Gaia Tortora sulla fiction su papà Enzo: “Trasformare il suo dramma giudiziario in un romanzo di donne e sentimenti sarebbe inaccettabile”
Gaia Tortora figlia del grande presentatore Rai esprime le sue preoccupazioni sulla fiction per la Rai che si sta girando a Napoli sul padre diretta ed interpretata da Ricky Tognazzi
Si sta girando in questo periodo a Napoli la fiction per la Rai “Applausi e sputi – Le due vite di Enzo Tortora” diretta ed interpretata da Ricky Tognazzi, con Bianca Guaccero, dedicata al grande presentatore-giornalista, che ricordiamo subì negli anni ’80 un clamoroso errore giudiziario che lo costrinse in prigione per molto tempo, additato al pubblico come camorrista da un gruppo di pentiti, che poi si scoprì avevano inventato tutto. Tortora dopo essere stato per il pubblico televisivo italiano il grande presentatore di celebri programmi popolari quali la Domenica sportiva e soprattutto Portobello, diventò tutto d’un colpo uno spacciatore di droga facente parte della Nuova camorra organizzata di Napoli.
La sua vicenda giudiziaria terminò con l’assoluzione piena che gli permise di tornare in onda con il suo Portobello in un famosissimo venerdì sera, il 20 febbraio del 1987, quando esordì in diretta dagli studi della fiera di Milano sulla rete 2 con l’ormai celebre “Dunque dove eravamo rimasti…”. Ma il tarlo di tutto il dolore che dovette subire lo aveva ucciso dentro ed un cancro l’anno dopo se lo portò via. Ora c’è questa fiction come detto in produzione per la Rai e a proposito di questo, la figlia Gaia Tortora, giornalista conduttrice del Tg La7, ha dichiarato al settimanale Gente in edicola domani :
“Mi hanno fatto leggere la sceneggiatura e non la condividevo, ho manifestato i miei dubbi al regista Ricky Tognazzi ma da allora nessuno si è fatto vivo con me”
La figlia di Enzo Tortora poi aggiunge :
“Naturalmente sono felice che si ricordi l’ingiustizia subita da papà, ma temo la si voglia trasformare in una fiction romanzata parlando di donne e sentimenti. E sarebbe inaccettabile.”
Foto: Enzo Tortora fra i suoi avvocati Alberto D’Allora e Raffaele Della Valle
Attendiamo ora la risposta di Ricky Tognazzi, mentre da parte nostra speriamo venga mostrata agli occhi di chi non l’ha vissuta, soprattutto ai giovani, questa storia italiana, di una giustizia malata ma soprattutto di un uomo per bene che ne ha dovuto subire la tragica conseguenza sulla propria pelle.
Ecco quell’indimenticabile, anche per il sottoscritto, 20 febbraio 1987 :