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Reintegro Minzolini al Tg1, decisione rinviata al 7 marzo

Il giudice chiamato ad esprimersi sulla richiesta di reintegro del direttore del Tg1 rinvia al decisione al 7 marzo.

pubblicato 22 Febbraio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 23:09


Augusto Minzolini vuole tornare ad essere direttore del Tg1. Non gli interessa di essere blindato dal suo contratto, rivuole la sua posizione di potere sostanzialmente assoluto sul primo telegiornale del paese. Oggi era il giorno dell’udienza di fronte al Tribunale del lavoro di Roma, da una parte i legali di Minzolini che con il loro ricorso d’urgenza chiedono il reintegro, dall’altra la Rai. La decisione non è arrivata, il giudice Giovanni Mimmo ha rinviato al 7 marzo, ma con l’invito alle parti di trovare un accordo.

Una transazione economica? Difficile che Minzolini accetti, anche perché a lui conviene aspettare i tempi biblici della giustizia penale sul caso delle spese pazze con la carta di credito aziendale. Se venisse condannato (quanto è davvero probabile?) sarebbe certamente un male per lui, la Rai potrebbe licenziarlo per giusta causa, ma se dovesse essere assolto non solo avrebbe continuato a prendere un lauto stipendio per non fare nulla, ma il reintegro nel suo ruolo diventerebbe pressoché automatico.

Il legale di Minzolini, Federico Tedeschini, ha le idee chiare sul tema e sembra molto ottimista:

”Il giudice ha preso atto delle posizioni delle parti, confermate in udienza, e ha rinviato al 7 marzo invitando a valutare la possibilità di una eventuale proposta transattiva di accordo, che consenta di coprire il periodo che va dal momento in cui Minzolini è stato rimosso al momento in cui verrà assunta la decisione in sede penale. E’ chiaro che se Minzolini verrà assolto dovrà tornare un minuto dopo alla direzione del Tg1. A questo punto proveremo anche noi a studiare un’ipotesi di accordo, ma il pallino è nelle mani della Rai”.

Bisogna prendere atto del fatto che, se il 7 marzo il giudice dovesse stabilire il reintegro, la Rai si troverebbe nell’impossibilità di liberarsi di chiunque non sia gradito, al di là delle motivazioni: era toccato a Michele Santoro, a Tiziana Ferrario, persino all’ex direttore di RaiTre Paolo Ruffini.

Foto | © TM News

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