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Auditel: TvBlog intervista una ex famiglia utilizzatrice del meter – prima parte – “Sugli ospiti si può anche barare…”

Intervista esclusiva ad una ex famiglia Auditel – Prima Parte

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pubblicato 15 Dicembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 01:09


Di Auditel in questi giorni si fa un gran parlare. Dalle polemiche per i ritardi del venerdì causa dato di Santoro, alla pubblicazione dei dati sul target commerciale, alla stangata da parte dell’Antitrust per abuso di posizione dominante. TvBlog, che si occupa di dati Auditel dall’ottobre 2006 attraverso un post preso ad esempio un po’ ovunque nella rete, è riuscita ad intervistare in esclusiva una ex famiglia Auditel, proprio una persona che fino a circa due anni fa era in possesso della scatoletta, il cosiddetto meter, per rilevare l’ascolto di ogni singola trasmissione. Ne è uscita un’intervista chiarificatrice che vi proponiamo in due parti, mantenendo l’assoluto anonimato della persona da noi contattata (M.F.) pur avendo la prova confutata inconfutabile (le foto sono state fornite da lui) del suo operato.

Come è entrato a far parte del panel delle famiglie Auditel?

“Nel gennaio 2008 la nostra famiglia venne contattata telefonicamente e mia madre mi chiese, dopo aver parlato con questa signora, se volessimo accettare. Essendo io un appassionato di televisione, piuttosto di sentire una cosa raccontata o viverla su un libro, ho accettato di buon grado. La telefonata da parte di Auditel fu casuale, non avevamo partecipato a nessun tipo di concorso, ammesso ci fossero, nè tantomeno avevamo chiesto di entrare nel panel. Per me è stato un fulmine a ciel sereno, addirittura ero pure dubbioso che esistessero queste fantomatiche famiglie Auditel e ho accettato per pura curiosità”.

Per quanto tempo è durato il vostro utilizzo del meter?

“Due anni pieni, dal 2008 al 2010”.

Dal momento in cui avete accettato, qual è stata la procedura che è stata attuata per installare la macchinetta infernale sui vostri televisori?

“E’ venuto un tecnico della zona per effettuare il lavoro e ci ha installato il famigerato meter”.

Solo su un televisore come si è letto da qualche parte o su tutti i televisori della casa?

“Questa è una panzana scritta dalla Gisotti nel suo libro. I meter vengono installati su tutti i televisori esistenti nella casa e non solo su uno. Aggiungo inoltre che noi avevamo un televisore di scorta che tenevamo in mansarda e che usavamo per il balcone quando ci capitava di mangiare fuori che non avevamo segnalato, altrimenti ci avrebbero meterizzato pure quello. Sarebbe stato per noi un peso chiamare il tecnico per un televisore che utilizzavamo solo d’estate, far installare il meter e poi disinstallarlo in inverno quando lo riportavamo in mansarda”.

Meter Auditel
Ma se è così però vuole dirmi che quel dato qualora guardaste la tv non era rilevato. Non è la dimostrazione che la rilevazione Auditel fosse in un certo monca e falsata?

“In effetti così potrebbe sembrare anche se, dopo un tot. di tempo in cui per esempio mio padre non veniva rilevato dal sistema perchè lui stesso non si registrava attraverso il telecomando e guardava la tv su quell’apparecchio temporaneo, Auditel ci contattava per capire cosa stesse succedendo. Una cosa che dimostra quanto stessero attenti a che tutto venisse fatto nei minimi termini, ma che ritengo sbagliata obbligandoci di fatto a cambiare il nostro stile di vita in base a questa macchinetta”.

Ci spiega esattamente come funzionava una giornata tipo dal momento in cui accendeva il televisore in relazione a quanto doveva fare per far rilevare dal meter il dato?

“Il meter, una volta che accendevi la tv si attivava e quindi automaticamente rilevava il canale che stavamo guardando. A quel punto sull’apparecchio compariva una scritta scorrevole dove si chiedeva ‘Chi è presente?‘, che rimaneva tale fino a quando non ti registravi come persona. Siccome l’Auditel è nato principalmente per gli investitori pubblicitari e per dire chi guarda quel determinato programma, era obbligatorio registrarsi”.

In che modo avveniva la registrazione?

“Quando veniva portato a casa l’accessorio dal tecnico, veniva anche chiesto quanti fossero i componenti della famiglia, nel mio caso 4. A quel punto, veniva personalizzato il telecomando in A, B, C e D dove A è il capofamiglia, B il coniuge, C il primogenito e D il secondo figlio. Gli ospiti da questo computo erano tenuti fuori e venivano inseriti di volta in volta selezionando sul telecomando se si trattasse di M (maschio) o F (femmina) e quanti ce ne fossero davanti al televisore in quel momento. Tutto questo veniva memorizzato per una giornata intera, salvo che non si spegnesse il televisore, in qual caso tutto veniva azzerato”.

