Serie A al gelo per la tv? Sky respinge le accuse
La pay tv non vuole essere ritenuta colpevole del calendario e degli orari delle partite della Serie A nei giorni in cui freddo e neve bloccano parte del campionato.
La Serie A è nella bufera, ma Sky non vuole entrarci. In questi giorni di freddo intenso e le eccezionali precipitazioni nevose sono state tante le partite rinviate. Martedì Parma – Juventus, poi nella serata di ieri Atalanta – Genoa, Bologna – Fiorentina e Siena – Catania. Ieri sera le 5 partite rimanenti (una è prevista domani) hanno riempito con gol e spettacolo il prime time delle pay tv, ma l’insoddisfazione dei tifosi e le recriminazioni che accompagnano istericamente il nostro calcio si sono fatte sempre più forti. La questione centrale è il calendario: “Perché spezzettare così tanto il calendario facendo giocare le partite di sera in pieno inverno?”.
La risposta è più o meno sempre la stessa “colpa della tv”, colpa di Sky (e in subordine di Mediaset Premium) che pretende un numero crescente di anticipi e posticipi che hanno violato ormai da oltre una decade la liturgia della contemporaneità, del programma del campionato tutto incentrato nel sacro orario delle 15 domenicali. Le pay tv sono dunque responsabili, paradossalmente, del peggioramento dello spettacolo complessivo e di sottoporre involontariamente tifosi e giocatori a rischi per l’incolumità.
Si tratta di una di quelle verità ormai acquisite dall’opinione pubblica, ma Sky cerca di opporsi e nella serata di ieri ha diffuso un durissimo comunicato stampa con le dichiarazioni di Jacques Raynaud. Il vice presidente di Sky Sport Channels & Advertising spiega che le decisioni sul calendario sono autonomamente prese dalla Lega Calcio Serie A e le responsabilità dei mali del pallone nostrano sono tutte da cercare al suo interno:
Ritengo importante chiarire alcuni punti. La partita di ieri sera (ndr Parma – Juventus) è stata annullata per motivi di ordine pubblico legati alla sicurezza dello stadio. Le pay-tv non hanno nulla a che fare con le condizioni degli impianti sportivi, cosa che non si può dire invece di alcune amministrazioni locali e delle società di calcio che proprio dagli abbonati alle pay-tv hanno ricevuto solo durante gli ultimi due anni oltre 1 miliardo e 600 milioni di euro. Una cifra che corrisponde ad oltre 2 milioni di euro al giorno inclusi Natale, Ferragosto e Santo Stefano.
Insomma, Sky sovvenziona il calcio tenendo in piedi la baracca, ma le società e gli enti locali non si occupano di dotare le squadre di impianti in grado di ospitare una partita in sicurezza anche in condizioni meteorologiche avverse con una sola lodevole eccezione:
Purtroppo le società di calcio – ad eccezione della Juventus – non hanno investito quasi nulla di questa cifra straordinaria negli stadi dove accolgono ogni domenica i loro tifosi, con le evidenti conseguenze di queste ore. Ricordo infine che non sono le pay-tv a decidere il calendario della Serie A. Questo calendario è deciso dalla Lega Calcio che gestisce in completa autonomia date, anticipi e posticipi, oltre alla scelta dei 5 turni infrasettimanali. Certo, gli orari e la struttura del calendario sono la diretta conseguenza dei costanti aumenti di corrispettivi richiesti dalla Lega e dalle squadre per i diritti televisivi.
Raynaud addossa la responsabilità alla Lega, anche se è ovvio che questo tipo di calendario sia proprio pensato per rispondere alle esigenze delle pay tv come Sky. La soluzione però è semplice. Si vuole di nuovo il calcio con tutte le partite alle 15 della domenica con rari e sporadici posticipi di lusso? Ecco come fare:
Si vuole diminuire gli anticipi e i posticipi? C’è una soluzione davvero semplice, che è la stessa nel calcio come in qualsiasi mercato e per qualsiasi prodotto: il venditore torni a chiedere un prezzo più accettabile e i compratori naturalmente chiederanno in cambio meno prodotto.
Insomma, finché la Lega Calcio vorrà così tanti soldi per concedere i diritti tv (e ne vorrà sempre di più anche nel prossimo futuro) la questione non è risolvibile, ma spetta comunque ai presidenti delle società, non a Sky e Mediaset Premium.
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