E’ morto Giorgio Bocca
Giorgio Bocca, giornalista italiano classe 1920, si è spento oggi, 25 dicembre 2011, all’età di 91 anni. Ecco la sua ultima intervista alle Invasioni Barbariche.
Giorgio Bocca è morto oggi, 25 dicembre 2011, nella sua casa di Milano, all’età di 91 anni.
Nel video, una delle ultime apparizioni televisive del giornalista, intervistato alle Invasioni barbariche da Daria Bignardi.
Classe 1920, nato a cuneo, Bocca aderì, in un primo tempo – come la maggior parte degli italiani – al partito fascista, per poi divenire, dopo l’8 settembre 1943, uno degli animatori della resistenza partigiana come comandante della Decima Divisione Giustizia e Libertà: nonostante le origini fasciste, rifiutò categoricamente ogni tentativo di revisionismo proprio sulla resistenza, divenendo un grande oppositore di Giampaolo Pansa, che del revisionismo storico ha fatto un cavallo di battaglia.
Ha sempre rifiutato una precisa connotazione politica, caratterizzandosi più che altro come pensatore libero (o, secondo alcuni, come polemista: la sua rubrica su L’Espresso si chiamava l’Antitaliano). In un’intervista pubblicate su L’Espresso ha dichiarato: «Sono certo che morirò avendo fallito il mio programma di vita: non vedrò l’emancipazione civile dell’Italia. Sono passato per alcuni innamoramenti, la Resistenza, Mattei, il miracolo economico, il centro-sinistra. Non è che allora la politica fosse entusiasmante, però c’erano principi riconosciuti: i giudici fanno giustizia, gli imprenditori impresa. Invece mi trovo un paese in condominio con la mafia. E il successo di chi elogia i vizi, i tipi alla Briatore».
E in effetti, l’emancipazione civile del nostro paese non l’ha vista. Uno dei più grandi oppositori di Berlusconi, Bocca ha fatto parlare di sé fino all’ultimo: è di pochi mesi fa, infatti, una durissima intervista da cui non si salva nessuno e nella quale – cosa che ha suscitato parecchie polemiche – Bocca se la prese anche con il meridione.
Nel 2008 vinse il premio Ilaria Alpi alla carriera. L’11 gennaio uscirà il suo ultimo libro, «Grazie no. 7 idee che non dobbiamo più accettare». Personaggio controverso, non ha comunque mai avuto paura di dire quel che pensava. E quel che disse accettando il premio Ilaria Alpi dovrebbe essere una linea guida per i giornalisti di ogni ambito e settore:
«Tutti quelli che fanno il giornalismo lo fanno sperando di dire la verità: anche se è difficile, li esorto e li incoraggio a continuare su questa strada».