Telecomando Meter
In sostanza mi sta confermando quello che era stato già rilevato nell’intervista di Alessandra Comazzi un anno fa ad un’altra famiglia Auditel secondo la quale, sugli ospiti si poteva barare perchè di fatto non c’è nessun controllo. E’ così?

“E’ possibile barare, perchè se sei da solo e vuoi segnalare che in realtà ci sono 5 persone nessuno ti vieta di farlo. Certo, considerato che questa va vissuta come un’indagine statistica, sarebbe opportuno essere corretti affinchè sia il più possibile veritiera. Se per esempio uno adora Santoro e vuole alzargli l’ascolto, può tranquillamente dire di avere più ospiti rispetto a quelli che effettivamente ci sono in casa, questo sì. Se ieri avessi avuto ancora il meter, avrei forse alzato l’ascolto della trasmissione di Nuzzi, Gli Intoccabili che ho trovato meravigliosa”.

A lei è mai capitato di barare?

“Essendo come le dicevo un appassionato e uno che ogni giorno consultava alle 10.00 di mattina anche su TvBlog i dati Auditel, ho cercato di essere il più possibile corretto e così ho chiesto di fare a tutti i componenti della mia famiglia. Se posso essere sincero, non amando particolarmente la Buona Domenica di Paola Perego, spesso mi capitava di registrare meno persone di quante ce ne fossero. Non mi è mai capitato invece di aumentare a dismisura gli ospiti in base alle mie simpatie. Certo che, essendo 5.200 famiglie, se bara solo una, il dato non cambia poi di molto”.

Fino a quanti ospiti si potevano aggiungere in una singola trasmissione?

“Non c’era un vero e proprio limite, forse fino a 10 ma volendo uno poteva anche dire di aver creato un proprio gruppo di ascolto per quel determinato programma. Era indispensabile non metterne meno di 1, però non c’era limite a quante persone potessero essere davanti alla televisione in quel momento. Ovviamente, nel mio caso essendo uno dei primi critici di Auditel, cercavo di essere corretto, cosa che non posso dire con certezza delle altre famiglie che possiedono il meter e magari guardano la televisione avendo convinzioni ideologiche e/o politiche che possono far falsare il dato”.

Di fatto però tutto questo per voi era un lavoraccio. Ogni volta dovevate segnalare chi fosse davanti alla tv, ogni volta che andavate per esempio in bagno dovevate registrarlo. Non avete mai pensato di mollare?

“Preciso sin da subito che siamo stati noi a chiedere ad Auditel dopo 2 anni che ci togliessero dal panel. Abbiamo fatto tutto in maniera regolare per oltre un anno e mezzo, rilevando anche quando per esempio mia madre guardava un programma su un televisore in un’altra stanza e poi entrava in un’altra guardando lo stesso programma insieme a mio padre, togliendosi quindi dal precedente. Io stesso segnalavo anche quando andavo in bagno, solo che ad un certo punto, diventato il tutto troppo pesante, abbiamo chiesto di toglierci”.

Avete mai subito pressioni durante il periodo in cui siete stati famiglia Auditel?

“Nessuna pressione, nè da pubblicitari, nè tantomeno in cambio di un ritorno economico. Spesso capitava che Auditel ci chiamasse ma solo per controllare che tutto venisse fatto nell’assoluta regolarità, nessuno ci ha mai detto cosa dovessimo guardare e con quante persone”.

Sono cambiate le vostre abitudini da quando siete diventati famiglia Auditel? Il meter ha condizionato la vostra vita anche dopo, del tipo che accendete più a lungo la televisione, state più attenti ecc.?

“Direi di no. Succedeva che la mattina accendessi la televisione solo come audio per esempio su Omnibus e alcune volte non mi registrassi per pigrizia. Anche dopo l’utilizzo comunque non è nè diminuto nè aumentato il nostro utilizzo dell’apparecchio televisivo”.

Tutto questo lavoro per Auditel cosa comportava per voi in termini economici? Si è parlato di leggende secondo cui venivano offerte forniture annuali, regali costosissimi e altro…

“C’era un regalo di benvenuto del valore economico di 20 euro che credo di non aver mai preso. C’era un catalogo dal quale scegliere dei premi, ma cose tipo aspirabriciole, utensili di cucina e altro. Dopo ogni anno di uso del meter, si poteva chiedere un premio che in base al tempo, aumentava di valore. Si andava all’Ipod alla radiosveglia. Niente di costoso, era un modo per ringraziarci del disturbo e anche del consumo elettrico del meter”.

(mb)
Continua…