesta puntata di Servizio Pubblico, Michele Santoro attacca l’esecutivo Monti.

9 Dicembre 2011 15:24

Nell’anteprima di Servizio Pubblico di ieri, 8 dicembre 2010, Michele Santoro – introdotto in studio da La stangata – provoca duramente, critico nei confronti del Governo Monti. Ci sono volute quattro settimane, e una puntata straordinaria di Porta a Porta. Santoro comincia con l’ironia sui tagli alle pensioni:

Se cominciassimo ad ammazzarli, i pensionati, comunque non saremmo sicuri di arrivare a questa famosa parola magica, la crescita

.

Il giornalista fa notare che le misure del decreto salva-Italia rischiano di mandare sul lastrico milioni di famiglie italiane, di creare precariato. Si è rivolto direttamente al Ministro Fornero, chiedendosi se sia così necessario andare così in fretta, ha citato il dato del 10% degli italiani che possiedono il 45% della ricchezza. E poi ha chiesto ai “professori” del Governo tecnico quale sia il futuro che immaginano. In particolare, poi, citando l’episodio – affatto edificante per l’informazione tutta – dell’ospitata di Mario Monti a Porta a Porta:

«In questo futuro, l’informazione, secondo voi come dovrà essere? In questo futuro che voi immaginate, un presidente del Consiglio che fa? Va davanti a tutti i giornalisti e rispondere alle domande che gli vengono fatte, oppure va a Porta a Porta? Perché se va a Porta a Porta, allora il futuro è uguale al passato».

Ecco, è un bene che Santoro se ne sia accorto. Ma non c’era bisogno di aspettare l’ospitata di Monti da Vespa – pagina davvero triste, lo ribadisco, di presunto pubblico servizio – per capire che il futuro sarebbe stato “uguale” al passato: era sufficiente conoscere le origini, le idee e la formazione di Monti, per capire che strada avrebbe preso il suo Governo.

Ora, dopo festeggiamenti magari comprensibili ma anche poco eleganti, il giornalismo italiano dovrà finalmente fare di nuovo il suo e reinventarsi watchdog. Non di uno, né di singoli, ma di un’intera ideologia politica. Forse sarà davvero un bene.

Michele Santoro