Home Ascolti TV #WIDG – Io & l’Auditel – Maurizio Costanzo: “Credo all’Auditel, ma va aggiornato ai nuovi media”

#WIDG – Io & l’Auditel – Maurizio Costanzo: “Credo all’Auditel, ma va aggiornato ai nuovi media”

A TvBlog Maurizio Costanzo racconta il suo rapporto con l’Auditel

di Hit
pubblicato 4 Marzo 2012 aggiornato 21 Gennaio 2021 16:25


Anche oggi, nella giornata conclusiva di WIDG – La Tv che vorrei, la settimana dedicata alla qualità in televisione da ben 27 realtà sul web, proponiamo l’intervento di una personalità di spicco della nostra televisione. E siccome ci piace sparigliare, perché qui non amiamo il tifo ma ci piace che si possano confrontare idee diverse, per oggi, giorno in cui TvBlog aderisce a Una domenica senza Auditel, ecco il parere di un personaggio che ha navigato trasversalmente la televisione italiana, pubblica e privata: Maurizio Costanzo. Che con l’Auditel è il più “buono”, pur ammettendo che sia necessario un aggiornamento alle nuove realtà. Anche tecnologiche.

Maurizio Costanzo chiude questo spazio che ha già ospitato la conversazione con Gian Paolo Tagliavia e i contributi di Antonio Di Bella, Mario Maffucci, Paolo Bonolis, Gianni Boncompagni, Carlo Freccero, Renzo Arbore e Pippo Baudo

    Io & l’Auditel – Maurizio Costanzo

    WIDG - La tv che vorrei L’Auditel è una convenzione ed è credibile. Quando guardavo questi numeri, in linea di massima le puntate di un programma del quale sentivo attorno a me parlare bene ed aveva un buon seguito, erano più alti rispetto alle altre. Io mi sono sempre detto una cosa precisa: hanno parlato male dell’Auditel tutti quelli che hanno avuto un programma che ha fatto cifre basse.

    Con il passare degli anni e l’arrivo della televisione satellitare e del digitale terrestre è evidente che, probabilmente, il sistema va aggiornato. Se noi infatti guardiamo i dati Auditel di oggi e li raffrontiamo con quelli di ieri, parlando delle 7 reti generaliste, vediamo che manca all’appello un 20-25%, talvolta 30-35% di share. C’è quindi una parte di pubblico che sta altrove, questa parte di pubblico va censita e nel contempo va censita meglio l’auditel tradizionale.

    O si rifà tutto, e non vedo il perché, oppure andrebbe rimessa a posto la macchina, pensando alle nuove realtà che sono il web, il satellitare ed il digitale terrestre. Se si vuole poi si rifaccia l’assetto societario, si facciano entrare Sky, i network minori. Poi comunque non possiamo fare a meno di avviare un ragionamento sul web. Io conosco ragazzi di 14-15 anni che manco per errore accendono la televisione. Occorre quindi una riforma di tutto il sistema che includa misurazioni che riguardano i nuovi media. E’ del tutto evidente che quando fai il conto ti accorgi che c’è un pezzo che manca. Questo “altrove” è troppo semplicistico dire che sta nel digitale, nelle pay. Quello che si diceva anni fa e cioè che si arriverà a farsi un palinsesto da soli sta già accadendo, attraverso per esempio il web.

    Mi scappa da ridere quando qualcuno diceva che Rai2 ha un target giovane: porca miseria a me sembra che sia passato Erode!

    Io & l’Auditel – Maurizio Costanzo

    E’ un errore poi andare per target commerciali che servirebbero per vendere la pubblicità: non è così. Essendosi notevolmente allungata l’età media, a me capita per esempio di vedere le necrologie sulla stampa ed il più giovane ha oltre 80 anni, ecco che anche i target commerciali cambiano. Perché c’è un pubblico medio alto d’età, abbastanza lucido ed è appunto per questa nuova realtà che bisognerebbe approntare un tipo di tecnologia più semplice, che permetta loro di fruire delle nuove offerte digitali e web alla stregua dei giovani, perché questo pubblico lo pretenderà. Io credo che se una persona di 77 anni ha voglia di rivedersi Canzonissima del ’68, gliela devi dare attraverso una facile tecnologia.

    Sono contrario poi sul rendere accessibili i dati Auditel ai soli addetti ai lavori. Io penso che le cose vanno dette, quando sento parlare di cose riservate mi preoccupo. In Italia poi la parola riservatezza è priva di senso.

    Il gradimento non c’è più, ormai siamo disabituati. Il gradimento si fa nei numeri, se un prodotto viene visto sempre e in maniera costante o crescente nel corso delle puntate è evidente che è gradito: se ti vedo e ti continuo a vedere = ti gradisco.

    Io sono per una progressiva interattività e credo che questo sia il prossimo appuntamento inevitabile ed imperdibile. Per anni il pubblico ha fatto ciao con la mano quando vedeva la telecamera, poi ha voluto raccontare le proprie storie, poi anche con gli sms, vedevo per esempio la serata dell’ultimo dell’anno da Courmayeur con i messaggini dei telespettatori che si rincorrevano in video. Io credo che in futuro il pubblico interagirà sempre di più attraverso le nuove tecnologie. Negli ultimi programmi che ho fatto e in quelli che sto proponendo ora, insisto perché si trovino nuove sponde di interazione con i telespettatori.

    Maurizio Costanzo

Foto | © TM News