Alcatraz, la serie tv di J.J. Abrams da stasera su Premium Crime (i primi due episodi visibili per tutti su Premium Anteprima)
Su Premium Crime di Mediaset Premium Alcatraz, la nuova serie di J.J. Abrams che racconta della misteriosa sparizione dal famoso carcere di 302 persone negli anni Sessanta. I primi due episodi saranno in onda in chiaro su Premium Anteprima (canale 309)
Un’altra isola, un altro mistero, lo stesso clima spettacolare e da evento: tutto questo è “Alcatraz”, la serie tv ideata da J.J. Abrams in onda da stasera alle 21:15 su Premium Crime di Mediaset Premium e che, solo per stasera, sarà trasmesso in chiaro anche per i non abbonati alla pay-per-view su Premium Anteprima (canale 309 del digitale terrestre).
Abrams, quindi, torna su un’altra isola, dopo aver incantato e sorpreso milioni di telespettatori con il cult “Lost”, di cui si porta dietro Elizabeth Sarnoff, produttrice anche di questo show (che però, durante le riprese, ha abbandonato), e Jorge Garcia, interprete di Hugo e qui nei panni di un nuovo personaggio scritto apposta per sdrammatizzare la tensione provocata dalla trama principale.
“Alcatraz”, infatti, si nutre di due generi: il poliziesco ed il mistery, raccontando di come, nel 1963, 302 persone (256 prigionieri e 46 guardie) scompaiono nel nulla dal carcere di massima sicurezza di San Francisco, da cui, fino ad allora, nessuno era riuscito a scappare. La narrazione torna ai giorni nostri quando la detective Rebecca Madsen (Sarah Jones, “Sons of anarchy”), ancora scossa per la recente perdita del suo partner di lavoro, inizia ad indagare sull’omicidio di E.B. Tiller (Jason Butler Harner nei flashback), spietato direttore del carcere ai tempi.
Sarah Jones, protagonista di “Alcatraz”
Rebecca scopre, però, che le le impronte rilevate sulla scena del crimine rimandano ad un detenuto di Alcatraz, dichiarato morto anni prima. Per la detective il tempo per farsi delle domande è poco, dal momento che ad impedirle di indagare arriva Emerson Hauser (Sam Neill), agente dell’Fbi scorbutico e misterioso, che prende in carico il caso.
Inutile dirvi che la protagonista non mollerà e, grazie all’aiuto di Diego “Doc” Soto (Garcia), esperto di Alcatraz nonchè fumettista e videogamer incallito, scopre una verità che non era mai emersa: secondo le carte, infatti, i detenuti di Alcatraz furono trasferiti tutti nel 1963. In realtà, 302 di loro sono scomparsi nel nulla. A complicare le cose, il fatto che i detenuti stanno tornando a mostrarsi, senza essere invecchiati di un giorno rispetto a 49 anni fa. Rebecca, Doc, Hauser e Lucy Banerjee (Parminder Nagra, Neela in “E.r.”) diventeranno così parte di una squadra i cui casi non mancheranno di riservare sorprese anche ai protagonisti stessi, i cui legami con Alcatraz potrebbero essere diversi da quelli che pensavano di avere (come Rebecca, il cui zio Ray –Robert Forster– è stata una guardia della prigione, così come il nonno).
Il nuovo show di J.J. Abrams, ad una prima visione, altro non è che un giocattolone che accontenta sia i fan di “Lost” che di “Fringe” (altra serie ideata e prodotta da lui): molti gli elementi ricorrenti della filmografia del regista, infatti, tornano in questa serie, a partire dalla protagonista femminile, una donna forte all’apparenza ma ricca di insicurezze, passando per i misteri, da snocciolare con saggezza nel corso delle puntate per tenere il telespettatore incollato davanti alla tv, e le musiche composta da Michael Giacchino. “Alcatraz” sfrutta la potenza di una leggenda reale (quella della prigione da cui era impossibile scappare) per costruire una mitologia basata sulla fantasia degli autori, ricca -come sempre accade quando si tratta di Abrams – di forti connessioni tra passato e presente.
Anche qui, infatti, troviamo numerosi flashback, che raccontano la vita dei prigionieri all’interno del carcere. Ma questa volta a dominare sono anche i casi di puntata, una trama verticale che permette anche ai telespettatori meno costanti di tornare a vedere lo show senza causare (o almeno così dovrebbe) cali particolari di pubblico nel corso delle puntate.
Abrams, insomma, non ha inventato nulla di nuovo, ma è riuscito un’altra volta a creare intorno ad una sua produzione quell’hype necessaria a lanciarla tra il grande pubblico ed attirarne l’attenzione. I primi due episodi, trasmessi in un’unica serata, in America hanno raccolto dieci milioni di telespettatori, facendo di “Alcatraz” uno dei migliori debutti per una serie crime sulla Fox. Il calo nella terza puntata, vista da nove milioni di persone, è fisiologico, ma per ora l’attenzione resta alta nei confronti di una serie che sembra ancora avere molto da dire.
Ora dipenderà tutto dalla capacità degli autori di intrattenere i telespettatori senza ingannarli con eccessive puntate riempitive e colpi di scena sempre più radi: una buona storia è tale anche grazie a come la si racconta, e nel caso di serie tv con una componente mistery, la pianificazione di ogni risposta che deve essere fornita è fondamentale.
In molto accusano Abrams di aver creato dei capolavori che col tempo si sono persi per strada. L’ampia gamma di personaggi potenziali da cui “Alcatraz” può prendere spunto fanno ben sperare in un intreccio ricco di svolte, con cui giocare senza troppe conseguenze. Se Abrams riuscirà a sfruttare per bene questa sua idea senza rimanere… prigioniero del suo stesso entusiasmo, lo capiremo già dai prossimi episodi.
Vi ricordiamo che la trasmissione su Premium Crime avverà in maniera tale che la distanza tra la messa in onda americana e quella italiana sarà di una settimana: stasera andranno in onda due episodi doppiati ed un terzo (quello della scorsa settimana) sottotitolato, la settimana prossima andrà invece in onda, alle 21:15, il terzo episodio doppiato ed il quarto sottotitolato, mantenendo questo ritmo fino alla messa in onda di tutte e tredici le puntate.