Il giovane Montalbano evita lo spettro di Zingaretti e convince: cambia poco, rende molto
Il giovane Montalbano, su Raiuno, è un prequel che dividerà i fan della serie originale, ma mantiene intatto il clima e lo stile che hanno reso cult la serie tv tratta dai racconti di Andrea Camilleri
“Il giovane Montalbano”, la fiction in onda su Raiuno, dividerà il pubblico: ci saranno i riluttanti, che non tradirebbero mai Luca Zingaretti ed aspettano i nuovi episodi della serie originale; e poi i curiosi, che un’occhiata a questa versione de “Il commissario Montalbano” gliel’avranno data. A nostro parere, a guadagnarci sono i secondi.
Senza cadere in facili entusiasmi, la fiction non reinventa il mondo di Andrea Camilleri, ma lo adatta ad un contesto storico diverso da quello a cui siamo abituati. Si tratta di un nuovo inizio, certo, ma non per forza di uno snaturamento. Il trucco stava nel far apparire come “scontate” quelle novità che avrebbero potuto creare confusione nello spettatore.
A determinare la buona riuscita dell’esperimento ha contribuito la firma di Camilleri, vera e propria garanzia senza la quale un riadattamento di questo tipo sarebbe stato azzardato. Lo scrittore siciliano ha dimostrato nei suoi libri di avere bene in mente la mitologia del suo personaggio. Compito della versione televisiva, quindi, era semplicemente quello di seguire la stessa strada della serie originale, puntando anche in questo caso su un cast poco noto al grande pubblico, ma abbastanza sfacciato da reggere l’impatto con una produzione così attesa.
Il giovane Montalbano
E’ stata quindi azzeccata la scelta di Michele Riondino, bravo nel reinterpretare Salvo Montalbano senza calcare troppo la recitazione sul lavoro di Luca Zingaretti, ma cercando piuttosto di trovare quei punti in comune per farlo entrare in sintonia col pubblico. E’ stato lui il protagonista di questa prima puntata, nella quale il resto della squadra (vediamo soprattutto Catarella) si fa in disparte per entrare nel corso degli episodi. Anche questa è stata una buona scelta, che permette di rendere più naturale la narrazione di un racconto che precede una storia e delle relazioni già note a tutti.
“Il giovane Montalbano” è quindi una non novità, ma non necessariamente nel senso negativo: gli elementi che hanno reso la fiction originale un cult apprezzato dal pubblico e dalla critica (la regia, la cura dei dettagli, la fotografia, le location, i dialoghi) restano anche qui, e sostengono le nuove vesti dei personaggi, assumendo nuova importanza. Se ci permettete il paragone culinario (che piacerebbe anche a Montalbano), è come se per cucinare un buon pesce si decidesse di seguire una ricetta alternativa, che mantenga però gli stessi sapori anche con qualche ingrediente diverso.
Tutto bene, quindi? Forse, perchè un’operazione di questo tipo, come abbiamo detto in partenza, creerà, per quanto ben realizzata, due fronde, che potrebbero intaccare la buona riuscita dell’iniziativa. Quanto questo influirà sul successo della serie, lo capiremo nei prossimi giorni. Intanto, per noi Montalbano è sempre Montalbano, anche da picciriddu.
Il giovane Montalbano, la fiction di Raiuno (foto di Fabrizio Di Giulio)