Home Notizie Asta Frequenze: Berlusconi insiste, Mediaset non partecipa. Gentiloni stima in 1 miliardo l’incasso

Asta Frequenze: Berlusconi insiste, Mediaset non partecipa. Gentiloni stima in 1 miliardo l’incasso

L’ex premier sostiene che Mediaset non parteciperà all’asta per le frequenze, i tempi sono lunghi. Gentiloni stima l’incasso a 1 miliardo di euro.

pubblicato 19 Dicembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 01:03


Per essere uno che non se ne occupa ha le idee piuttosto chiare. Silvio Berlusconi torna a parlare delle frequenze del digitale terrestre, o meglio dell’asta che il governo Monti sta “studiando” dopo aver bloccato il beauty contest che ne avrebbe previsto l’assegnazione gratuita con Rai e Mediaset in prima fila per aggiungere banda a quella già disponibile. Il responso è sempre lo stesso: l’azienda di famiglia non parteciperebbe, non c’è interesse:

Io sono fuori, ma non ne ho parlato nemmeno una volta con qualcuno a Mediaset o in Rai. Sky ha detto di non essere interessata, prevedo quindi non ci sia nessuno che possa portare dei fondi importanti. Le frequenze non sono un bene che ha mercato. In tutta Europa è così, non sono sottoposte a pagamento.

Sul fatto che in tutta Europa non siano state sottoposte a pagamento non ci piove, lo abbiamo spiegato qualche giorno fa nel dettaglio, ma l’impressione che Berlusconi bluffi sulle reali intenzioni di Mediaset c’è. Certo il gruppo di Cologno Monzese potrebbe non partecipare, ma si tratterebbe in caso di un problema di liquidità perché ottenere spazio per un nuovo Mux farebbe piacere eccome a Mediaset. Premium, l’offerta pay, ha sempre bisogno di spazio per implementare nuovi canali e tanto per essere chiari il gruppo ha già utilizzato quelle frequenze in via “sperimentale” diffondendo le versioni HD dei due generalisti Canale 5 e Italia 1. Quando la procedura del beauty contest è stata avviata (ormai mesi fa) ha reso libere quelle frequenze.

Intanto il futuro di queste frequenze è incerto. Il ministro Passera ha fatto capire di non avere le idee chiare e si ipotizza uno stop alla procedura con un “ripensamento” del sistema di assegnazione che potrebbe durare mesi, anche un anno.


Su Twitter abbiamo interpellato l’ex ministro per le comunicazioni Paolo Gentiloni (fra i più arcigni oppositori del beauty contest) che ha stimato in 1 miliardo di euro l’incasso per lo Stato. Molti meno dei 16 di cui si è favoleggiato sui giornali, ma anche meno dei 4 che più recentemente erano stati individuati come obiettivo.

Per Gentiloni le frequenze valevano 350 milioni di euro l’una, fino a 4 mesi fa. Se dovessero passarne altri 6 di mesi cosa succederà?