Canone Rai e aziende – La Rai rinuncia al balzello su computer, tablet e smartphone
Dopo un confronto con il Ministero per lo Sviluppo Economico, la retromarcia di Viale Mazzini.
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Aggiornamento: La Rai ha emanato una nota di chiarimenti. Eccola:
La Rai, a seguito di un confronto avvenuto questa mattina con il Ministero dello Sviluppo Economico, precisa che non ha mai richiesto il pagamento del canone per il mero possesso di un personal computer collegato alla rete, i tablet e gli smartphone. La lettera inviata dalla Direzione Abbonamenti Rai si riferisce esclusivamente al canone speciale dovuto da imprese, società ed enti nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori (digital signage) fermo restando che il canone speciale non va corrisposto nel caso in cui tali imprese, società ed enti abbiamo già provveduto al pagamento per il possesso di uno o più’ televisori. Cio’ quindi limita il campo di applicazione del tributo ad una utilizzazione molto specifica del computer rispetto a quanto previsto in altri Paesi europei per i loro broadcaster (BBC…) che nella richiesta del canone hanno inserito tra gli apparecchi atti o adattabili alla ricezione radiotelevisiva, oltre alla televisione, il possesso dei computer collegati alla Rete, i tablet e gli smartphone. Si ribadisce pertanto che in Italia il canone ordinario deve essere pagato solo per il possesso di un televisore.
Ma allora si paga o no, il canone Rai per le aziende che hanno un computer collegato a internet? La risposta è no. Viale Mazzini rinuncia, dopo le numerose proteste.
Fermo restando che abbiamo abbondantemente spiegato l’origine dell’hashtag polemico su Twitter, che per molti sarebbe nato per protestare proprio contro il canone Rai richiesto alle aziende e invece era semplicemente una protesta dei fan degli One Direction, poco rispettati dal blog ufficiale della Rai stessa, la questione aveva comunque generando parecchie perplessità e indignazione.
Come noto, si trattava dell’estensione della richiesta del pagamento del canone a tutte le aziende che possiedono computer e connessione a internet. Una forma surreale di aumento della pressione fiscale su qualsiasi tipo di attività, soprattutto quelle dei giovani. visto che si fa fatica a immaginare oggi un’azienda (sia essa appena nata o di vecchia gestione) che possa fare a meno dei computer e della connessione in rete.
Ma pochi minuti fa è arrivata la notizia: la Rai ha rinunciato. Un paio di giorni fa era stata diramata una nota decisamente sibillina:
Con riferimento alla questione relativa al pagamento del canone di abbonamento alla tv, si precisa che le lettere inviate da Rai non si riferiscono al canone ordinario (relativo alla detenzione dell’apparecchio da parte delle famiglie) ma si riferiscono specificamente al cosiddetto canone speciale cioe’ quello relativo a chiunque detenga – fuori dall’ambito familiare (es. Imprese, societa’, uffici) – uno o più’ apparecchi atti o adattabili alla ricezioni di trasmissioni radiotelevisive.
Cio’ in attesa di una più’ puntuale definizione del quadro normativo-regolatorio.
Ma poi è arrivato il dietrofront.
Lo annuncia Repubblica, che spiega che, dopo un confronto con il Ministero dello Sviluppo Economico Viale Mazzini ha deciso per la retromarcia.
Stando a quanto si apprende, l’interpretazione del Ministero a proposito della norma 1938, quella relativa al canone, esclude dal pagamento i prodotti come computer, tablet e smartphone. Pare che la Rai abbia accolto, dopo un breve contraddittorio, questa interpretazione.